Monitoraggio conti pubblici – Stima flash terzo trimestre 2013

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Per il nono trimestre consecutivo il Pil è in calo influenzando negativamente le aspettative di crescita. La ripresa, più volte annunciata, è diventato un credo di pochi. La flessione del Pil mette a rischio gli indicatori di Finanza pubblica del Governo e gli obiettivi ambiziosi prefissati. La luce in fondo al tunnel diventa sempre più piccola.

Nel terzo trimestre 2013 il prodotto interno lordo a prezzi costanti è diminuito del 1,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (tendenziale); analogo valore si registra per la variazione acquisita[1] del 2013. Si tratta di numeri che sembrano discostarsi dalla stima governativa di -1,7% prevista nella Nota di aggiornamento al Def.

Nell’ipotesi di una conferma del deflatore all’1,2%,  se ne deduce che il Pil nominale si attesterebbe a -1% tendenziale e a -0,8% acquisito.

In attesa di conoscere i numeri del conto economico consolidato della pubblica amministrazione, che saranno resi noti dall’Istat il prossimo 10 dicembre, è possibile effettuare una stima flash dei conti pubblici, basata sulle informazioni fino ad oggi disponibili: il fabbisogno dello Stato (in termini di cassa), le entrate tributarie e le entrate contributive (in termini di cassa).

Il fabbisogno dello Stato nei primi nove mesi del 2013 è risultato pari a 76 mld di euro in netto peggioramento rispetto ai 45,3 mld di euro del corrispondente periodo del 2012[2].

Nei primi nove mesi del 2013 le entrate tributarie di competenza (giuridica) ammontano a 328,8 miliardi di euro e sono cresciute dello 0,4% rispetto allo stesso periodo del 2012 con una diminuzione dello 0,3% delle entrate erariali dirette (Irpef, Ires, ecc.) e indirette (Iva, ecc.) e un aumento del 6% delle entrate territoriali (addizionali Irpef regionale e comunale, Irap, Imu). Tra le entrate erariali aumentano le imposte dirette (+2,1%) e diminuiscono quelle indirette (-3%, di cui Iva -4,7%).

In definitiva la politica fiscale italiana va nella direzione opposta a quanto raccomandato dal Consiglio Europeo, che cita di “trasferire il carico fiscale da lavoro e capitale a consumi, beni immobili e ambiente assicurando la neutralità di bilancio“. Ma di questi consigli l’attuale Governo non ha ritenuto di provvedere subito ad invertire la direzione.

L’aumento acquisito delle entrate tributarie per il 2013 è stato pari allo 0,3%. Se consideriamo anche i 2,4 miliardi di euro di minor gettito per la seconda rata dell’Imu sulla prima casa allora si ha una diminuzione acquisita delle entrate tributarie di -0,2%.

La pressione tributaria cumulata, cioè il rapporto tra le entrate tributarie e il Pil nei primi nove mesi del 2013 è pari al 30,5%[3] ma Letta sostiene: “Meno tasse in prospettiva, senza sfasciare conti pubblici”.

Le entrate contributive (di cassa) da gennaio ad agosto 2013 sono diminuite di 2,2 miliardi di euro rispetto al corrispondente periodo del 2012. Le entrate contributive acquisite[4] del 2013 si riducono del 1,1% rispetto al 2012. Applicando la medesima variazione al dato di competenza si ottiene un minor gettito previsto di circa 2,3 miliardi di euro.

La pressione fiscale, cioè il rapporto tra le entrate tributarie e contributive rispetto al Pil del 2013 risulterebbe uguale al 44,3%, l’unico dato in linea con la Nota di aggiornamento al  Def.

Il debito pubblico a settembre 2013 ha raggiunto il livello di 2.068 mld di euro, con un aumento di 72 mld di euro rispetto a settembre 2012. Il rapporto debito/Pil ha già raggiunto quota 133,1% e continuerà ad aumentare se negli ultimi tre mesi dell’anno il debito pubblico dovesse continuare a crescere.

Tavola 1 – Principali indicatori di finanza pubblica – Anno 2013  (percentuali)
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Fonte:
elaborazione su dati Ministero Economia e Finanze, Banca d’Italia, Istat

Con la Nota di aggiornamento al Def presentata in Parlamento il 20 settembre scorso il Governo ha rivisto in peggioramento le stime del Def di aprile. Nei primi giorni di ottobre, poi, è stata varata una manovra correttiva per circa 1,6 miliardi di euro per rettificare al 3% il rapporto indebitamento/Pil. Le prime evidenze relative al terzo trimestre 2013 sembrano mostrare una situazione dei conti pubblici ancora fuori controllo. La flessione del Pil per il 2013, che si preannuncia superiore alle attese governative, ha già fatto aumentare il rapporto debito/Pil a un livello superiore alle previsioni e altrettanto potrebbe accadere per il rapporto deficit/Pil, soprattutto per effetto dei possibili cedimenti delle entrate fiscali e contributive.

Note
[1]Variazione annuale che si otterrebbe in presenza di una variazione congiunturale nulla nei restanti trimestri dell’anno.
[2] Il fabbisogno del settore pubblico stimato del 2013 risente del pagamento dei debiti pregressi della PA che il Governo stima in 26,4 miliardi di euro.
[3] La pressione tributaria prevista per l’anno 2013 nella Nota di aggiornamento al  Def è di 30,3%.
[4] Nell’ipotesi che le entrate contributive degli ultimi quattro mesi del 2013 siano pari a quelle del corrispondente periodo del 2012.

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