Finanziamento nazionale della spesa sanitaria fino al 2012

La sanità italiana[1]  è finanziata attraverso un fondo sanitario nazionale[2]  (da adesso in poi FSN) la cui cifra è determinata nel patto per la salute ovvero un accordo tra Stato e le Regioni del fabbisogno del Servizio sanitario nazionale (da adesso in poi SSN) e dei fabbisogni regionali.

Nel 2012 le risorse finanziarie disponibili per il finanziamento del SSN ammontavano a 107,6 miliardi di euro:

  1. 105 miliardi destinati al finanziamento indistinto dei livelli essenziali di assistenza (LEA); 165,8 milioni di euro, a favore dell’Ospedale Bambino Gesù per mobilita’ sanitaria;  36 milioni, a favore dell’Associazione dei Cavalieri Italiani del Sovrano Militare Ordine di Malta per mobilita’ sanitaria;
  2. 269 milioni di euro quale quota finalizzata per specifici interventi di cui 69 milioni di euro per il rinnovo delle convenzioni con il SSN; 200 milioni di euro per il finanziamento delle maggiori spese a carico del SSN connesse alla regolarizzazione dei cittadini extracomunitari occupati in attività di assistenza alla persona e alle famiglie;
  3. 1,8  miliardi di euro per destinazione vincolata e programmata di cui 1.4 miliardi euro per l’attuazione di specifici obiettivi individuati nel Piano sanitario nazionale;  49 milioni euro per la prevenzione dell’AIDS; 10 milioni di euro per l’emergenza veterinaria; 38 milioni di euro per borse di studio triennali per i medici di medicina generale; 30 milioni di euro a favore del Fondo per l’esclusività del rapporto del personale dirigente del ruolo sanitario; quasi 31 milioni euro per l’assistenza a extracomunitari irregolari; 6,8 milioni di euro per attività di medicina penitenziaria trasferite dal Ministero della giustizia; 4 milioni di euro per la prevenzione e la cura della fibrosi cistica; 3,5 milioni di euro per le provvidenze economiche agli Hanseniani; 167,8 milioni di euro accantonati per il finanziamento della medicina penitenziaria;
  4. 573,9 milioni di euro per il finanziamento delle attività vincolate tra enti;
  5. 260 milioni accantonati per finalità specifiche come maggiori oneri sostenuti per gli accertamenti medico legali sui dipendenti pubblici assenti dal servizio per malattia; sistemi sanzionatori e premiali delle regioni, provincie e comuni; oneri connessi al superamento degli Ospedali psichiatrici giudiziari; o sanzioni e provvedimenti per l’impiego di immigrati irregolari.

Per quanto riguarda il 2012, la copertura dei 107,9 miliardi definiti in sede di Intesa Stato-Regioni è stata assicurata attraverso le seguenti fonti di finanziamento:

Come è noto il 50% del finanziamento deriva dall’IVA e Accise, il 29% dall’IRAP, l’8% dall’addizionale IRPEF e quasi l’8% da partecipazioni da Regioni a statuto speciale.

Dal punto di vista tecnico il percorso di riparto del FSN è composto di due distinti momenti: in una prima fase vengono identificati i singoli livelli (LEA) da finanziare e le quote di FSN assegnate ad ogni livello, in un secondo momento vengono definiti i criteri (ed i relativi pesi) da applicare alla numerosità della popolazione per ogni livello di assistenza.

Il meccanismo generale di riparto fino al 2012 prende il nome di “quota capitaria pesata” ed è costituito da un insieme di regole che si applicano alla popolazione delle regioni.

La numerosità della popolazione residente è il principio guida del riparto, ma tale valore, per i diversi livelli essenziali di assistenza (LEA), viene modulato (pesato) di volta in volta in funzione degli accordi che intercorrono tra le regioni stesse.

Il tutto avviene attraverso gli strumenti tecnici che governano la sanità regionale (Commissione Salute, Conferenza Stato-Regioni) e dà luogo ad un accordo tra le regioni (e con i Ministeri competenti) che nella sua sostanza prevede anche alcuni elementi di compensazione che sono di natura politica.

Nella figura seguente si riassume il dettaglio dei LEA che sono stati oggetto di valutazione per il riparto 2012, i criteri di pesatura adottati, ed i singoli coefficienti di peso per le varie classi di età.

FSN riparto

Nel riparto del FSN alle regioni il livello “prevenzione” rappresenta il 5% del fondo, ed il criterio di riparto è costituito dalla popolazione non pesata.

Il livello “distrettuale” corrisponde al 51% del FSN ed è a sua volta composto da quattro sottolivelli:

  • la medicina di base (7%), ripartita a popolazione grezza;
  • la farmaceutica, la cui quota (13,57%) è tolta direttamente dal totale complessivo;
  • la specialistica (13,3%), ripartita a popolazione pesata, dove i pesi per età sono calcolati a partire dalla distribuzione dei consumi di prestazioni ambulatoriali riscontrati a livello nazionale;
  • la medicina territoriale (17,13%), ripartita a popolazione grezza.

Il livello di assistenza “ospedaliera” rappresenta il 44% del fondo: metà di questa quota (22%) è ripartita a popolazione grezza e metà (22%) a popolazione pesata, dove i pesi per età sono calcolati a partire dalla distribuzione dei ricoveri riscontrati a livello nazionale.

L’effetto numerico di questi criteri è riportato in tabella, dove sono state aggiunte due colonne: il riparto della quota di FSN corrispondente alle risorse finalizzate (269 milioni di euro), ed il riparto delle risorse cosiddette di “riequilibrio” (suddivisione corrispondente ad accordi tra le regioni formulati al di fuori dei criteri tecnici).

Ma chi controlla la spesa?

L’AGENAS è stata creata per attuare il sistema di monitoraggio a livello nazionale. Il livello di dettaglio delle analisi però si ferma alla unità territoriale regionale.

La riproduzione di questo articolo è autorizzata a condizione che sia citata la fonte:
http://www.monicamontella.it/

Google+ Comments