Mobilità e Trasporti pubblici nei municipi romani

La mobilità efficiente è una priorità da soddisfare in un contesto particolarmente complesso come quello delle città metropolitane italiane. Conoscere i dati di traffico, i dati sullo spostamento dei cittadini è la base per poter pianificare un piano di azione concreto per una mobilità sostenibile urbana.

Con l’ausilio degli open data Istat si è potuto evidenziare lo spostamento giornaliero della popolazione residente romana nei municipi romani secondo l’ultimo censimento Istat del 2011. In pratica più di un milione e duecentomila abitanti si spostano al giorno, in particolare il quartiere San Giovanni del municipio VII presenta il numero più alto di residenti pendolari con 143 mila individui. Sono soltanto 55 mila i residente che invece escono dal Comune di Roma. Il numero maggiore di residenti che giornalmente si spostano fuori Roma è in particolare localizzato nelle zone di San Giovanni e nel Municipio X Ostia/Acilia. Quasi la metà della popolazione residente a Roma non si sposta durante la giornata ma resta nel luogo di residenza.

Ricapitolando all’anno nel 2011 sono stati quindi 469 mila i cittadini che nel V, VI, VII e X municipio, residenti a Roma,  si sono spostati nel comune di dimora abituale[1].

Tavola 1 – Popolazione residente che si sposta e non si sposta giornalmente nel Comune e al di fuori dal Comune di dimora abituale, valori assoluti, anno 2011

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Fonte: Elaborazioni su dati Istat open data 

L’Istat ha anche diffuso il set di indicatori[2] dell’Accordo di Partenariato 2014-2020 e attraverso questa ulteriore fonte statistica possiamo conoscere il numero di passeggeri trasportati nel 2014 dal Trasporto pubblico locale nel comune di Roma che è stato di 1.258.000 utenti rispetto a 1.199.402 passeggeri registrati nel 2013 misurando una crescita del 5%.

Tavola 2 – Trasporto pubblico locale nella città di Roma Capitale, anni 2000-2013

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Fonte: Elaborazioni su dati Istat

Il trasporto pubblico di linea a Roma è composto dalle reti di bus e tram urbani, bus extraurbani, linee di metropolitana e linee ferroviarie locali e regionali. Dai dati più aggiornati sulla mobilità possiamo trovare anche l’ultimo documento unico di programmazione 2016-2018 dove emerge che i passeggeri che hanno utilizzato l’autobus e tram nel 2014[3]  sono stati 973 milioni di utenti trasportati mentre coloro che hanno utilizzato la metropolitana e ferrovie sono stati 328 milioni di utenti (di cui 285 milioni hanno utilizzato in particolare la metropolitana) per un totale di 1.300.000 passeggeri numero di utenti trasportati.

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Fonte: DUP 2016-2018

Un’importante indicazione sul numero di posti offerti agli utenti dai mezzi che erogano un servizio urbano di trasporto pubblico è fornita dai posti-km.

Nel 2013 sono stati quasi 22 milioni i posti chilometri offerti da Roma Capitale, 8 posti-km (autobus, tram, filobus, metro) per mille abitanti ossia il numero di posti offerti agli utenti dai mezzi di trasporto pubblico, su una superficie a Roma servita di reti urbane di trasporto pubblico di 190 per 100 km di superficie comunale.

Investire sul trasporto pubblico locale è quindi una priorità anche per far fronte agli effetti derivanti dalle emissioni di sostanze nocive del trasporto privato sia per l’uomo che per l’ambiente[4].

I Sistemi di Trasporto Intelligenti (ITS – Intelligent Transport Systems) sono universalmente riconosciuti come lo strumento che consentirà di gestire in maniera “smart” la mobilità urbana[5].

Note:
[1] Se in Istat open data  fossero stati pubblicati anche i dati sul mezzo di trasporto utilizzato per gli spostamenti giornalieri dei residenti si sarebbe potuto calcolare anche la percentuale di individui residenti che utilizzano il mezzo pubblico rispetto a quello privato.
[2] Nell’ambito del progetto Informazione statistica territoriale settoriale per le politiche strutturali 2010-2015; finanziato con il PON Governance e Assistenza tecnica FESR 2007-2013, Indicatori dell’Accordo di partenariato 2014-2020, suddivisi per Obiettivo tematico e per Risultato atteso. Purtroppo non sono diffusi dall’Istat i dati sulle Autovetture circolanti, indicatore importantissimo per calcolare la stima dell’impatto ambientale del trasporto privato urbano di Roma.
[3] Come emerge nel DUP “La gestione del trasporto pubblico romano è regolata tramite affidamento a: – Atac, fino al 3 dicembre 2019 (con Deliberazione dell’Assemblea Capitolina 47/2012), dei servizi di trasporto pubblico locale di superficie e di metropolitana, delle tre ferrovie ex concesse (Roma-Lido, Roma-Pantano e Roma Civita Castellana-Viterbo) di competenza regionale, oltre alla gestione della sosta tariffata su strada e dei parcheggi di scambio (mobilità privata). Il contratto di servizio per la gestione del trasporto pubblico locale di superficie, di metropolitana e delle attività complementari è stato approvato il 6 agosto 2015 dalla Giunta Capitolina con DGCa 273/2015 con validità fino al 3 dicembre 2019, mentre la gestione dei parcheggi di scambio e della sosta tariffata risulta attualmente priva di copertura contrattuale essendo scaduta il 30 settembre scorso l’ultima proroga. – Roma TPL s.c.a r.l., tramite gara ad evidenza pubblica per una durata di otto anni (DGCa 96/2010), della gestione dei lotti esternalizzati delle linee di bus periferici, pari a circa il 20% dell’offerta di servizio di superficie su gomma. – Roma Servizi per la Mobilità del supporto al Dipartimento Mobilità e Trasporti per le attività di pianificazione, supervisione, coordinamento, controllo e informazione nell’ambito della mobilità pubblica oltre che privata e della logistica delle merci. L’affidamento a RSM, dopo varie proroghe, è stato approvato dalla Giunta Capitolina il 19 maggio 2015 (DGCa 164/2015) con un periodo di validità fino al 31 dicembre”.
[4] Il numero più elevato di posti km si osserva a Roma (14.154 milioni). Milano e Roma presentano la maggiore consistenza di carrozze che compongono i convogli della metropolitana (pari, rispettivamente, a 5,6 e 1,7 vetture per 10 mila abitanti). Fra i comuni provvisti di metropolitana, Milano è quello che nel 2008 è dotato del maggior numero di stazioni per 100 km2 di superficie (39,0), seguito da Napoli (15,3), Torino (10,8) e Roma (3,7). Nel 2008 i comuni capoluogo di provincia rilevano un tasso di motorizzazione (autovetture per mille abitanti) pari a 616,7 (+0,2% sul 2007). Sono sette i comuni in cui tale indicatore è maggiore di 700: Viterbo (752,3), Latina (730,7), Frosinone (714,8), Olbia (713,0), Roma (706,7), Potenza (706,2) e L’Aquila (700,1) ” Istat 2010. L’Istat a marzo del 2010 ha diffuso i dati su Indicatori sui trasporti urbani   con un approfondimento su questi indicatori. Non esiste più questo tipo di informazione perché?  La nuova normativa 2004/107/CE, introduce tra gli inquinanti da monitorare anche il PM2.5, ormai ben noto per la sua pericolosità. Ulteriori indicazioni sono state fornite dalla Commissione nel Programma “Aria pulita per l’Europa”, inteso a raccogliere prove scientifiche, valutare l’evoluzione dei livelli di inquinamento fino al 2020 e individuare gli interventi migliorativi economicamente più convenienti. le emissioni nocive provenienti dall’industria, dal traffico, dagli impianti energetici e dall’agricoltura, proponendosi di limitarne l’impatto sulla salute umana e sull’ambiente.esternalità sanitarie derivanti dall’inquinamento atmosferico per la società sia dell’ordine di 330-940 miliardi di euro all’anno. La situazione è particolarmente grave nelle aree urbane, dove oggi risiede la maggioranza dei cittadini europei presentando un alto grado di esposizione. Il prezzo da pagare a causa della cattiva qualità dell’aria è superiore in termini di vite umane a quello dovuto agli incidenti stradali, rendendola quindi la principale causa ambientale di decessi prematuri nell’UE. La cattiva qualità dell’aria ha un impatto anche sulla qualità della vita, in quanto causa asma e problemi respiratori. L’inquinamento atmosferico provoca anche la perdita di giorni lavorativi ed elevate spese sanitarie; chi ne risente in modo particolare sono i gruppi più vulnerabili: i bambini, le persone anziane e i soggetti che soffrono di patologie a carico dell’apparato respiratorio. L’inquinamento provoca inoltre danni agli ecosistemi e alle colture agrarie nonché ai beni di interesse storico-monumentale. I costi diretti per la società derivanti dall’inquinamento atmosferico relativi ai danni alle colture e agli edifici e a beni culturali ammontano a circa 23 miliardi di euro all’anno. Il D.Lgs n. 155/2010, all’art. 1 comma 5, stabilisce che le funzioni amministrative relative alla valutazione ed alla gestione della qualità dell’aria ambiente competono anche agli Enti Locali, nei modi e nei limiti previsti dal Decreto stesso. Il decreto legislativo 13 agosto 2010, n.155 su “Attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell’aria ambiente e per un’aria più pulita in Europa”, art. 1 comma 5 cita le funzioni amministrative relative alla valutazione ed alla gestione della qualità dell’aria ambiente competono allo Stato, alle regioni e alle province autonome e agli enti locali, nei modi e nei limiti previsti dal presente decreto e art. 5 comma 7 su valutazione qualità aria cita che “Le stazioni di misurazione previste nel programma di valutazione devono essere gestite dalle regioni … Per le stazioni di misurazione esistenti, gestite da enti locali o soggetti privati, il Ministero dell’ambiente promuove la sottoscrizione di accordi tra il gestore, le regioni o le province autonome e le agenzie regionali al fine di assicurare la sottoposizione a tale controllo”. Segue art. 5 comma 10  “i dati e le informazioni aventi ad oggetto attività produttive, attività di servizio, infrastrutture e mezzi di trasporto, utili a stimare le emissioni in atmosfera ed a valutarne l’impatto sulla qualità dell’aria, devono essere messi a disposizione del Ministero dell’ambiente, delle regioni o delle province autonome o delle agenzie regionali per la protezione dell’ambiente che li richiedano, a cura dei soggetti, inclusi gli enti locali e i concedenti o concessionari di pubblici servizi, tenuti ai sensi del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 195.
[5] Il Piano di Azione ITS di dicembre 2008 e la Direttiva 2010/40/UE del 7 luglio 2010 rappresentano oggi i due fondamentali strumenti politico-strategici per la promozione e lo sviluppo di ITS interoperabili ed armonizzati. Obiettivo della Direttiva è di istituire un quadro a sostegno della diffusione e dell’utilizzo di sistemi di trasporto intelligenti (ITS) coordinati e coerenti nell’Unione, in particolare attraverso le frontiere tra gli Stati membri, e stabilisce le condizioni generali necessarie a tale scopo. La Direttiva 2010/40/UE è, quindi, di fatto l’atto legislativo che concretizza le azioni previste dall’ITS Action Plan inserendole nelle agende politiche degli Stati Membri. Sulla base dell’ITS Action Plan, la Direttiva individua quattro settori prioritari (articolo 2) per gli ITS: 1.l’uso ottimale dei dati relativi alle strade, al traffico e alla mobilità; 2.la continuità dei servizi ITS di gestione del traffico e del trasporto merci; 3.le applicazioni ITS per la sicurezza stradale e per la sicurezza (security) del trasporto; 4.il collegamento tra i veicoli e l’infrastruttura di trasporto. Nell’ambito dei quattro settori prioritari, per l’elaborazione e l’utilizzo di specifiche e norme, costituiscono azioni prioritarie: – la predisposizione in tutto il territorio dell’Unione europea di servizi di informazione sulla mobilità multimodale; – la predisposizione in tutto il territorio dell’Unione europea di servizi di informazione sul traffico in tempo reale; – i dati e le procedure per la comunicazione gratuita agli utenti, ove possibile, di informazioni minime universali sul traffico connesse alla sicurezza stradale; – la predisposizione armonizzata in tutto il territorio dell’Unione europea di un servizio elettronico di chiamata di emergenza (eCall) interoperabile; la predisposizione di servizi d’informazione per aree di parcheggio sicure per gli automezzi pesanti e i veicoli commerciali; – la predisposizione di servizi di prenotazione per aree di parcheggio sicure per gli automezzi pesanti e i veicoli commerciali.

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