Il contratto di servizio che ACEA ha contratto con il Comune di Roma (nel lontano 2007 giunta Veltroni viene affidato fino al 2015 ad ACEA l’illuminazione pubblica ed artistica monumentale, poi con Alemanno viene ritoccato con scadenza fino al 2027 e infine con Marino viene integrato con il piano LED) ammonta ad una cifra senz’altro considerevole ovvero quasi a 52 milioni di euro.
Analisi di bilancio di ACEA S.p.A.
Il Comune di Roma detiene nel 2015 il 51% del capitale sociale di ACEA, quindi il controllo della società. Il documento sul bilancio di esercizio 2015 di ACEA S.p.A. (non consolidato) si apre con le note al conto economico. La prima osservazione che si rileva è una contrazione del 2,7% dei ricavi, passati da 173,7 milioni di euro del 2014 a 169 milioni di euro nel 2015, con una riduzione di 4,7 milioni. La riduzione più sostanziosa viene attribuita ai ricavi dai servizi di service (servizi amministrativi, finanziari, legali, tecnici) forniti alle società del gruppo (riduzione di oltre 5 milioni di euro).Per quanto riguarda i costi, il costo totale del personale è di 56 milioni di euro con una media di 86.500 euro di compenso lordo annuo pro capite. Vi è da evidenziare una certa sproporzione in ACEA negli inquadramenti: ben 60 dirigenti, 145 quadri, 419 impiegati e solo 23 operai (praticamente un dirigente ogni 7 impiegati e un quadro ogni 3 impiegati, con una percentuale complessiva di dirigenti pari al 10% degli assunti complessivi). Nella capogruppo invece c’è sproporzione non tanto in relazione al numero di operai, ma nel rapporto impiegati/quadri/dirigenti: 1 dirigente ogni 7 impiegati (se dividiamo il numero degli impiegati -419- per il numero dei dirigenti -60- si ottiene 6,98 impiegati per ogni dirigente) è evidente la sproporzione. Nel gruppo, il rapporto complessivo è di 28 impiegati per dirigente, ma se togliamo i dipendenti della capogruppo (60 dirigenti e 419 impiegati) si ottiene 40 dirigenti per 2.402 impiegati e il rapporto diventa 1 dirigente ogni 60 impiegati; è palese la sproporzione nella ripartizione del personale tra la capogruppo e le altre aziende.
Considerato che la capogruppo ha il 60% dei dirigenti totali, il 40% dei quadri totali e solo il 15% degli impiegati totali la pianta organica del personale di ACEA andrebbe un pò rivista anche in un’ottica di genere visto che la proporzione è 77% uomini 23% donne nel triennio 2012-2014 (vedi TABELLA N. 44 – DIPENDENTI ACEA: COMPOSIZIONE DEL PERSONALE 2012-2014).
Tra gli altri costi, molto rilevanti appaiono quelli relativi ai costi per servizi e lavori, decisamente aumentati rispetto al 2014 (117,7 milioni di euro vs. 114,2 milioni di euro).Tra questi, da evidenziare sono i costi per “Lavoro autonomo professionale” (consulenti), pari ad 10 milioni, in aumento di 1,4 milioni di euro rispetto al 2014. C’è da dire che la società di revisione Reconta Ernst & Young ha maturato un compenso complessivo di 783,5 milioni di euro (POSSIBILE?!?!?!?!).
Per quanto riguarda la svalutazione di crediti, nella nota si riporta la cifra di 1,5 milioni di euro, attribuiti a crediti ritenuti irrecuperabili nei confronti di amministrazioni pubbliche.
Riguardo ai proventi da partecipazioni, colpiscono alcuni punti: tutte le partecipazioni, tranne Sarnese Vesuviano (16 su 17) hanno portato utili, ma alcune drasticamente in riduzione rispetto al 2014: Aquaser (dividendi per 1,9 milioni di euro rispetto a 6,6 milioni di euro), Agua Azul Bogotà (74 mila euro rispetto a 3,5 milioni di euro), Sarnese Vesuviano non ha portato dividendi, mentre nel 2014 ne aveva portati 660 mila, cosa è successo?
C’è poi da capire cos’è la voce “Rilascio Fondo Rischi Marco Polo” che non ha portato dividendi nel 2015, mentre nel 2014 ne aveva sviluppati 2,3 milioni e altrettanto una nota si poteva evidenziare sulla plusvalenza da cessione del ramo IP.
Stato patrimoniale
Premesso che il bilancio 2015 è stato chiuso con un utile di 145,6 milioni di euro (il gruppo ha sviluppato utili complessivi per 181,5 milioni di euro), dall’esame dello stato patrimoniale emergono le seguenti criticità.
Partendo dalle Immobilizzazioni Materiali, la prima voce che desta perplessità è l’importo indicato come “investimenti” per interventi di manutenzione straordinaria su impianti e sedi detenute in locazione e su hardware per lo sviluppo tecnologico di ACEA 2.0: totale 4,3 milioni di euro (costi portati ad attivo).
Dal lato delle immobilizzazioni immateriali, vediamo che gli “investimenti” ammontano a complessivi 7,5 milioni di euro, principalmente attribuiti ai software per il progetto ACEA 2.0.
Passando alle partecipazioni sia in società controllate che in società collegate, in realtà dalla nota non emerge una situazione chiara. Non c’è uno schema di sintesi sulle singole situazioni, ma una serie di informazioni singolarmente date che non consentono un analisi complessiva ed esaustiva. I valori al 31 dicembre 2015 rimangono sostanzialmente non spiegati.
Per quanto riguarda i crediti finanziari, risultano 29 milioni di euro nei confronti del Comune di Roma per gli investimenti sul servizio di illuminazione pubblica (direi un po’ alto come importo – potevamo rifarci i lampioni di tutta Roma!).
Per quanto riguarda i crediti commerciali, sono in totale 28 milioni di euro, con una svalutazione verso il Comune di Napoli, di 5,3 milioni di euro. Viene precisato che sono stati ceduti 7,740 milioni di crediti verso il Comune di Napoli. Sarebbe interessante sapere il prezzo di cessione.
I crediti commerciali infragruppo ammontano a quasi 96 milioni di euro, con un aumento di 54 milioni di euro rispetto al 2014.
Da segnalare il sostanzioso aumento dei crediti nei confronti di Acea Ato 2, che ammontano a 25 milioni di euro rispetto a 3 milioni nel 2014. Nella nota si riporta che trattasi di riaddebito dei costi per il progetto Acea 2.0.
Relativamente agli altri crediti, vi sono due voci rilevanti: 10 milioni di euro verso il cessionario dell’Autoparco e 6 milioni di euro verso il cessionario dell’Area Laurentina. Non ci sono altre informazioni su questi crediti.
Crediti verso Roma Capitale per l’illuminazione pubblica: 70,6 milioni di euro.
Fatturato nel 2015 a Roma Capitale per l’illuminazione pubblica: 55 milioni di euro.
Se diamo uno sguardo al bilancio consolidato, vi è da sottolineare che Roma Capitale ha avuto nel 2015 debiti complessivi nei confronti delle società del Gruppo ACEA per 142,8 milioni di euro, che però risultano sostanzialmente compensati con i crediti con un saldo in favore di Roma Capitale per 1,3 milioni di euro.
Debiti finanziari: da segnalare 1.904 milioni di euro di obbligazioni emesse e 496 milioni di euro di residui dei mutui contratti per un importo complessivo di più di 2 miliardi di euro di debiti finanziari (2.400.100).
Debiti verso fornitori: 176,2 milioni di euro, di cui 20,5 milioni verso Roma Capitale e 90 milioni verso le società controllate e collegate. Le voci maggiori sono verso ACEA Illuminazione Pubblica (57,4 milioni di euro) e Acea Ato 2 (15 milioni di euro).
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