La Tassa più odiata dai romani onesti: la Ta.ri.

Leggi 1° relazione del 21 dicembre 2018 su criticità gestione AMA S.p.A.

Leggi PEC richiesta commisione bilancio del 30 maggio 2019

Leggi PEC su TIA-TARSU-TARI e le agevolazioni scolastiche contenute nella proposta di delibera n° 1 variazione di bilancio

Leggi richiesta commissione congiunta bilancio ambiente su riscossione della TARI del 7 marzo 2019

Leggi PEC ipotesi fondi occulti Esposto del 20 giugno 2019 sulla TARI

Leggi proposta di delibera su TARI del 2019  Bocciata l’8 aprile 2021

 Leggi verbale 5 agosto 2019 Sollecito richiesta commissione bilancio mai calendarizzata

Leggi interrogazione 5 ottobre 2019 su controllo analogo inviata con PEC

Leggi Interrogazione su domiciliazione TARI del 20 novembre 2020 risposta interrogazione TARI

Leggi la relazione aggiornata al 2021

Leggi delibera Piano risanamento di AMA

  1. Premessa

“La TAssa RIfiuti è l’imposta più evasa d’Italia, ogni anno quasi una famiglia su cinque non la paga  rappresentando il 20% dei corrispettivi dovuti: un ammanco pari a quasi 2 miliardi di euro per le casse degli enti locali” (Crif Ratings).

A Roma invece chi paga la Ta.Ri.?

Gli abitanti della Capitale da anni pagano la tariffa sui rifiuti più alta d’Italia per la cattiva gestione dell’azienda comunale e soprattutto per la scarsa riscossione della stessa creando buchi di bilancio ed enormi ricadute sui cittadini in termini di inefficienza dei servizi ricevuti.

In pratica solo un romano su tre paga la Ta.Ri., gli altri due o sono evasori totali oppure non ricevono a casa nemmeno il bollettino o semplicemente non risultano in alcun database (Crif Ratings). Così, anche se l’Ama afferma di incassare quasi l’80% di quanto fatturato, sembra che invece di riscuotere i più di 750 milioni di euro messi in preventivo, al Campidoglio arrivino solo il 25% della tariffa, con un mancato incasso di quasi 650 milioni nelle casse del Comune.

Ma perché tanta inefficienza nella riscossione della Ta.Ri.?

“Nel 2002 Roma ha affidato ad AMA la gestione della Ta.Ri., seppure in presenza di un trend storico di incassi della pregressa TARSU dell’ordine di appena 55-60%, anche perché l’azienda non era adeguatamente strutturata (in termini di know how necessario e di risorse umane e tecniche occorrenti) per la gestione di una “entrata” destinata ex lege a coprire integralmente i costi del servizio (ex art. 49 D.lgs. 22/1997 cosiddetto Decreto Ronchi)”.

Dal 2003 AMA ha registrato difficoltà di incasso della Tariffa per la gestione dei rifiuti che hanno comportato, negli anni successivi, da un lato la necessità di effettuare accantonamenti al fondo svalutazione crediti a fronte di eventuali e futuri mancati incassi delle fatture emesse e da emettere a titolo di Tariffa Rifiuti e, dall’altro lato, l’aumento dell’indebitamento finanziario a breve, necessario a garantire i flussi della gestione corrente.

Questo ha indotto la società da una parte a far ricorso al progressivo indebitamento bancario per 500 milioni di euro e dall’altra a rilevare perdite su crediti registrate a settembre 2008, a cui è seguita il 23 dicembre 2009 la prima ricapitalizzazione della Società sottoscrivendo un contratto di finanziamento con un Pool di otto banche.

L’indebitamento bancario a breve termine è stato strettamente connesso all’affidamento ad AMA della gestione della Ta.Ri. dal 2003″ (leggi allegati alla delibera di Giunta del 2 marzo 2021).

Soltanto a partire dagli esercizi 2012, 2013, 2014 e 2015 sono caratterizzati dal decremento sia dell’indebitamento finanziario e commerciale, sia dei crediti verso clienti per effetto, rispettivamente, dell’incremento degli incassi e delle azioni di bonifica del database Ta.Ri.. Infine, anche nel corso del 2016 è proseguito il processo di riduzione dei crediti verso l’utenza Ta.Ri. e la contestuale riduzione dei debiti bancari a medio-lungo termine.

Fino all’anno 2016 il credito derivante dal contratto di servizio di igiene urbana veniva regolato tramite compensazione con gli incassi Ta.Ri.; dall’anno 2017 la regolazione avviene tramite pagamento di Roma Capitale che, dal 2018, avviene con regolarità mensile, contribuendo alla riduzione dell’indebitamento bancario.

Nel 2019 Roma Capitale ha infatti riscosso effettivamente nelle sue casse soltanto il 25% della tariffa (vedi grafico a questo post) nonostante è stata revisionata la procedura di riscossione della tariffa internalizzando l’attività. La percentuale in conto competenza nel 2019 è stata di appena il 17%, ed abbiamo a fine anno 2019 un residuo della TARI per 1,9 miliardi di euro.

Nel 2020 la situazione non è migliorata, nonostante le attività di internalizzazione della tariffa sono proseguite, i residui al 31 dicembre ammontavano alla enorme cifra di 476 milioni di euro con una capacità di riscossione in un anno di appena il 26,3%, confermando che non si è avuto nessun miglioramento nella riorganizzazione della gestione della tariffa.

Al 31 dicembre 2020, la Società ha restituito un importo complessivamente pari a circa 156,6 milioni  di euro.

Nell’Assemblea del 25 giugno 2020 il Socio ha richiesto all’Organo Amministrativo, all’Organo di revisione e al Collegio Sindacale, ciascuno per i propri ambiti di competenza, di produrre entro il termine di 45 giorni una specifica e documentata relazione in ordine alle vicende connesse alla gestione della Tari a partire dall’anno 2010 evidenziando in particolar modo l’utilizzo dei fondi da parte della Società ed individuando le azioni da adottare anche sotto il profilo delle responsabilità gestionali; è proseguita nel frattempo l’attività di riconciliazione della situazione creditoria/debitoria in contraddittorio con la società, culminata nella predisposizione del Piano di risanamento, finalizzato alla messa in sicurezza della situazione economico finanziaria di Ama e alla risoluzione delle criticità emerse.

Nel 2020, la Società AMA S.p.A. ha dovuto presentare un’ipotesi di Piano di rientro del Debito Ta.Ri., accolta dal socio Roma Capitale, che ha consentito ad AMA di estinguere il debito nel mese di luglio 2021.

2. Un pò di storia della tariffa rifiuti

Con la contemporanea soppressione della tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani TARSU (applicata fino al 1997) è stata istituita una tariffa a copertura dei costi dei servizi relativi alla gestione dei rifiuti dovuta dal proprietario o dal detentore di un immobile in ragione della superficie dei locali posseduti, sulla base di un coefficiente fissato con uno specifico regolamento comunale.

Dal 1998 è entrata in vigore la TIA (Tariffa di igiene ambientale), che dopo 5 anni attraverso la delibera comunale n°24 del 3 marzo 2003[1] si è data applicazione e riscossione della tariffa ad AMA S.p.A[2] con decorrenza dal 1 gennaio 2003.

Il passaggio al sistema tariffario è stato disposto dal D.lgs. 5 febbraio 1997, n. 22 (“decreto Ronchi[3]”), nel quadro di una completa riformulazione della disciplina ambientale sui rifiuti volta a recepire nel nostro ordinamento i principi comunitari del tipo “chi inquina paga” (polluter pay principle) sancito dell’Unione Europea e quello dell’integrale copertura dei costi del servizio (full recovery cost). La tariffa è  articolata in due componenti:

  • una quota FISSA, determinata in base alla superficie e al numero di componenti del nucleo familiare
  • una quota VARIABILE, esclusivamente dipendente dal numero di componenti del nucleo familiare

Nel calcolo delle due componenti sono stati utilizzati i coefficienti statistici determinati in base alla quantità e qualità media dei rifiuti prodotti per unità di superficie.

Il gettito complessivo della TIA avrebbe dovuto coprire l’intero costo del servizio di raccolta e di smaltimento dei rifiuti, compresi gli oneri accessori (quali le spese di spazzamento delle strade) con una quota variabile fra il 50 e il 100 per cento del costo del servizio dei rifiuti (stabilito con regolamento da ciascun Comune sulla base di criteri indicati nella legge D.P.R. n. 158 del 1999 recante norme per l’elaborazione del metodo normalizzato per definire la tariffa del servizio di gestione del ciclo dei rifiuti urbani).

Con l’articolo 1 comma 639 e seguenti della legge 27 dicembre 2013 n° 147 alla TIA è subentrata la Tares (Tassa sui rifiuti e sui servizi comunali), applicata solo nel 2013 e poi sostituita a decorrere dal 1° gennaio 2014 dall’imposta unica comunale (IUC), che si articola nel 2014 dalla Ta.ri. (Tassa sui rifiuti) a copertura dei costi relativi al servizio di gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti assimilati avviati allo smaltimento, attività svolta in regime di privativa pubblica attualmente in vigore, destinata a finanziare i costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti a carico dell’utilizzatore, in sostituzione della Tares vigente nel 2013, configurando la tassa sui rifiuti (Ta.ri.) come un prelievo forzoso di natura tributaria.

Le modalità di calcolo della Ta.ri. sono state definite con una specifica delibera da parte di ciascun Comune, contestualmente all’approvazione del piano finanziario del servizio di gestione dei rifiuti (vedi Allegato Riferimenti Deliberativi).

A decorrere dal 1° gennaio 2014 a Roma è stata regolata la tassa sui rifiuti con la delibera n°33 dellAssemblea Capitolina del 18 luglio 2014,  (Ta.ri.) a copertura dei costi relativi al servizio di gestione dei rifiuti urbani nel territorio capitolino. Tale regolamento è stato aggiornato nel 2020 per introdurre lo spreco alimentare e ulteriori agevolazioni per la prevenzione della produzione dei rifiuti e per l’incremento della raccolta differenziata.

639. E' istituita l'imposta unica comunale (IUC). Essa si  basa  su
due presupposti impositivi, uno costituito dal possesso di immobili e
collegato  alla  loro   natura   e   valore   e   l'altro   collegato
all'erogazione e alla  fruizione  di  servizi  comunali.  La  IUC  si
compone   dell'imposta   municipale   propria   (IMU),   di    natura
patrimoniale,  dovuta  dal  possessore  di   immobili,   escluse   le
abitazioni principali, e di una componente riferita ai  servizi,  che
si articola nel tributo per i servizi indivisibili (TASI),  a  carico
sia del possessore che dell'utilizzatore dell'immobile, e nella tassa
sui rifiuti (TARI), destinata a finanziare i costi  del  servizio  di
raccolta e smaltimento dei rifiuti, a carico dell'utilizzatore.

2.1 Cos’è la Ta.ri. 

“La Ta.ri. agisce ed è assimilabile ad “un’imposta patrimoniale e rappresenta l’unica forma di prelievo sulla proprietà dell’abitazione di residenza e il suo importo può essere incrementato dagli enti territoriali (a differenza delle aliquote degli altri tributi locali, che sono bloccate) con effetti redistributivi però peculiari poiché la tassa dipende solo dalla dimensione e non dal valore dell’immobile; inoltre il prelievo non discrimina adeguatamente fra famiglie in base alla produzione di rifiuti…. Non sempre chi usufruisce del servizio e anche colui che ne sopporta il costo, l’onere non deve essere esportato al di fuori del perimetro degli utenti; dai costi si deve escludere chi non paga per il servizio ricevuto, il pagamento deve essere visibile in modo che il contribuente possa ricondurlo alle attività svolte dalla società (Banca d’Italia, 2018).

Per individuarne l’importo ogni anno AMA S.p.A. predispone il piano finanziario degli interventi relativi al servizio di gestione dei rifiuti urbani[4] dei romani composto dal:

  • programma degli interventi
  • piano finanziario degli investimenti

con specifica dei beni, delle strutture e dei servizi disponibili, nonché il ricorso eventuale all’utilizzo di beni e strutture di terzi o all’affidamento di servizi a terzi corredato da una relazione nella quale sono indicati i seguenti elementi:

  1. il modello gestionale e organizzativo
  2. i livelli di qualità del servizio ai quali deve essere commisurata la tariffa
  3. la ricognizione degli impianti esistenti, con riferimento all’anno precedente
  4. l’indicazione degli scostamenti che si siano eventualmente verificati e le relative motivazioni
  5. le risorse finanziarie necessarie

Sulla base del piano finanziario si determina l’importo della Ta.Ri. in delibera[5], si fissa la percentuale di crescita annua della tariffa ed i tempi di raggiungimento del pieno grado di copertura dei costi ne determina l’articolazione tariffaria tra tipologia di utenza domestica e non domestica e territoriali (vedi Tavola 1).

In sintesi la determinazione della tassa è idealmente divisa in tre fasi:

  1. Il primo passaggio consiste nell’individuare e classificare i costi complessivi del servizio, suddividendoli tra fissi (ossia relativi alle componenti essenziali, agli investimenti in opere e ai relativi ammortamenti) e variabili (ossia commisurati alla quantità dei rifiuti conferiti, all’entità del servizio erogato e ai costi di gestione).
  2. In una seconda fase i costi fissi e variabili sono ripartiti fra utenze domestiche (residenti e non residenti) e non domestiche.
  3. Infine, si procede a definire la quota fissa e la quota variabile riconducibile a ciascuna categoria di utenza (cosiddetto “metodo normalizzato[6] poi sostituito nel 2020 con il Metodo ARERA”)”.

      2.2  Ta.ri. – PARTE FISSA

L’importo complessivo della Ta.ri. è suddiviso da una parte fissa della categoria delle utenze domestiche privilengiando i nuclei familiari più numerosi e le minori dimensioni dei locali. Questa parte fissa rappresenta la componente principale del prelievo ed è strettamente legata alla dimensione dell’abitazione. Questo elemento attribuisce a tale componente una connotazione patrimoniale, in considerazione del fatto che la ricchezza immobiliare è fortemente correlata con la superficie abitativa. La quota fissa inoltre è determinata in relazione alle componenti essenziali del costo del servizio, riferite in particolare agli investimenti per le opere e dai relativi ammortamenti.

Dal 2010 al 2021 la quota fissa a Roma si è ridotta di 10 punti.In particolare tale quota deve coprire:

  • i costi di spazzamento e lavaggio delle strade;
  • i costi di accertamento, riscossione e contenzioso;
  • i costi generali di gestione;
  • i costi comuni diversi (CCD);
  • tutti gli altri costi;
  • i costi d’uso del capitale.

La Ta.ri. è iniqua perchè non colpisce solo i proprietari e non discrimina fra contribuenti in base alla rendita catastale – che può variare di molto a parità di superficie abitativa – ma unicamente in base alla numerosità del nucleo familiare.

      2.3  Ta.ri. – PARTE VARIABILE

La parte variabile della tariffa è rapportata alla quantità di rifiuti indifferenziati e differenziati specificata per i kg prodotti da ciascuna utenza ed è rapportata alle quantità di rifiuti conferiti, al servizio fornito e all’entità dei costi di gestione, in modo che sia assicurata la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio.

Con la Giunta Raggi la quota variabile si è incrementata di 10 punti in 5 anni (passa da 0,5326 applicata nella Giunta Marino a 0,6331 nella Giunta Raggi) anche perchè la quota di indifferenziato del 65% ha contribuito all’aumento dei costi mentre la quota di raccolta differenziata è cresciuta pochissimo (è rimasta ferma al 45%) rispetto agli obiettivi strategici prefissati con il Patto per Roma (Roma avrebbe dovuto raggiungere il 65% nel 2016) con una perdita notevole dei ricavi da raccolta differenziata (stimati il 21 12 2018 in 35 milioni di euro nella tavola 12 di questo documento).La parte variabile deve coprire:

  • i costi di raccolta e trasporto;
  • costi di trattamento e smaltimento;
  • costi di raccolta differenziata;
  • costi di trattamento e riciclo.

“Anche la parte variabile è rappresentata da un importo crescente per fascia di numerosità del nucleo familiare: essa è inadeguata a cogliere la quantità di servizio effettivamente resa al contribuente, poiché all’interno di ciascuna fascia tutte le famiglie sono trattate allo stesso modo[7]” (Banca d’Italia, 2018).

La Ta.ri. ha quindi un ruolo rilevante per il Comune di Roma poiché fornisce dal 2011 una previsione di gettito costante all’anno che supera i 700 milioni di euro, ed è legata alla dimensione dell’abitazione e a quella del nucleo familiare ma purtroppo non riesce a cogliere ancora la quantità di servizio effettivamente reso ai cittadini.

Nel PEF del 2006 l’importo della tariffa era di appena 428.200.000 quando in pratica l’amministrazione capitolina conferiva i rifiuti nella discarica di Malagrotta. A partire dalla chiusura della discarica il Ministero dell’Ambiente insieme alla Regione Lazio, alla Provincia di Roma, Roma Capitale ed al commissario delegato per il superamento ambientale hanno stipulato il 4 agosto 2012 un protocollo di intesa denominato Patto per Roma.  Per il periodo 2010-2021 incomincia ad avere un ruolo centrale lo sviluppo della raccolta differenziata, definendo sfidanti obiettivi di incremento dei volumi per il periodo 2012-2016 previsti nel Patto per Roma (Tavola 1) infatti l’incremento maggiore si è verificato nel biennio 2010/2011 con la Giunta Alemanno per 78 milioni di euro dove oltre a provvedere alla filiera impiantistica avrebbe dovuto raggiungere il conseguimento della piena efficienza degli impianti di trattamento meccanico-biologico[8].

 Tavola 1 – Tariffa di riferimento Ta.ri. per fasce di utenza e tipologia di quota, valori in milioni di euro e percentuali, anni 2010-2021

 Fonte: Elaborazione Piano finanziario del Servizio di gestione dei rifiuti urbani di Roma Capitale *2020 è stato introdotto Metodo Tariffario per il servizio integrato di gestione dei Rifiuti (MTR) ARERA

Con il passaggio dalla TARES alla Ta.ri. nel biennio 2013/2014 il Sindaco Marino ha incrementato la tariffa per 30 milioni di euro pari al 4% ma è stata equamente distribuita per tipo di utenza e quota dei costi da coprire (fissi e variabili).

A partire dal 2013 l’ammontare complessivo dei costi da coprire con le entrate derivanti dal tributo sui rifiuti e sui servizi TARES per l’anno 2013 è stato pari ad Euro 744.421.909 come riportato in delibera che però per la prima volta si mette anche l’importo che si prevede di incassare per la lotta all’evasione definito “allargamento della base imponibile” stimato in Euro 25.355.057, con questo importo si determina un minor prelievo complessivo a carico degli utenti che diventa di 719.066.851,80 di euro come riportato nell’allegato 2 della delibera del piano finanziario del 2013.

Anche con la Giunta Raggi la Ta.ri. è cresciuta dal 2017 al 2021 di 31 milioni di euro ma non in maniera equa tra le utenze. Il principio comunitario del tipo “chi inquina paga” non è ad oggi del tutto applicato a Roma soprattutto per effetto delle agevolazioni che sterilizzano il principio comunitario.

Giocano quindi un ruolo rilevante le agevolazioni a vantaggio delle utenze che limitano di fatto il principio comunitario del tipo “chi inquina paga”.

Nel 2021 le utenze domestiche grazie alle agevolazioni ricevute sostengono il peso minore della tariffa per l’89,48% del totale rispetto a quelle commerciali che ne sostengono il 110,52% ma che beneficiano di agevolazioni sia recentemente per effetto della pandemia che della minor produzione di rifiuti conferiti.

Il limite massimo di contributo spettante a Roma Capitale per riduzioni/esenzioni Ta.Ri. alle utenze domestiche è stato di 8.300.000 di euro nell’anno 2020. Le agevolazioni Covid-19 concesse  alle utenze non domestiche sono state invece di 11.698.666 di euro.

Riguardo ai tempi ed alle modalità di pagamento Roma ha stabilito le scadenze di pagamento della Ta.Ri. prevedendo almeno due rate a scadenza semestrale. Con l’internalizzazione della riscossione della tariffa le domiciliazioni bancarie per il pagamento della Ta.Ri. sono saltate (leggi interrogazione), mentre l’attività doveva essere impostata in maniera tale che queste dovevano passare per il nodo PAGO PA e continuare a usare le stesse domiciliazioni anche in presenza del nuovo Sistema.

La procedura di riscossione con il nodo PAGO PA non è stata implementata correttamente da parte dell’azienda si legge infatti che (leggi la risposta all’interrogazione) l’impatto che la domiciliazione bancaria comporterà vista la non automaticità della riconciliazione di questi pagamenti…… occorrerà far fronte dal punto di vista organizzativo delle risorse, anche umane, per le attività di riconciliazione manuale che saranno necessarie

3. La tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani per utenze domestiche

La ripartizione tra le categorie di utenza è assicurata attraverso criteri razionali assicurando l’agevolazione per l’utenza domestica (art. 49, comma 10 decreto legislativo 5 febbraio 1997 n°22). Le utenze domestiche ai fini degli occupanti le abitazioni sono ulteriormente suddivise tra residenti e non residenti.

Per le utenze domestiche in ciascuna delibera sono riportati nell’allegato 3 i coefficienti applicati per la graduazione della Tariffa per la gestione dei rifiuti in relazione al numero dei componenti (come da DPR n° 158/99).

Roma Capitale non ha mai riportato il numero utenti per le categorie delle tariffe per le utenze domestiche, mentre soltanto a partire dalla delibera n° 34 del 30 marzo 2018 ha riportato con un apposito allegato 5 le Categorie delle Tariffa – Utenze domestiche al mq e la tariffa anno.

3.1 Evasione Ta.ri. utenze domestiche

“Per combattere l’evasione della tariffa rifiuti il tema principale e importante è intercettare tutti gli utenti rivedendo il processo di gestione dei rifiuti studiando utenza su utenza in loco quindi mappatura delle utenze, mappatura strategica del territorio, e integrazione dei database della Ta.Ri. e del servizio” sosteneva Bagnacani nel mese di ottobre 2017 in commissione capitolina bilancio.

Perchè in pratica tra le utenze domestiche vi sono anche le cosiddette “utenze fantasma” che alimentano i mancati introiti della Ta.ri. stimati in quasi 39 milioni di euro con una possibile evasione totale del tributo. Il numero utenti in realtà è aumentato del 7,8% soltanto nel 2015 con la Giunta Marino e il commissario Tronca dopo le denunce nel 2019 si intravede un incremento del numero utenti con la Giunta Raggi dell’1,8%.

Ma oltre alle utenze fantasma esiste un’altra fonte di evasione della tariffa rifiuti e sono le utenze domestiche non più residenti in una abitazione ma che restano proprietarie, secondo la norma queste sono tenute a pagare la Ta.ri.  sulla base della sola superficie in metri quadri dell’immobile di proprietà. Anche in questo caso si stima una possibile evasione di circa 40 milioni di euro  di tariffa relativa alle utenze domestiche non più residenti in una abitazione.

Con circa 80 milioni di euro in più di Ta.ri. recuperata dalle utenze domestiche si potrebbe garantire alla città di Roma un servizio di raccolta migliore a favore di tutti i cittadini romani e ridurre l’onere a chi la paga onestamente.

Il numero di utenti domestici nel 2021 riportato in delibera è pari a 1.233.144[9] con una superficie di 102 milioni di metri quadri per una tariffa prevista in delibera di 352 milioni di euro a carico delle famiglie romane e alle loro proprietà.

Le utenze fantasma erano circa 221 mila nel 2013 e si riducono a 114 mila nel 2019 (ultimo dato disponibile).

Nella Tavola 2 nell’ultima colonna si può notare la differenza dell’importo riportato in delibera rispetto a quello calcolato con i coefficienti della superficie e le tariffe di riferimento. Colpisce il saldo negativo nel 2014 con la Giunta Marino di 10 milioni di euro (colonna differenza A-B) calcolato in base ai coefficienti posti in delibera utente/superficie.

Tavola 2 – Ripartizione della tassa sui rifiuti per quota fissa e variabile per utenza domestica e non domestica, per numero utenti, superficie in metri quadri di riferimento, valori in euro, anni 2013-2021

 Fonte: Elaborazione Piano finanziario del Servizio di gestione dei rifiuti urbani di Roma Capitale

3.2 Ipotesi di fondi occulti Ta.ri. utenze domestiche

Oltre al fenomeno della lotta all’evasione altra criticità rilevata in fase di analisi dei dati disponibili è stato l’accertamento di un maggior importo prelevato dalla Società AMA S.p.A. attraverso la bollettazione in base agli importi delle utenze domestiche riportati in delibera e quelle che invece scaturiscono dal calcolo effettivo del numero utenti per la superficie e le tariffe di riferimento (confronta tavola 2 colonna Ta.Ri. delibera (B) con colonna TARI calcolo Utente/Superficie (A)). Non sempre l’importo del deliberato ha una corrispondenza univoca a quello calcolato con i coefficienti riportati in delibera. Questa differenza dovrebbe essere pari a zero e invece gli importo superiori che risultano possono rappresentare un rischio di fondi neri.  Infatti si è  ipotizzato il fenomeno di fondi occulti denunciato tempestivamente nel giugno 2019 alle autorità competenti Procura e Corte dei Conti con un apposito esposto sulla TARI.

Soltanto nel piano finanziario del 2016 e nel triennio 2019-2021  gli importi coincidono perfettamente tra quelli posti in delibera e quelli che scaturiscono dal calcolo dei coefficienti relativi alla quota fissa e variabile per tipo di nucleo, tariffa corrispondente e superficie in metri quadrati.

Nella Tavola 3 è riportato il calcolo della tariffa per le utenze domestiche per ciascun componente il nucleo familiare per la rispettiva superficie in metri quadri e la tariffa di riferimento.

Tavola 3 – Ripartizione della tassa sui rifiuti per utenza domestica per numero utenti per nucleo familiare, superficie in metri quadri di riferimento e tariffa in mq, valori in euro, anni 2013-2021

Fonte: Elaborazione dati delibera del Piano finanziario del Servizio di gestione dei rifiuti urbani di Roma Capitale e Determinazione delle misure della Tassa sui Rifiuti (Ta.Ri.)

4. La tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani per utenze non domestiche

Per le utenze non domestiche in ciascuna delibera sono riportati i coefficienti definiti dal DPR 158/99 per l’attribuzione della parte fissa e della parte variabile per la determinazione della tariffa per la gestione dei rifiuti di ciascuna categoria (al netto del tributo provinciale) e per descrizione delle tipologie delle categorie commerciali.

Per le utenze non domestiche (comunità, attività commerciali, industriali, professionali e per le attività produttive in genere) la parte fissa della tariffa è attribuita alla singola utenza sulla base di un coefficiente relativo alla potenziale produzione di rifiuti connessa alla tipologia di attività per unità di superficie assoggettabile a tariffa (e determinato dal comune); per la parte variabile della tariffa è applicato un coefficiente di riduzione da determinarsi dall’ente locale, proporzionale alle quantità di rifiuti assimilati che il produttore dimostri di aver avviato a recupero mediante attestazione rilasciata dal soggetto che effettua l’attività di recupero dei rifiuti stessi.

La quota Ta.Ri. delle utenze non domestiche si riduce con la Giunta Raggi a partire dal 2019 (da 1,1382 del 2018 a 1,1052 del 2019).

4.1 Evasione Ta.ri. utenze non domestiche

Per le utenze non domestiche una possibile fonte di evasione  è legata alla cancellazione delle partite iva e alla attivazione delle nuove non tempestivamente assegnate alla società che ne cura la riscossione.

L’aggiornamento delle banche dati e il completamento delle attività di bonifica del database utenze Ta.Ri. (progetto Libro Bianco) avrebbero potuto migliorare gli incassi e rappresentare un azione fondamentale per combattere l’evasione e aggiornare le utenze produttive soggette alla Ta.ri..

Ad esempio con il censimento dell’Istat (Istat, censimento 2011) si è rilevato che gli esercizi commerciali censiti a Roma nel 2011 sono stati quasi 138 mila unità  di cui il 53% erano esercizi di tipo commerciale in sede fissa ed il 22% di tipo artigianato; i pubblici esercizi (somministrazione di alimenti e bevande) sono risultati censiti per più di 15.000 unità sul territorio capitolino. Gli acconciatori ed estetisti erano soltanto il 6% degli esercizi commerciali. Le farmacie private (non comunali) erano circa 500 in tutta Roma, mentre quelle comunali erano soltanto 45 gestite dall’Azienda Farmasociosanitaria Capitolina – Farmacap, azienda speciale appositamente costituita con DCC 5/1997. Gli esercizi ricettivi erano quasi 10 mila unità (Istat, censimento 2011).

La Società AMA S.p.A. a distanza di due anni dal censimento dell’Istat ne ha catturato soltanto 99 mila utenze, un numero inferiore a quello censito nel 2011 in 140 mila unità, AMA raggiunge appena le 124 mila utenze soltanto a partire dal 2019 a seguito delle attività di contrasto all’evasione e alla esternalizzazione del servizio di raccolta delle UND.

Il monitoraggio dei flussi di cassa dell’entrata e le informazioni puntuali di supporto a contrastare la morosità e l’evasione ed elusione fiscale possono rappresentare la principale governance di lotta all’evasione per chi gestisce direttamente la Ta.ri., è necessario quindi utilizzare tutte le informazioni puntuali disponibili con particolare riferimento all’integrazione delle basi dati dei contribuenti e delle utenze e delle dinamiche della stessa (iscrizione, cessazione etc.).

La raccolta differenziata su tutto il territorio capitolino avrebbe potuto favorire la rilevazione puntuale delle utenze ma è cresciuta pochissimo ed è rimasta ferma al 45%.

A seguito nel 2018 della gara di appalto da 151 milioni di euro per l’affidamento del servizio di raccolta rifiuti di utenze non domestiche, trasporto e conferimento a impianti o aree di trasferenza, suddiviso in 16 lotti territoriali) il numero di esercizi passano da 20 mila servite ad oltre 85mila, con un incremento del 315%. Stesso l’azienda ha comunicato che con la gara esternalizzata per la raccolta differenziata delle utenze commerciali si è avuto un incremento delle UND. Ma dai dati ricevuti dal dipartimento risorse economiche l’incremento delle utenze non domestiche dichiarate da AMA non risultano nei dati comunicati da AMA in conferenza stampa.

Tavola 4 – Ripartizione della tassa sui rifiuti per fasce di utenze non domestiche per numero utenti, superficie in metri quadri di riferimento, valori in euro, anni 2013-2021

 Fonte: Elaborazione dati Dipartimento Risorse economiche, delibera del Piano finanziario del Servizio di gestione dei rifiuti urbani di Roma Capitale e Determinazione delle misure della Tassa sui Rifiuti (Ta.Ri.)

4.2 Ipotesi di fondi occulti Ta.ri. utenze non domestiche

Anche per le utenze non domestiche nell’ultima colonna della Tavola 4 si evidenzia la differenza (colonna differenza A-B) di un maggior importo riscosso da AMA in base ai coefficienti determinati nei vari allegati 4 e 6 della delibera; le cifre scaturiscono dal calcolo del numero utenti per la superficie confrontato con l’importo totale della Tariffa utenze non domestiche riportato in delibera (colonna TARI delibera B), la differenza quasi si annulla nel 2019 e nel 2021. Resta il fatto che la differenza dovrebbe essere pari a zero Infatti anche per le UND si è ipotizzato il fenomeno di fondi occulti denunciato nel giugno 2019 alla Procura e alla Corte dei Conti con un esposto sulla TARI.

La Società AMA S.p.A.  avrebbe dovuto accertare le posizioni di evasione totale attraverso incroci mirati tra i dati del tributo ed altre banche dati quali archivi delle utenze elettricità, acqua e gas, archivi della Camera di Commercio, archivi dell’anagrafe demografica di Roma Capitale oppure recentemente con l’anagrafe nazionale della popolazione residente (ANPR) e con l’archivio del catasto (piano di progetto e piano attività di recupero dell’evasione ed elusione formulato anche sulla base degli indirizzi espressi dal dipartimento risorse economiche).

Le parziali informazioni sulle utenze non domestiche diffuse da AMA [10] che derivano da motivazioni diverse (banche dati non allineate tra loro come la Camera di Commercio e Aequa Roma etc.) nonché l’onerosità dei sopralluoghi diretti per la verifica di situazioni incerte non ha favorito negli anni la lotta all’evasione della Ta.ri. per le utenze non domestiche, a danno di tutte quelle imprese che invece corrispondono regolarmente la tariffa rifiuti all’azienda.

In definitiva soltanto attraverso l’analisi degli incassi effettivi riscossi dalla società e riportati in bilancio si potrebbe capire l’entità della differenza tra il previsionale e il riscosso.

Tavola 5 – Ripartizione della tassa sui rifiuti per utenze non domestiche, numerosità, superficie al metro quadro e tariffa di riferimento anni 2013-2021

  Fonte: Elaborazione dati delibera del Piano finanziario del Servizio di gestione dei rifiuti urbani di Roma Capitale

5. La tariffa Ta.Ri. “pagata” dalle scuole

Un caso particolare che ha meritato uno specifico approfondimento (leggi PEC) è stata invece la tariffa rifiuti pagata (per così dire) dalle scuole nell’ambito delle utenze non domestiche classificate in una specifica categoria commerciale 27 “Scuole”, dove si legge in delibera che l’importo è scorporato dalla categoria 2 ai soli fini dell’applicazione dell’agevolazione prevista dal decreto-legge 248 del 31.12.2007.

Il DL 248/2007 all’art. 33-bis (Servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti nei confronti delle istituzioni scolastiche) cita che  “a decorrere dall’anno 2008, il Ministero della pubblica istruzione provvede a corrispondere direttamente ai comuni la somma concordata in sede di Conferenza Stato-città ed autonomie locali nelle sedute del 22 marzo 2001 e del 6 settembre 2001, valutata in euro 38,734 milioni, quale importo forfettario complessivo per lo svolgimento, nei confronti delle istituzioni scolastiche statali, del servizio di raccolta, recupero e smaltimento dei rifiuti solidi urbani di cui all’articolo 238 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152. I criteri e le modalità di corresponsione delle somme dovute ai singoli comuni, in proporzione alla consistenza della popolazione scolastica, sono concordati nell’ambito della predetta Conferenza. Al relativo onere si provvede nell’ambito della dotazione finanziaria del Fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche, di cui all’articolo 1, comma 601, della legge 27 dicembre 2006, n. 296. A decorrere dal medesimo anno 2008, le istituzioni scolastiche statali non sono più tenute a corrispondere ai comuni il corrispettivo del servizio di cui al citato articolo 238 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152”. Il Ministero della pubblica istruzione provvede inoltre al monitoraggio degli oneri della Ta.Ri..

A partire dall’anno 2008 per le scuole statali il MIUR, ogni anno, sul proprio sito istituzionale, entro il mese di dicembre, pubblica il prospetto degli importi corrisposti ai Comuni per il pagamento di una quota parte della tassa per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti dovuti dalle istituzioni scolastiche e un’altra parte è relativa alle agevolazioni scuole private se previste da regolamenti comunali.

Le scuole statali in pratica non pagano la Ta.Ri., una parte è corrisposta dal MIUR secondo la cifra pattuita in Conferenza – Stato-Città e la parte rimanente in eccedenza è a carico dei Comuni, in particolare Roma Capitale la fa gravare sul bilancio di previsione, in uno specifico centro di costo, intervento e voce economica. La differenza di costo relativo alla gestione dei rifiuti delle istituzioni scolastiche deve essere coperta con la tariffa rifiuti. L’importo della Ta.Ri. relativo alle scuole è stato di 14 milioni di euro nel 2014 e scende a 10 milioni di euro nel 2019.

A partire dal 2020 la Giunta Raggi ha deciso di includere l’importo della tariffa scuola  nella categoria 2 Musei con una perdita di informazione importante, una scelta politica che impedisce di monitorare la cifra effettiva della Ta.Ri. che deve essere sostenuta da tutti i romani per i rifiuti conferiti dalle scuole. Le stesse scuole non sempre sono informate delle risorse messe a disposizione per la gestione dei rifiuti conferiti.

Il costo di 14 milioni di euro, relativo alla gestione dei rifiuti delle istituzioni scolastiche pubbliche e private, va sottratto, secondo la normativa vigente, dal costo che deve essere coperto con il tributo comunale sui rifiuti.

AMA ha quindi inserito nell’importo della categoria 2 musei, biblioteche anche l’importo pagato per le scuole e infatti la cifra di questa categoria 2 passa nel 2020 da 17 a 28 milioni di euro come evidenziato nella figura seguente.

ll Dipartimento delle finanze del MEF, sia nelle Linee guida alla redazione del regolamento sia in quelle relative al Piano finanziario indica di sottrarre dai costi da finanziare con la Ta.Ri. l’importo ricevuto, portandolo in deduzione dai costi comuni diversi (CCD).

Risulta interessante riportare la proposta di delibera n°1 variazione al bilancio 20192021 dove a pag. 25 è stato inserito a fondo passività potenziali come accantonamento a fondo contenzioso 11,6 milioni di euro per certificazione AMA in cui risulterebbero maggiori spese per le agevolazioni Ta.Ri. a favore degli istituti scolastici statali e non statali (anche se questultimi NON VANNO INCLUSI in quanto nelle scuole private sono applicate altre agevolazioni come da specifico articolo 19 comma 6 del regolamento.

Si riporta con un esempio il prospetto del MIUR dove Roma Capitale nel 2013 ha ricevuto 1.512.560,96 di euro in entrata del bilancio del comune di Roma Capitale.

Ama invece nel 2013  in delibera per l’approvazione del piano finanziario ne ha determinati per le scuole superficie e tariffa 14 milioni di euro da pagare, quindi la differenza di 12,6 milioni di euro  è la quota che andrebbe inclusa nella categoria 2 delle UND e finanziato nel piano finanziario tra i costi comuni diversi. Il contenzioso tra Ama e il Comune di 11,6 milioni di euro potrebbe essere legato proprio a questo diverso trattamento contabile della tariffa delle scuole emerso nello  specifico approfondimento inviato con PEC alle strutture competenti.

6. L’indebitamento di AMA S.p.A. il processo di internalizzazione delle attività di riscossione della Ta.Ri., i crediti inesigibili e i costi comuni diversi (CCD)

Roma ha gestito direttamente la Tassa sui rifiuti solidi urbani – TARSU fino al 31 dicembre 2002. Con l’adozione dal 1° gennaio 2003 della tariffa di igiene ambientale TIA si è passati da una entrata di natura tributaria ad una di natura corrispettiva affidata ad AMA S.p.A. con l’intero ciclo di gestione della tariffa, nomina del funzionario responsabile, gestione della banca dati, rapporti con l’utenza attività di bollettazione, accertamento e recupero dell’evasione, riscossione, contenzioso.

Con il piano economico finanziario (PEF) 2015-2029 Roma Capitale, sulla base della vigente normativa in materia di affidamento in house dei servizi pubblici locali (approvato dall’Assemblea Capitolina in data 25-26 settembre 2015 con delibera n°52 e n°53), ha affidato il servizio di gestione dei rifiuti urbani e di igiene urbana ad AMA S.p.A. per 15 anni, sugli assunti del budget del 2017, sui valori del piano finanziario tariffa approvato dal commissario sui flussi di cassa della delibera n° 58 del 6 marzo 2015 attesi e sull’incasso di crediti verso l’azionista garantiti dalla liquidazione dei corrispettivi previsti in contratto con cadenza mensile tra Roma Capitale ed AMA S.p.A. per la gestione dei rifiuti e i servizi di igiene urbana.

6.1 L’indebitamento di AMA S.p.A.

L’equilibrio finanziario di AMA dipendeva in maniera determinante dall’incasso dei crediti vantati nei confronti di Roma Capitale e dal suo sostegno finanziario. L’indebitamento verso le banche di circa 500 milioni di euro come già detto era particolarmente articolato e di origine storica al punto che nel 2017 il Presidente Bagnacani in commissione capitolina bilancio ha sottolineato la necessità di una due diligence per capire la genesi e l’evoluzione del debito di AMA S.p.A..

Nella delibera di Giunta del 2 marzo 2021 si legge che “…A seguito della intensa ed estesa attività di due diligence volta a ricostruire le cause originarie della crisi patrimoniale e finanziaria (nota prot. AMA 27951.U del 28 maggio 2020 e nota prot. AMA 40611.U del 28 luglio 2020) ha fatto emergere le cause legate “alla scelta “strategica” di Roma a fine 2002 di affidare ad AMA la gestione della Ta.Ri., seppure in presenza di un trend storico di incassi della pregressa TARSU dell’ordine del 55-60%. All’epoca, AMA non era adeguatamente strutturata in termini di know how necessario e di risorse umane e tecniche occorrenti per la gestione di una “entrata” destinata ex lege a coprire integralmente i costi del servizio (ex art. 49 D.lgs. 22/1997 cosiddetto Decreto Ronchi). Le medesime difficoltà di incasso sono poi state riscontrate anche da AMA, che negli anni successivi non è riuscita a porvi rimedio. Questo ha indotto la società da una parte a far ricorso al progressivo indebitamento bancario e dall’altra a rilevare perdite su crediti registrate a settembre 2008, nella relazione degli amministratori sulla situazione patrimoniale ex art. 2446 cod. civ., a cui è seguita la prima ricapitalizzazione della Società.

La situazione di crisi finanziaria di AMA e la conseguente necessità di incrementare il ricorso all’indebitamento bancario, ha avuto una lunga e complessa genesi frutto di scelte strategiche fatte in passato.

Dall’analisi del debito di AMA si apprende che “il 23 dicembre 2009 AMA ha ristrutturato il proprio debito verso il sistema bancario sottoscrivendo un contratto di finanziamento con un Pool di otto banche tra cui Banca Nazionale del Lavoro S.p.A. in qualità di soggetto Mandatario e Banca Popolare di Sondrio in qualità di Banca Tesoriera. Determinante è stato il sostegno dell’Azionista (Roma Capitale), che ha rilasciato una lettera di patronage a garanzia degli impegni contrattuali della Società.

A fondamento del contratto di finanziamento è stato redatto un Piano di ristrutturazione aziendale, con orizzonte temporale pari alla durata del finanziamento (2009-2021) che prevedeva:

  • a) aumento di capitale per cassa (180 milioni di euro entro il 2010);
  • b) proventi da valorizzazione asset immobiliari (150 milioni entro il 2011 con ipotesi di plusvalenza di euro 50 milioni);
  • c) miglioramenti degli incassi attraverso il completamento delle attività di bonifica del database utenze Ta.Ri. (progetto Libro Bianco) e il miglioramento dei risultati delle attività di recupero evasione;
  • d) crescita della Tariffa Rifiuti del 2,1% medio nel periodo 2009-2021;
  • e) riduzione definitiva dei crediti pregressi per euro 515 milioni, di cui euro 202 milioni da incassare nei prossimi anni ed euro 313 milioni da svalutare.

Il finanziamento, pari a euro 647,75 milioni, è stato articolato sulle seguenti tre linee:

  • la Linea A: che ha rimodulato a lungo termine le esposizioni in essere a breve termine per un importo di euro 372,48 milioni, da rimborsare in rate semestrali fino alla scadenza del finanziamento prevista per il 31 dicembre 2021, con il versamento di una rata finale aggiornata di euro 110,8 milioni;
  • la Linea B: destinata a coprire le esigenze connesse alla gestione caratteristica fino ad un massimo di euro 263,27 milioni soggetta a rinnovo annuale e revocata a novembre 2019;
  • la Linea C: da utilizzare per elasticità di cassa, volta a coprire temporanei squilibri di tesoreria, fino ad un massimo di euro 12 milioni, soggetta a rinnovo annuale e revocata a novembre 2019.

Nel contratto di finanziamento era prevista la sottoscrizione da parte di AMA di un contratto derivato a valere sul tasso di interesse sulla Linea A.

AMA, pertanto, ha sottoscritto quattro contratti derivati in data 23 settembre 2010 con la Giunta Alemanno, relativo al contratto derivato sottoscritto per euro 150 milioni con BNL; contratto derivato sottoscritto per euro 47 milioni con Banca Monte dei Paschi di Siena; contratto derivato sottoscritto per euro 75,5 milioni con Unicredit; e infine con Banca Popolare di Sondrio relativo al contratto derivato sottoscritto per euro 100 milioni.

Le somme finanziate sono state garantite da Roma Capitale: attraverso le Lettere di Patronage del Comune (Sindaco Alemanno 23 dicembre 2009; 16 maggio 2012; 14 maggio 2013); dall’accettazione del Pegno su crediti vantati da AMA (23 dicembre 2009; 16 maggio 2012).

In sintesi non si riscuoteva la tariffa da chi doveva versarla, non si combatteva l’evasione o elusione del tributo e per sopravvivere l’azienda faceva ricorso all’indebitamento bancario a breve termine. Questa incapacità gestionale è stata strettamente connessa all’affidamento ad AMA della gestione della Ta.Ri. dal 2003″ (come riporta la delibera di Giunta del 2 marzo 2021).

Nel bilancio di AMA S.p.A. si legge che è riportata l’analisi del recupero crediti per la tariffa fatta sullo scaduto e segmentazione di tutti i crediti costituenti il monte crediti Ta.ri. mentre lo studio e la predisposizione della base dati insoluti delle utenze non domestiche sono fatti sulla base di affidamento di efficientamento/abbattimento del monte crediti, resta il fatto che nel bilancio dell’azienda non si capisce l’ammontare effettivo dei crediti portati in perdita. In bilancio è riportato che i crediti della tassa sui rifiuti sono aumentati per adeguamento tariffario, o nel caso delle fatture da emettere per le utenze bloccate, o in corso di accertamento e per recupero evasione. L’AMA in bilancio specifica che ha proceduto, nel rispetto della normativa vigente, ad applicare le sanzioni a ruolo ed interessi.

Nel bilancio del 2005 si legge che è concluso il periodo sperimentale di applicazione della tariffa rifiuti che il Comune di Roma ha affidato ad AMA. La convenzione è stata approvata nel 2006. Le fatture da emettere sono state composte in parte dal conguaglio della tariffa (delibera del consiglio comunale n°56 del 27 marzo 2007) sia per posizioni di utenze in corso di accertamento che per utenze da recupero evasione.

Nel bilancio del 2006 in particolare si legge che l’incasso effettivo Ta.ri. è stato di 320 milioni di euro, nel bilancio del 2007 aumenta a 456 milioni di euro (+43%). I ricavi da tariffa nel 2006 sono stati di 472 milioni di euro e nel 2007 si incrementano di 13 milioni di euro raggiungendo la cifra di 485,7 milioni di euro.

Nel bilancio del 2007 si legge che con la legge per il recupero crediti le fatture emesse (31 milioni di euro) e da emettere (50 milioni di euro) e le sanzioni e gli interessi si incrementano notevolmente per inadempienza dell’utente [11]. Il fondo svalutazione crediti nel 2007 è di 73 milioni di euro per effetto di accantonamento e utilizzo e si incrementa di altri 19,2 milioni di euro.

A partire dal bilancio del 2008 si legge che è stata attuata una ricognizione dei crediti verso il Comune di Roma sorti nel periodo post gestione commissariale. Roma per effetto del piano di rientro ha quantificato l’ammontare dei crediti alla data del 28 aprile 2008 di AMA S.p.A. nei confronti dell’Amministrazione Capitolina al netto del fondo svalutazioni crediti.

6.2 I crediti inesigibili e il Fondo svalutazione crediti Ta.ri.

Roma Capitale stabilisce annualmente, sulla base dell’attestazione dei crediti inesigibili, e prima dell’approvazione del Piano Finanziario Tariffa, le modalità con le quali AMA dovrà inserire nel Piano medesimo, tra le componenti di costo, l’importo dei crediti di presumibile inesigibilità nonché le partite creditorie inesigibili (legge 27 dicembre 2013, n. 147).

Le partite creditorie inesigibili dalla Ta.Ri., così come previsto nella relazione contenente l’attestazione dell’ammontare dei crediti Ta.Ri. di presumibile inesigibilità, entro il 30 settembre di ciascun anno dovevano essere distinti per singola annualità di imposta, si dovevano indicare anche gli elementi certi e precisi dai quali scaturiscono l’inesigibilità, sia la natura dei crediti inesigibili, sia le attività messe in atto per le azioni di recupero dei crediti e sia l’ammontare a consuntivo dei crediti considerati definitivamente inesigibili.

Come è possibile che AMA aveva crediti non coperti dal fondo svalutazione e non recuperati nei piani finanziar? Se ogni anno bisognava attestare crediti inesigibili prima dell’approvazione del piano finanziario per inserire nei costi l’importo dei crediti di presumibile inesigibilità nonché le partite creditorie inesigibili  come prevedeva la legge 27 dicembre 2013, n. 147?

Si è scoperto che per effetto della intervenuta inesigibilità del credito iscritto nel periodo 2003-2009 la società ha dichiarato il 21 settembre 2020 crediti inesigibili non coperti dal fondo svalutazione e non recuperati nei piani finanziari pregressi per 102 milioni di euro, ribaltando nei piani finanziari a partire dal 2020 le relative quote (per Euro 36,5 milioni nel corso del 2020 che risultano già incassati, per Euro 36,5 milioni nel corso del 2021, Euro 15 milioni nel corso del 2022 ed Euro 14,3 nel corso del 2023). Detto importo è stato inserito tra le componenti di costo dei Piani Finanziari Tariffa (PFT) 2020-2021-2022-2023; l’amministratore unico di AMA S.p.A. , inoltre, rappresenta che il saldo della voce “Crediti verso impresa controllante” include euro 102 milioni ascrivibili alla dichiarata inesigibilità dei crediti Ta.Ri. 2003-2009 vantati nei confronti degli utenti. In pratica i cittadini romani con la tariffa del 2020-2021-2022 e 2023 pagheranno i crediti inesigibili che l’azienda non ha incassato negli anni d’imposta 2003-2009 e neanche li ha riportati nel fondo svalutazione crediti.

Quindi la soluzione prospettata dalla Giunta Raggi e avallata dall’Assemblea Capitolina è stata quella di far pagare a tutti i cittadini romani il debito che Ama ha accumulato nel tempo sui “Crediti verso impresa controllante”  Ta.Ri. per fatture emesse e che nessuno negli anni si è preoccupato di riscuotere.

Ma nei bilanci di AMA il fondo svalutazione crediti Ta.ri. aumenta negli anni per effetto dell’accantonamento su crediti verso clienti Ta.ri.  (la riduzione è dovuta per la radiazione dei crediti ritenuti inesigibili e per la svalutazione dei crediti verso Roma Capitale).

Nel grafico 1 è evidente come il 2009 è stato l’anno in cui le fatture emesse, di 727 milioni di euro, sono superiori al valore della tariffa di riferimento per effetto della ricognizione dei crediti.

Grafico 1 – Valore dello stock dei crediti Ta.ri.  per fatture emesse e da emettere, sanzioni e interessi e fondo svalutazione crediti. Anni 2006-2020

Fonte: Bilancio AMA vari anni

A partire dal 2011 il passaggio in capo al comune di Roma della titolarità della tariffa e il relativo credito ha determinato una significativa variazione in diminuzione dei crediti verso clienti Ta.ri.. La radiazione dei crediti inesigili è stata effettuata anche per irreperibilità certificata dell’utenza. La radiazione è stata coperta in parte dal fondo svalutazione crediti e in parte gravata nel conto economico attraverso i “costi comuni diversi“.

In pratica le giunte precedenti del più svariato colore politico, invece di perseguire una efficace lotta all’evasione ed elusione della Ta.ri., per evitare di gonfiare sempre di più i costi (CCD) e quindi l’aumento della tariffa (che ricordo è la più alta d’Italia) e allargare la base imponibile e recuperare risorse preziose per l’azienda, procedevano al rinnovo dell’indebitamento e ci si esponeva al ricatto delle banche.

“Nel marzo del 2012 con la Giunta Alemanno le banche finanziatrici concedono il rinnovo delle linee di finanziamento a breve (cd Linea B e Linea C) e formalizzano la necessità di sottoscrivere, entro il 31 marzo 2012, una modifica contrattuale, poi sottoscritta nei tempi previsti, principalmente tesa a sostituire le garanzie rilasciate mediante conferimento in natura del complesso immobiliare “Centro Carni” per euro 116 milioni e del restante 15% per euro 3,2 milioni della partecipazione in Roma Multiservizi S.p.A. a supporto delle somme finanziate e a rettificare alcuni impegni previsti a carico di AMA, in conseguenza sia del mutato contesto normativo in materia di Ta.Ri., sia di cambiamenti di modalità operative nonché di obblighi discendenti dal contratto di finanziamento” (per approfondimenti leggi la delibera di Giunta del 2 marzo 2021).

Gli esercizi 2012, 2013, 2014 e 2015 sono stati caratterizzati dal decremento sia dell’indebitamento finanziario e commerciale, sia dei crediti verso clienti per effetto, rispettivamente, dell’incremento degli incassi e delle azioni di bonifica del database Ta.Ri..

Dal bilancio del 2015 si legge che il numero di pagamenti della Ta.ri. effettuati dai contribuenti attraverso i modelli F24 aumentano sempre di più, il gettito viene riversato dall’Agenzia delle Entrate direttamente a Roma Capitale senza rendicontazione da parte di AMA.

Infine, anche nel corso del 2016 è proseguito il processo di riduzione dei crediti verso l’utenza Ta.Ri. e la contestuale riduzione dei debiti bancari a medio-lungo termine.

“La dipendenza fondamentale dagli istituti di finanziamento si è plasticamente concretizzata nell’agosto del 2018 quando, a fronte del procrastinarsi dell’approvazione del bilancio 2017 e della mancata sottoscrizione dell’atto di pegno da parte di Roma Capitale, il pool di banche non ha reso più utilizzabile le linee a breve (cosiddette B e C). Il mancato accesso alle linee di credito ha impedito all’Azienda il riversamento della Ta.Ri. accumulando un debito fino a  circa 250 milioni euro. Nei bilanci relativi agli esercizi dal 2013 al 2016 non vi sarebbe alcuna indicazione di quanto riscosso da AMA S.p.A. a titolo di tariffa rifiuti riversato nel conto di Roma Capitale, e dell’ammontare residuo al 31 dicembre di ogni anno. La procura di Roma indaga per reato di false comunicazioni sociali di cui all’art. 2621 c.c. ai fini del servizio di accertamento e riscossione della tariffa rifiuti e distrazione di fondi provenienti dalla riscossione della tariffa, per € 250.000.000, volta all’estinzione di obbligazioni finanziarie contratte verso il sistema bancario.

Fino all’anno 2016 il credito derivante dal contratto di servizio di igiene urbana veniva regolato tramite compensazione con gli incassi Ta.Ri.; dall’anno 2017 la regolazione avviene tramite pagamento di Roma Capitale che, dal 2018, avviene con regolarità mensile, contribuendo alla riduzione dell’indebitamento bancario” (per approfondimenti leggi la delibera di Giunta del 2 marzo 2021).

Nel primo progetto di bilancio del 2017 il credito Ta.Ri., al lordo delle svalutazioni, era di oltre 247 milioni di euro.  Un’enormità di cui il Comune non si è preoccupato in passato di riscuotere. Rilevando preliminarmente che l’ammontare totale dei vari fondi di svalutazione crediti (cioè i crediti che AMA ritiene di difficile recupero) ammontavano nel 2017 a quasi 153 milioni di euro per evasione Ta.Ri..

Nei vari bilanci di AMA non sono riportati distintamente i crediti risultati inesigibili relativi ai mancati introiti da incasso tariffa quindi non è possibile evidenziare l’importo effettivo delle perdite accumulate a consuntivo derivanti dai crediti risultati inesigibili per tipologia di utenza, bisogna evidenziare che dalla nota integrativa al bilancio non si capisce neanche l’ammontare dei crediti portati in perdita, in quanto il dato complessivo fa riferimento sia agli incassi che alle perdite.

Alla voce Fondo svalutazione crediti Ta.Ri. (totale 153 milioni di euro nel 2017) ci viene data contezza dei crediti azzerati perché ritenuti inesigibili: soltanto nel 2015 si hanno 77 milioni per tributi Ta.Ri.. Nel 5° progetto di bilancio dell’esercizio del 2017 la cifra del fondo scende a 21 milioni di euro con una differenza dopo 5 progetti di bilancio di 132 milioni di euro. Si modifica quindi anche la modalità di iscrizione in bilancio del Fondo svalutazione crediti Ta.Ri..

A seguito della 5° versione del progetto di bilancio di esercizio di AMA del 2017 i crediti Ta.Ri. per fatture emesse sono passati “magicamente” da 247 milioni ad appena 5 milioni di euro. Quindi cosa è successo? Si legge nella delibera di Giunta che si modifica in pratica la modalità di iscrizione in bilancio della Ta.Ri., nulla di più.

Con una puntuale e accurata attività di “due diligence” che ha visto coinvolto il Socio Roma Capitale e che è culminata con la mancata approvazione dei primi tre progetti di bilancio 2017, necessitata da una più attenta attività di riconciliazione delle partite creditorie con Roma Capitale, nonché dalla modifica della modalità di iscrizione in bilancio della Ta.Ri..

L’attività di “due diligence” ha comportato una profonda revisione del quinto progetto di Bilancio 2017 dal quale è emerso che AMA ha registrato una perdita di Euro 227,0 milioni riducendo il patrimonio netto al valore di Euro 60,2 milioni, circostanza che fa ricadere AMA nella fattispecie prevista dall’art. 2446 del c.c..

Il collegio sindacale in ogni relazione (quella degli organi di revisione amministrativa e contabile al bilancio di esercizio) per i profili di propria competenza ha richiamato l’attenzione dell’azionista sui crediti verso clienti Ta.Ri. chiedendo, di valutare il progetto di bilancio, di porre attenzione e monitorare l’andamento degli incassi dei crediti Ta.Ri. (concetto ripetuto in eguale misura ma con dati diversi senza circostanziare mai nel merito) ma non rileva motivi ostativi all’approvazione della proposta di bilancio di esercizio formulato dall’organo di revisione. Già nel 2016 in particolare il collegio sindacale ha segnalato l’assenza di un sistema di controllo interno, il mancato adeguamento della società alla normativa sulla trasparenza, l’assenza di presidi ai fini della normativa anticorruzione. Ma oltre a segnalare quali erano le azioni conseguenziali di questi organi di controllo?

La società di revisione Ernst & Young S.p.A. ha svolto nel 2016 l’attività di certificazione della migrazione dei dati dal sistema contabile formula diapason di AMA Si S.p.A. verso il sistema SAP di AMA S.p.A. (determina AMA n°170/2016). Nella Relazione della Ernst & Young veniva altresì richiamata, fra l’altro, l’attenzione sul paragrafo “Continuità aziendale” che descriveva la situazione di vulnerabilità finanziaria dell’azienda riportando che “l’equilibrio finanziario di AMA dipendesse in maniera determinante dall’incasso dei crediti vantati nei confronti di Roma Capitale (euro 642 milioni al 31 dicembre 2017 – a suo tempo – ancora in corso di riconciliazione con l’azionista di riferimento) e dal suo sostegno finanziario e come tali elementi fossero alla base del presupposto della continuità aziendale della società”.

La società Æqua Roma S.p.A. con il contratto di servizio avrebbe dovuto svolgere il recupero dell’evasione tributaria ed extra-tributaria e dare supporto alle attività di controllo e recupero evasione ed elusione della TARSU/Ta.Ri.. La gestione della tariffa TARI è stata completamente internalizzata da Roma Capitale con Delibera di Giunta Capitolina n. 42 del 15 marzo 2018 e, in coerenza con gli indirizzi espressi in quella determinazione, il Contratto citato affida ad Æqua Roma S.p.A., come società in house soggetta a controllo analogo, la ricerca dell’evasione, totale e parziale, della TARI nel territorio amministrato da Roma Capitale e la conseguente gestione del processo di recupero delle relative entrate in termini di contrasto ai fenomeni di omessa o
infedele dichiarazione della TARI, attraverso il confronto fra tutte le informazioni disponibili con conseguente emissione di avvisi di accertamento ed ogni altro atto (questionari, inviti al ravvedimento operoso, etc.) previsti dalla vigente normativa, l’assistenza ai contribuenti, il monitoraggio dei pagamenti, la proposta di rettifica degli atti inviati. 

6.3 Il processo di internalizzazione delle attività di riscossione della Ta.ri.

L’internalizzazione delle attività di riscossione della tariffa rifiuti è stato un processo lungo e ad ostacoli. Il pool di banche erano le prime interessate ad ostacolare il percorso perchè l’ammontare del riscosso Ta.Ri. garantiva loro le linee di credito. Ad AMA S.p.A. con l’accesso garantito alle linee di credito gli veniva garantito la liquidità della Ta.Ri. a prescindere se veniva poi effettivamente riscosso o meno anche se “l’equilibrio finanziario di AMA dipendesse in maniera determinante dall’incasso dei crediti vantati nei confronti di Roma Capitale” e quindi nessuno si preoccupava che poi un giorno gli ammanchi finivano nei costi comuni diversi e pagati dai cittadini romani onesti.

Con la delibera dell’AC n° 3 del 25 gennaio 2017 è stato approvato il Piano Finanziario del 2017 e determinato le misure della Tassa sui Rifiuti (Ta.Ri.). Roma Capitale ha iniziato a pagare le fatture del Contratto di servizio a far data da aprile 2017 con la definizione di una procedura di riversamento puntuale degli incassi Ta.Ri e/o l’incasso diretto della bollettazione da parte di Roma Capitale delle prestazioni fatturate come previsto dalla Determinazione Dirigenziale del Dipartimento Risorse Economiche di Roma Capitale QB/9535/2016 del 30 dicembre 2016.

Con la deliberazione della Giunta Capitolina (Bergano Presidente) n.142 del 28 giugno 2017 si è reso necessario affidare, a decorrere dal 1° luglio 2017, l’attività di riscossione coattiva delle entrate tributarie, extra tributarie e patrimoniali all’Agenzia delle Entrate Riscossione nonché subentra a titolo universale, nei rapporti giuridici attivi e passivi delle predette Società.

Il Presidente Bagnacani nel mese di ottobre 2017 in commissione capitolina bilancio interviene “per puntualizzare che sul tema della Ta.Ri. c’è un confronto con Roma Capitale sul modo e tempi per attuare tale obiettivo (internalizzazione della tariffa). Sottolinea, tuttavia, che il tema principale e importante è intercettare tutti gli utenti a prescindere da chi sia deputato a farlo; a tale proposito l’Azienda sta rivedendo il processo di gestione dei rifiuti che privilegerà il sistema di “porta a porta” con un Audit dei territori, che vedrà la presenza di operatori “porta a porta” che studieranno utenza su utenza in loco al fine di creare un servizio ad hoc e intercettare anche gli utenti. …Le parole chiavi citate sono: mappatura delle utenze, mappatura strategica del territorio, e integrazione dei database della Ta.Ri. e del servizio“. ll Dott. Bina puntualizza che sull’equilibrio contabile -economico di AMA occorre evidenziare alcune criticità legate al fatto che la Regione Lazio a seguito della sentenza del Consiglio di Stato su ricorso del gruppo CO.LA.RI. ha determinato un considerevole aumento nella tariffa di smaltimento da riconoscere agli impianti del gruppo CO.LA.RI., che ha comportato un aumento dei costi della gestione del servizio da parte di Ama per Roma Capitale per circa 6 milioni di Euro all’anno; aggiunge che la Regione Lazio ha per quest’anno approvato anche la retroattività di tale nuova tariffa a ottobre 2013, per cui risulta un “peso” in Bilancio tra 23/30 milioni di Euro non previsti dal piano economico-finanziario della Società né dal corrispettivo che l’Ama riceve da Roma Capitale come contratto di servizio, occorre capire come il “sistema complessivo” (Cittadini, Ama e Roma Capitale) potrà assorbire tale maggiore onerosità. Su questo punto interviene il Dott. Bagnacani per puntualizzare che la Regione ha riconosciuto un aumento tariffario non giustificato da nessuna miglioria o cambiamento tecnologico degli impianti e a fronte di quanto detto l’azienda Ama ha impugnato i relativi provvedimenti; nel frattempo si troverà il modo di risolvere la copertura in Bilancio di tali costi non previsti, così come da normativa sulla tariffa. ll Dott. Bagnacani ribadisce che tale aumento tariffario da parte della Regione Lazio non è giustificale e il maggiore costo graverà inevitabilmente sui cittadini. Aggiunge che occorre istituire un tavolo che veda presente gli organi politici di Roma Capitale e della Regione per capire il perché di tale aumento e della retroattività.

Ad incrementare la tariffa rifiuti ha contribuito anche il costo aggiuntivo da includere nel contratto di servizio da riconoscere agli impianti del gruppo CO.LA.RI.. In data 12 maggio 2021 AMA ha infatti incassato l’importo di euro 76,4 milioni a saldo parziale del credito di AMA per il cosiddetto Lodo Colari. Nel 2021 nell’assestamento generale al bilancio di previsione finanziario 2021-2023 con la variazione di bilancio viene integrato lo stanziamento del Contratto di servizio per la gestione dei rifiuti urbani con AMA S.p.A. di Euro 86.208.888, al fine di comprendere l’importo erogato per l’accollo del lodo arbitrale con il consorzio Co.La.Ri. In commissione speciale di Malagrotta del XII municipio si legge nel verbale che dei 90 milioni del contenzioso circa 20 sono stati già stati versati da AMA al consorzio  COLARI e sono nella disponibilità della gestione commissariale.

“La puntuale e accurata attività di “due diligence”  voluta da Bagnacani ha fatto emergere la necessità di risolvere le partite creditorie con Roma Capitale nel suo complesso ed in particolare quelle relative ai cosiddetti:

  • crediti “non risposti” o “non riscontrati”;
  • mancati pagamenti per partite creditorie già “liquidate” (si intendono le partite con benestare al pagamento da parte del Dipartimento ordinante, per cui la Tesoreria non ha ancora provveduto al bonifico);
  • crediti privi di determinazione dirigenziale e per i quali è necessario attivare la procedura del debito fuori bilancio. Detta attività è iniziata da parte di Roma Capitale con la mancata approvazione dei primi 4 progetti di bilancio.
  • modalità di iscrizione in bilancio della Ta.Ri.;
  • valutazione del valore delle quote del Fondo Immobiliare Sviluppo proprietario dell’immobile denominato Centro Carni;
  • esigibilità residua dei crediti Ta.Ri. (ex TIA 1 anni 2003-2009) ai sensi del L. 147/2013 come modificato dal D.L. 78/2015″.

Il 15 marzo 2018 la Giunta Capitolina con la deliberazione n° 43 (Raggi presidente), ha dato indirizzo relativo all’accentramento e alla internalizzazione delle attività di accertamento, liquidazione e riscossione anche coattiva delle entrate tributarie e extra-tributarie da parte dell’Amministrazione Capitolina per il coordinamento e l’individuazione delle attività di supporto con una struttura comunale dedicata chiamata “direzione, impulso e coordinamento dell’intero processo di internalizzazione delle entrate“. Si legge in delibera che il progetto di revisione e riorganizzazione del Dipartimento Risorse Economiche è stato teso alla predisposizione di una analisi economico finanziaria dei costi complessivi, con uno studio di fattibilità volto a individuare ogni esigenza tecnica, strumentale, di relazione e finanziaria, per estendere progressivamente  il ruolo di supporto di Æqua Roma S.p.A. ad ulteriori fattispecie di entrata, tributarie e extra-tributarie di Roma Capitale, in tema di accertamento, liquidazione e riscossione anche coattiva, comprensivo sia delle attività a supporto della gestione ed accertamento della TARI. Tale attività da svolgersi tramite una Due Diligence della Società Æqua Roma S.P.A. in relazione ai servizi oggetto di analisi.

Attraverso la delibera di Giunta Capitolina n°42 del 15 marzo 2018 (Raggi presidente), si avvia la gestione diretta della Tassa sui Rifiuti (TARI) con il processo di internalizzazione delle attività di riscossione della Ta.ri. [12] che saranno in capo a Roma Capitale a decorrere dal primo aprile 2018 (ma soltanto nel 2020 si internalizza effettivamente la riscossione); il Dipartimento Risorse Economiche ha assunto la gestione diretta delle attività di gestione, accertamento e riscossione della tassa sui rifiuti (Ta.ri.), ha nominato il funzionario responsabile della Ta.ri. e avrebbe dovuto modificare anche il modello organizzativo degli uffici e servizi allo scopo di articolare con idonea struttura il dipartimento a supporto del funzionario responsabile della Ta.ri..

Il 5 giugno 2018 con la deliberazione di Giunta Capitolina n. 103 (Bergamo Presidente in ritardo rispetto alla scadenza prevista del 31 marzo 2018) è stata approvata la Convenzione tra Roma Capitale e AMA S.p.A. per il periodo primo aprile 2018 fino al massimo del 31 dicembre 2019 sotto il controllo del nuovo funzionario responsabile del tributo, garantendo certezza dei tributi e continuità operativa per la gestione ordinaria, recupero morosità e supporto al contenzioso per la disciplina delle attività riguardanti l’applicazione della riscossione della Tassa sui Rifiuti (TARI) per un corrispettivo annuo spettante ad AMA, determinato in Euro 13.719.000,00 oltre Iva, per complessivi Euro 16.737.180,00. Sempre con la stessa delibera è stata costituita una cabina di regia composta dalla Direzione Generale, dal Dipartimento Risorse Economiche, dalla società in House AMA S.p.A. ed AEqua Roma S.p.A., dalla Ragioneria Generale e dal funzionario responsabile della Ta.ri.[13].

Con la direttiva di Giunta del 28 dicembre 2018 si dà disposizione in merito all’attribuzione al Dipartimento Risorse Economiche delle funzioni di supporto, controllo e monitoraggio delle attività di riscossione spontanea e coattiva su tutte le entrate di Roma Capitale anche di pertinenza di altri Dipartimenti e Strutture Territoriali ivi comprese quelle relative alle società partecipate.

Nella delibera di Giunta Capitolina  n°21 dell’ 8 febbraio 2019 si legge che sull’importo dei crediti Ta.Ri. iscritto in Bilancio è stata già trasmessa apposita relazione, e gli stessi sono stati oggetto di rettifica con l’accantonamento all’apposito fondo svalutazione crediti, che per sua natura “ è valutativo e oggetto di stima … e pertanto non soggetto ad errori non individuati”….Riguardo la valutazione dei Crediti verso Clienti Ta.Ri.  ante 2010 (C2) il Collegio Sindacale ha evidenziato che “permane il mancato aggiornamento nel progetto di bilancio delle aliquote di svalutazione da applicare come invece segnalato dalla BDO a marzo 2018 e come richiesto dal Collegio a maggio 2018; inoltre, “stante l’ammontare del credito iscritto, l’esiguità degli incassi ottenuti nel 2018, la ridotta efficacia delle azioni di recupero poste in essere già nel passato dalla funzione aziendale interna, la tempistica e l’aleatorietà delle azioni poste in essere da soggetti appaltatori terzi, considerato il risultato economico dell’esercizio di sostanziale pareggio, è da ritenere che i possibili effetti sul bilancio degli eventuali errori non individuati potrebbero invece essere significativi e pervasivi”.

Il 7 marzo 2019 ho chiesto di calendarizzare urgentemente una commissione congiunta ambiente bilancio per verificare se tutte le attività per internalizzare la riscossione della tariffa rifiuti erano state implementate e la necessità di monitorare i lavori della Cabina di Regia nel rispetto del cronoprogramma della delibera di Giunta Capitolina n. 42 del 15 marzo 2018, appositamente costituita dal Socio nel febbraio 2019, per definire le modalità di riversamento della Ta.Ri. da parte di AMA e per una completa ricognizione e qualificazione/attribuzione delle movimentazioni finanziario contabili relative ai riversamenti Ta.Ri. e delle compensazioni tra crediti da corrispettivi del servizio di igiene urbana e incassi Ta.Ri., effettuate nel periodo 2017-2019, sulla scorta di quanto già avvenuto con Deliberazione 76/2016 del Commissario Straordinario di Governo con i poteri della Giunta Capitolina (rif.to nota AMA 37300.U del 13/07/2020).  La commissione purtroppo non è  mai stata calendarizzata. La richiesta è stata sollecitata anche il 5 agosto 2019.

Il 20 giugno 2019 ho inviato alla procura un esposto su eventuali fondi occulti rilevati nell’analisi dei dati della tariffa rifiuti e dei crediti inesigibili Ta.Ri.. Nella relazione sono entrata nel merito del calcolo a partire da quanto è entrata in vigore la TIA (Tariffa di igiene ambientale) segnalando tutte le criticità e difficoltà riscontrate.

Nel 2019 a seguito delle analisi fatte ho proposto con una delibera di indirizzo di efficientare l’attività di gestione, accertamento e riscossione della tassa sui rifiuti (Ta.ri). La delibera è stata calendarizzata soltanto dopo due anni e purtroppo è stata anche bocciata (votazione 8 aprile 2021).

Nonostante le delibere e le direttive di Giunta nella relazione dell’Organo di revisione al Rendiconto 2019  emerge una contrazione, rispetto al 2018, degli accertamenti totali da recupero evasioni tributi (pari ad euro 222.523.430,53) e delle relative riscossioni (pari a euro 47.815.844,36), segnalando  per le “Entrate da recupero per evasione si evidenzia da una parte l’assenza di accertamenti e riscossioni per il recupero della tassa/tariffa sui rifiuti, dall’altra il permanere di una insufficiente capacità
di riscossione, sopra tutto per quanto riguarda il recupero dell’evasione IMU“.

Il 5 ottobre 2019 è stata anche allertata la Giunta Capitolina con una interrogazione inviata con PEC sulle modalità attuative, organizzative  e date prescrittive sul controllo analogo e di come l’amministrazione capitolina ha organizzato il sistema informativo finalizzato a rilevare i rapporti finanziari tra l’ente proprietario e la società, la situazione contabile, gestionale e organizzativa della società, i contratti di servizio, la qualità dei servizi, il rispetto delle norme di legge sui vincoli di finanza pubblica.

La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma in data 12 maggio 2020 ha disposto sequestro e la conseguente acquisizione di documentazione necessaria ai fini dell’eventuale accertamento del reato di false comunicazioni sociali di cui all’art. 2621 c.c. in relazione al trattamento contabile nei bilanci (2013?) 2015 e 2016 degli incassi Ta.Ri. riscossi da AMA per conto di Roma Capitale in quanto non vi sarebbe alcuna indicazione di quanto riscosso da AMA S.p.A. a titolo di tariffa rifiuti, di quanto riversato nel conto di Roma Capitale, e dell’ammontare residuo al 31 dicembre di ogni anno. Risulterebbe, altresì, la distrazione di fondi provenienti dalla riscossione della tariffa, per € 250.000.000, volta all’estinzione di obbligazioni finanziarie contratte verso il sistema bancario. Soltanto a seguito dell’intervento della procura si ottiene il corretto trattamento contabile della Ta.Ri. nei bilanci 2017-2019, anche per tenere conto dei rilievi contenuti nei decreti di sequestro della Procura della Repubblica di Roma. Per tale fattispecie veniva indagata, fra gli altri, anche AMA per il presunto illecito amministrativo dipendente da reato ex art. 25 ter, lett. a) del D.lgs. n. 231/2001, in relazione al delitto di cui all’art. 2621 Codice civile. AMA relativamente alle indagini avviate ha predisposto una ulteriore due diligence interna sulle tematiche all’attenzione degli organi giudiziari per valutare eventuali azioni a carattere risarcitorio nei confronti degli indagati, da avviarsi all’esito della chiusura delle indagini.

Al 30 giugno 2020 risulta un debito di AMA nei confronti Roma Capitale per riversamenti Ta.Ri di € 179,7 milioni.

Nel 2020, la Società ha presentato un’ipotesi di Piano di rientro del Debito Ta.Ri., accolta da Roma, che ha consentito ad AMA di estinguere il debito nel mese di luglio 2021.

La soluzione della Giunta Raggi ai crediti inesigibili TARI è stata la più “semplice e veloce” ovvero si è fatto ricorso alla “cancellazione dei crediti TARI per inesigibilità“. Infatti con la delibera di giunta n° 83 del 19 maggio 2020 sono stati cancellati 165 milioni di euro di crediti, in commissione bilancio ho chiesto chiarimenti circa la richiesta da parte del Dipartimento Risorse Economiche dell’operazione di cancellazione ma non ho avuto nessuna risposta soddisfacente.

La Giunta Raggi con memoria n° 30 del 29 maggio 2020 ha impartito indirizzi e tempi certi in tema di riconciliazione straordinaria delle posizioni creditorie e debitorie nei confronti degli enti partecipanti rientranti nel Gruppo Amministrazione Pubblica, di cui al DGC n. 7 del 24 gennaio 2020.

La Giunta Raggi con attuazione della memoria n. 32 del 4 giugno 2020, ha impartito indirizzi e tempi certi in tema di “riconciliazione tra AMA S.p.A. attività di riconciliazione e definizione delle partite creditorie e debitorie con Roma Capitale e verifica della gestione della TaRi”. Da questa delibera emerge che bisognava predisporre una documentata e circostanziata relazione sulla gestione della TARI.

Nella delibera di giunta n° 106 del 9 giugno 2020 (la Sindaca Raggi assume la presidenza dell’Assemblea di Giunta quindi non può dichiarare di non sapere) si sottolinea che le operazioni di riconciliazione dei debiti e crediti realizzate dagli uffici dell’amministrazione in contraddittorio con la società di posizioni debitorie di AMA verso Roma Capitale non sono concluse, ma nel contempo si è deliberata in Giunta la cancellazione finanziaria della TARI relativa agli anni 2010-2011-2012 richieste dal Dipartimento Risorse Economiche a seguito di una riconciliazione, dei residui attivi, con i ruoli emessi da AMA s.p.a attraverso l’applicativo Monitor Enti della banca dati di Agenzia delle entrate riscossione da cui sono emersi crediti inesigibili (sono quei crediti per i quali la probabilità di riscossione è pressoché nulla scrivono gli uffici che avrebbero dovuto riscuotere il tributo). In delibera si legge che il 28 maggio 2020 con nota prot. n. 27951 l’Amministratore Unico di AMA S.p.A. ha evidenziato, anche alla luce dell’avvio dell’inchiesta da parte della Procura della Repubblica di Roma, la necessità e l’urgenza di affrontare e risolvere insieme al Socio Unico importanti questioni, quali la definizione della posizione di Roma Capitale in relazione alla gestione della Ta.Ri. da parte dell’azienda nel periodo 2003-2019.

Nella delibera di Giunta n°171 del 7/8 agosto 2020 si legge che il Collegio Sindacale di Ama S.p.A., nominato dall’Assemblea dei Soci tenutasi in data 7 agosto 2015, in data 25 giugno 2020, ha rassegnato le dimissioni  (era in regime di prorogatio da oltre due anni).

Con la deliberazione di Giunta Capitolina n. 180 del 20 agosto 2020 sono state regolate tramite convenzione con la società partecipata AMA le attività di supporto alla gestione della TARI per le attività relative al periodo che va dal 1/01/2020 al 31/12/2022 con un corrispettivo per gli anni 2020, 2021 e 2022 pari a euro 13.247.033,00, oltre IVA al 22%, per complessivi euro 16.161.380,26 per ciascuna annualità.

In pratica all’azienda che ha registrato difficoltà di incasso della Tariffa rifiuti e non aveva la capacità gestionale di riscuoterla gli viene nuovamente rinnovata la convenzione per le attività di supporto alla gestione della TA.RI. Si direbbe “Sbagliare è umano perseverare è diabolico!”.

Intanto i romani si sono accollati 102,3 milioni di euro (per euro 36,5 milioni nel corso del 2020 che risultano già incassati, per euro 36,5 milioni nel corso del 2021, euro 15 milioni nel corso del 2022 ed euro 14,3 nel corso del 2023) con la deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 118 del 30 settembre 2020 che ha riconosciuto ad AMA il valore dei crediti Ta.Ri. dichiarati inesigibili.
Al 31 dicembre 2020, la Società ha restituito un importo complessivamente pari a circa euro 156,6 milioni” (delibera di Giunta del 2 marzo 2021).

Con la delibera di Giunta Capitolina n°169 del 27 luglio 2021 si legge che con riferimento agli esercizi dal 2003 al 2010 si evidenzia che dal 2003 AMA ha registrato difficoltà di incasso della Tariffa per la gestione dei rifiuti che hanno comportato, negli anni successivi, da un lato la necessità di effettuare accantonamenti al fondo svalutazione crediti a fronte di eventuali e futuri mancati incassi delle fatture emesse e da emettere a titolo di Tariffa Rifiuti e, dall’altro lato, l’aumento dell’indebitamento finanziario a breve, necessario a garantire i flussi della gestione corrente.

Tavola 6 – Valore dei crediti Ta.Ri. per fatture emesse e da emettere, sanzioni e interessi e fondo svalutazione crediti. Anni 2012-2020

Fonte: Bilancio AMA, Anno 2017 sono riportate le due diverse versioni del progetto di bilancio 

Nella Deliberazione della Corte dei Conti n. 22/2021 PRSP del 10 marzo 2021 si legge che “a decorrere dal 30 maggio 2019 il sistema contabile SAP è stato dismesso “in sede di rendiconto dell’esercizio 2019 è stato accantonato a titolo di FCDE la somma complessiva di € 1.000.541.326,84 determinata secondo le metodologie ordinarie di calcolo del fondo crediti di dubbia esigibilità (FCDE). Rispetto al correlato valore dei residui attivi al 31.12.2019 che per la medesima risorsa risulta pari ad €. 1.727.745.073,07, ne deriva una percentuale di copertura pari al 57,91%.

Sebbene, ad esempio, l’art. 13 del Regolamento sul controllo analogo del 2019 stabilisce che: “Il Dipartimento Committente ed ogni altra Struttura Capitolina che abbia rapporti di natura finanziaria con le Società procedono alla riconciliazione delle posizioni creditorie e debitorie nei loro confronti, comunicandone gli esiti alla Ragioneria Generale ed al Dipartimento Partecipate”, gli esiti della presente istruttoria attestano, come osservato, l’attuale inadeguatezza del sistema informativo finalizzato a rilevare i rapporti finanziari tra l’Ente e gli Organismi partecipati così come stabilito dall’art. 147-quater commi 1 e 2 del TUEL che rende, di fatto, non ancora realizzabile una ricostruzione dei relativi rapporti di debito/credito tra Roma e AMA (leggi interrogazione inviata con PEC).

Se a seguito della PEC si fosse attivato un sistema informativo efficiente e capace di monitorare le partite debitorie e creditorie probabilmente tanti disallineamenti e ricostruzioni di rapporti di debito/credito tra Roma e AMA non sarebbero stati necessari.

Anche l’Organo di revisione (OREF) ha attestato che il sistema informativo NON consentiva di rilevare i rapporti finanziari, economici e patrimoniali tra l’Ente e le sue società partecipate.

Soltanto a fine 2020 (a seguito dell’intervento di sequestro documentale della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, in data 8 maggio 2020) è stato utilizzato un nuovo software SIMOP per il controllo analogo che ha riguardato i rapporti di credito/debito con le Società partecipate come ha dichiarato lo stesso assessore al bilancio in commissione bilancio “….fine al 2020 è stato utilizzato anche un nuovo software che riguarda rapporti credito/debito
con le Società partecipate e già nel 2021 dovrebbe dare la completezza rispetto alle riconciliazioni non effettuate fino all’elaborazione del Bilancio consolidato del 2017″,
azione politica in notevole ritardo come impone la normativa vigente (TUEL) e visto che le
disposizioni in tal senso sono obbligatorie, a decorrere dal 2015, per tutti gli enti locali con popolazione superiore a 15.000 abitanti.

6.4 I Costi Comuni Diversi (CCD) che fanno crescere la Ta.Ri.

Per effetto di una norma nazionale del Governo Renzi  da cui è seguita la revisione del regolamento per la disciplina della tassa sui rifiuti (Ta.Ri.) si è ottenuto che i crediti risultati inesigibili relativi ai mancati ricavi (quindi si riducono i ricavi per effetto della non riscossione del tributo) vanno considerati tra i costi (aumentano i costi di gestione dell’azienda) come “maggiori oneri derivanti dalle azioni di riduzione dei crediti” sostenuti da AMA.

Nel dossier del Senato alla legge di bilancio (l’articolo 1 comma 654-bis della legge 27 dicembre 2013, n. 147) si riporta "l'654-bis. Tra le componenti di costo vanno considerati anche gli eventuali mancati ricavi relativi a crediti risultati inesigibili con riferimento alla tariffa di igiene ambientale, alla tariffa integrata ambientale, nonché al tributo comunale sui rifiuti e sui servizi (TARES)".

Una disposizione che ha permesso ai Comuni di far gravare su tutti i contribuenti il mancato pagamento dell’imposta sui rifiuti e/o di altri tributi evasi negli anni precedenti dai cittadini. Tradotto, chi paga da sempre rischia di dover pagare anche per chi invece fa il furbetto ed evade, un atteggiamento incivile che grava, oltre che sulle casse del Comune, sulla cittadinanza intera.

Con la delibera n°33 del 30 marzo 2018[14] che ha modificato il regolamento per la disciplina della tassa sui rifiuti di Roma Capitale si stabiliscono annualmente, le modalità con le quali l’azienda AMA dovrà inserire nel Piano Finanziario della Tariffa sulla base dell’attestazione dei crediti inesigibili, e prima dell’approvazione del Piano medesimo, tra le componenti di costo, l’importo dei crediti di presumibile inesigibilità nonché le partite creditorie inesigibili. In particolare la delibera n°33 ha incluso nel regolamento all’articolo 9 comma 6 la seguente frase “Tra le componenti di costo vanno considerati anche gli eventuali mancati ricavi relativi a crediti risultati inesigibili con riferimento alla tariffa di igiene ambientale, alla tariffa integrata ambientale, al tributo comunale sui rifiuti e sui servizi (TARES)”.

L’impatto di questa norma è stato quello di aver alimentato la disuguaglianza tra utenti ossia viene redistribuito il tributo di chi non lo versa mai su chi invece lo paga regolarmente. Senza un adeguato sistema di controllo si rischia di incrementare i costi comuni diversi senza nel contempo efficientare l’azienda e il sistema di gestione dei rifiuti.

Considerando che AMA avrebbe dovuto trasmettere entro il 30 settembre di ciascun anno una relazione contenente lattestazione dell’ammontare dei crediti Ta.ri. di presumibile inesigibilità distinti per singola annualità di imposta indicando gli elementi certi e precisi dai quali scaturisca l’inesigibilità, si potrebbe partire dall’analisi di queste relazioni per capire le azioni messe in campo dall’azienda e da Roma per il recupero dei crediti[15].

La forbice tra importi fatturati e quelli effettivamente incassati si è ampliata sempre di più nei vari piani finanziari approvati a partire dal 2014 (anno in cui entra in vigore l’articolo 1 comma 654-bis della legge 27 dicembre 2013, n. 147) dove compare nel piano finanziario di AMA per la prima volta la voce dei costi comuni diversi per oneri derivanti dalle azioni di riduzione dei “crediti tariffa” con una crescita di 19 milioni di euro nel 2010 e 11 milioni di euro nel 2015.

Nel piano finanziario approvato nel 2016 i costi comuni diversi sempre per oneri derivanti dalle azioni di riduzione dei crediti tariffa ammontavano a 67,2 milioni di euro con un ulteriore incremento di 15 milioni di euro.

Nel piano finanziario approvato nel 2017 i costi comuni diversi per oneri derivanti dalle azioni di riduzione dei crediti tariffa ammontavano a 78 milioni di euro con un incremento di 11 milioni di euro e di altri 12 milioni di euro si incrementano nel 2018.

Nel piano finanziario approvato nel 2018 i costi comuni diversi per oneri derivanti dalle azioni di riduzione dei crediti tariffa salgono a 90,7 milioni di euro, con un incremento per maggiori oneri derivanti dalle azioni di riduzione dei crediti derivanti da tariffa per 12,1 milioni di euro.

Nel periodo 2015-2018 l’ammontare dei costi è cresciuto di quasi 50 milioni di euro.

Nel piano finanziario approvato nel 2019 l’importo dei costi comuni diversi resta invariato per effetto delle segnalazioni in corso di verifica. Se dai costi da finanziare bisogna aggiungere la quota della tariffa dei rifiuti delle scuole portandolo in deduzione dai costi comuni diversi (CCD) come stabilisce il MEF allora nel 2019 cosa è successo visto che l’importo resta invariato?

Nel piano finanziario approvato nel 2020 con il modello ARERA i CCD diventano costi comuni e l’importo principale che compone i 94 milioni di euro è quello relativo ai costi generali di gestione per 73,9 milioni di euro senza che si possa conoscere la composizione.

L’incremento del 75% dei “costi comuni diversi” in diciassette anni (Tavola 7) è stata una zavorra che ha alimentato la tariffa più odiata dai romani Ta.Ri., dai PEF non si sa nel dettaglio quale sia la composizione di tali costi, con il risultato che non è stato possibile analizzare cosa ha alimentato effettivamente la voce e cosa ne ha determinato una eventuale contrazione.

In 13 anni i costi comuni diversi (CCD) sono quasi raddoppiati senza aver volutamente specificato il motivo effettivo dell’incremento nei vari piani finanziari (Ta.Ri. scuola, crediti inesigibili, etc.).

Tavola 7 – Valore dei costi comuni diversi differenze assolute e variazione percentuale. Anni 2009-2021

Fonte: Elaborazione Piano finanziario del Servizio di gestione dei rifiuti urbani di Roma Capitale

6.5 Determinazione del costo del servizio di gestione dei rifiuti con il modello ARERA

La Giunta Raggi dopo aver preso atto della situazione finanziaria di AMA ha, con il Piano finanziario dell’annualità 2020, adottato il modello ARERA per la determinazione del costo del servizio partendo dai dati del modello della contabilità dell’azienda relativi all’annualità 2018 (n-2); in commissione bilancio l’assessore ha dichiarato che “……ci si deve attenere alle disposizione e regolamentazioni della nuova Autorità di regolazione del settore ossia dell’ARERA (Autorità di Regolazione Energia Reti e Ambiente) che fornisce le indicazioni a livello nazionale su come si costruiscono i nuovi modelli per la determinazione del costo del servizio di gestione dei rifiuti e dei costi accessori, nonché per la determinazione delle tariffe da applicare ai cittadini in merito alla TARI“…Riguardo il trattamento della partita straordinaria dei crediti inesigibili TARI rispetto al modello del 2018,  sono stati inseriti all’interno del Piano Economico Finanziario i crediti dichiarati inesigibili da parte del gestore da ripartirsi nei prossimi 4 anni. Trattasi di 102 milioni di euro di cui una grossa parte pari a 36,5 milioni sono inseriti nel Piano Economico Finanziario del 2020. Per quanto concerne la determinazione dei crediti inesigibili trattandosi di normativa di natura tributaria la norma prevede che la dichiarazione di inesigibilità la fa il gestore e non l’Agenzia delle Entrate anche perché per gli enti che utilizzano l’ingiunzione non opera l’Agenzia delle Entrate per la Riscossione. In sintesi è AMA che avrebbe dovuto dichiarare inesigibili i crediti verso clienti Ta.Ri.

Per l’anno 2020 a Roma la previsione della tariffa rifiuti è stata di 755,912 milioni di euro utilizzando le nuove regole ARERA da ripartire tra i cittadini, la quota parte del gettito non incassato potrà essere inserito in tariffa e in quota parte a carico del bilancio capitolino.

Il risultato delle nuove regole non ha aumentato di certo la capacità di riscossione della tariffa, nel 2020 infatti i residui al 31 dicembre ammontavano alla enorme cifra di 476 milioni di euro con una capacità di riscossione di appena il 26,3%, senza aver misurato un evidente miglioramento nella riscossione della tariffa.

7. Conclusioni

I cittadini romani hanno subito un incremento del 27,4% della tariffa rifiuti in 11 anni senza nel contempo aver ricevuto un servizio di gestione e raccolta dei rifiuti adeguato ed efficiente degno di una Capitale.

In tutti questi anni è stato confermato, come emerge da questa analisi, che non esisteva una rappresentazione veritiera e corretta della situazione patrimoniale, economica e finanziaria di AMA S.p.A. e tutti gli amministratori approvavano tranquillamente i documenti contabili con il benestare degli organi di controllo.

Le perdite accumulate a consuntivo derivanti dai crediti tariffa risultati inesigibili e quindi azzerati e le tre capitalizzazioni due con il contratto di finanziamento con un Pool di otto banche e l’ultima a carico della tariffa pagata dai romani per 156,4 milioni di euro (attraverso rinuncia al credito di euro 106,4 milioni da parte di Roma Capitale con effetto sulle riserve di Patrimonio e attraverso cassa per euro 50 milioni) hanno  costretto nel 2021 conseguentemente alla situazione di cui all’art. 2446 c.c. di AMA S.p.A ad un Piano di risanamento (ex art. 14 del D.Lgs. n. 175/2016) nonché  alla ricapitalizzazione e ad ulteriori misure a sostegno della società come:

  • l’azzeramento delle riserve e all’utilizzo del capitale per copertura perdite
  • ad un aumento di capitale per 50 milioni
  • ad aumento delle riserve per una rinuncia al credito di euro 106,4 milioni di euro
  • ad un aumento di capitale per 100 milioni per finanziamento in conto futuro

La ricapitalizzazione da parte di Roma Capitale per 156,4 milioni di euro e la concessione di un finanziamento soci in conto futuro aumento di capitale sociale di euro 100 milioni da convertire in aumento di capitale entro il mese di giugno 2021 hanno rappresentato in concreto un fallimento della gestione finanziaria di AMA S.p.A. che si poteva evitare con gli strumenti normativi a sostegno del controllo analogo (se fossero stati implementati).

Infatti il ritardo del processo di internalizzazione della Ta.Ri. e la superficiale riorganizzazione di tutto il sistema di riscossione, il non aver investito su un nuovo sistema informativo gestionale per la riscossione della TARI e l’aver affidato l’attività di riscossione sempre ad AMA senza aver riformato completamente il processo non ha dato i risultati sperati (infatti i residui al 31 dicembre 2020 ammontavano alla enorme cifra di 476 milioni di euro con una capacità di riscossione di appena il 26,3%).

Nel piano di risanamento di AMA S.p.A. si legge che si intende ridurre la Ta.Ri, attraverso azioni di efficientamento dei costi di produzione, quali l’incremento della produttività del personale e il miglioramento della disponibilità della flotta ma non si legge nulla su come ridurre la Ta.Ri, per effetto dell’efficientamento del processo di riscossione e implementazione strutturale della lotta all’evasione ed elusione della stessa (leggi pag. 1185 piano di risanamento della delibera).

La situazione finanziaria della società AMA S.p.A. è risultata particolarmente critica ma attraverso una efficiente riscossione diretta della Ta.Ri, da parte del Comune e una concreta lotta all’evasione si potevano recuperare risorse preziose; ad esempio quasi 80 milioni di euro dalle utenze domestiche (utenze fantasma e abitazioni non occupate) e circa 85 milioni di euro dalle utenze non domestiche (sono circa 25 mila le utenze non domestiche ancora non censite da AMA).

AMA S.p.A. ha raggiunto nel 2019, dopo tutto il lavoro di monitoraggio utenze, una numerosità di appena 124 mila utenze non domestiche (in parte anche a seguito nel 2018 della prima gara di appalto da 151 milioni di euro per l’affidamento del servizio di raccolta rifiuti di utenze non domestiche, trasporto e conferimento a impianti o aree di trasferenza, suddiviso in 16 lotti territoriali). Stesso l’azienda comunica che con la gara esternalizzata per la raccolta differenziata delle utenze commerciali il numero di esercizi passano da 20 mila servite ad oltre 85mila, con un incremento del 315%.

Ai futuri amministratori la Giunta Raggi ha lasciato in eredità in tariffa le voci di costo per crediti TARI inesigibili contrattualizzati sottoforma di cessione dei crediti con condizione sospensiva vantati da AMA S.p.A. da includere nel PEF per 36,5 milioni entro il 31 dicembre 2021, per 15 milioni di euro da approvare nel PEF entro il 31 dicembre 2022, per14 milioni di euro da inserire nel PEF entro il 31 dicembre 2023  per l’importo di 66 milioni di euro a favore della stessa Roma Capitale.

In pratica tutto il castello di carta costruito per garantire l’equilibrio economico finanziario di AMA definito nel piano di risanamento può crollare se i nuovi consiglieri eletti non intenderanno approvare la cessione del credito per le tre annualità nei piani economici finanziari futuri del triennio 2021-2023 (è stato sottoscritto un contratto di cessione di crediti sotto condizione sospensiva tra Ama e Roma Capitale).

Se a partire dal 2019 con le linee di indirizzo politico indicate nella proposta di delibera  si avesse provveduto a:

  • Migliorare le performance di incasso dei crediti Ta.Ri. per gli insoluti delle utenze domestiche e non domestiche e il numero di atti necessari al recupero della morosità e contenzioso, per garantire l’efficientamento/abbattimento del monte crediti e garantire la trasparenza nella lotta ai morosi.
  • Attivare le azioni per il recupero dei crediti Ta.Ri. e il monitoraggio degli incassi e la valutazione della posta dei crediti inesigibili nel piano straordinario di recupero e alla periodica valutazione della capacità di recupero attivata dalla società e il procedimento applicato nella valutazione dei crediti anche alla luce degli indici di anzianità dei crediti scaduti rispetto a quello degli esercizi precedenti.
  • Attivare le azioni per la verifica dell’ammontare dei relativi ruoli fino a 1.000 euro dei crediti Ta.Ri. da annullare per effetto del Decreto legge n. 119 del 23 ottobre 2018, “Disposizioni urgenti in materia fiscale e finanziaria”, l’intervento si trova inserito nell’articolo 4 del DL 119/2018, cosiddetto decreto sulla pace fiscale, che approva lo stralcio di una buona fetta di piccoli debiti riferiti ad annualità pregresse contenuti nei ruoli resi esecutivi dal 2000 al 2010. Se AMA li avesse già considerati crediti inesigibili posti nel fondo svalutazione crediti e messi tra i CCD nei piani finanziari non dovrebbe avviare alcun stralcio dei residui fino a 1000 euro contenuti in cartelle di pagamento gestite dall’Agente Nazionale della Riscossione.
  • Attivare le azioni messe in atto per le fatture da emettere verso clienti Ta.Ri. e per sanzioni ed interessi perché in caso non sia stata attivata una pronta emissione delle relative fatture, per dare certezza al proprio credito e per procedere all’incasso, si incorre nella responsabilità del termine prescrizionale considerato che i crediti Ta.Ri. (crediti per bollette emesse per anni precedenti il 2009 e crediti di avvisi di accertamento emessi in seguito al 2009) sono relativi all’anno 2009 e precedenti.
  • A riportare nel bilancio di AMA S.P.A. una tavola di dati degli insoluti delle utenze domestiche e non domestiche e il numero di atti necessari al recupero della morosità e contenzioso, per garantire l’efficientamento/abbattimento del monte crediti e garantire la trasparenza nella lotta ai morosi.
  • A riportare nel bilancio di AMA S.P.A. il valore dell’incasso della bollettazione e ai relativi incassi distinti per tipologia emessa per tipo di prestazioni fatturate relative alle utenze domestiche e non domestiche.
  • A riportare in un apposito allegato alla delibera della determinazione delle misure della tassa sui rifiuti (Ta.Ri.) il numero di utenti per tipo di categorie commerciali come da allegato 6 suddivisi anche per municipio o addirittura per area elementare territoriale (AET).
  • A combattere l’evasione della Ta.Ri. per le utenze domestiche con l’ausilio di un monitoraggio continuo sull’andamento delle utenze fantasma attraverso l’uso delle banche dati disponibili (attraverso l’archivio anagrafico unico nazionaleo ANPR) e monitorando le abitazioni non più abitate dai residenti ma soggette comunque al pagamento della Ta.Ri. (ad esempio le superfici totali delle abitazioni censite da AMA S.P.A. rispetto a quella in possesso del demanio).
  • A combattere l’evasione della Ta.Ri. per le utenze non domestiche utilizzando tutte le informazioni disponibili nelle banche di dati come quella delle Camere di Commercio, le utenze di ACEA, le denunce di inizio attività gestite dallo sportello unico attività produttive (SUAP) e da fine attività per limitare una possibile fonte di evasione delle utenze non domestiche dovuto alla cancellazione delle partite iva e attivazione delle stesse non tempestivamente assegnate alla società che ne cura la riscossione.
  • A bonificare i dati dell’archivio anagrafico per permettere di identificare e valutare le utenze cessate per effetto dei cambi anagrafici e per le utenze non domestiche per effetto di inizio o cessione attività attraverso le denunce di inizio attività gestite dallo sportello unico attività produttive (SUAP) e da fine attività gestite dalle Camere di Commercio.
  • Ad attivare un protocollo di intesa tra Roma Capitale e la Guardia di Finanza per svolgere controlli sulla regolare effettuazione dei pagamenti da parte dei soggetti titolari di partita IVA e procedere al potenziamento del controllo sulle utenze non domestiche con fatture superiori ai 5000 euro per far emergere importanti fenomeni di evasione.
  • A consentire la modalità di pagamento senza addebito di commissione presso gli uffici postali, presso gli sportelli SOCIETÀ AMA S.P.A. esclusivamente con l’uso del Pos.
  • A intestare la ricevuta di versamento al conto corrente della tesoreria di Roma Capitale per un pieno controllo dei flussi di pagamento della Ta.Ri. a seguito delle nuove modalità operative di riscossione.
  • A combattere l’incremento dei relativi crediti inesigibili accumulati negli anni e predisporre la riscossione effettiva della tariffa anche con modalità di pagamento elettronico (Nodo Pago@PA) con la ricevuta di versamento intestata al conto corrente della tesoreria di Roma Capitale.
  • A riportare nel bilancio di AMA S.P.A. in maniera specifica l’importo dei costi relativi ai mancati ricavi dei crediti di inesigibilità nonché le partite creditorie inesigibili dalla tariffa (legge 27 dicembre 2013, n. 147) così come previsto nella relazione contenente l‘attestazione dell’ammontare dei crediti Ta.Ri. di presumibile inesigibilità entro il 30 settembre di ciascun anno distinti per singola annualità di imposta indicando gli elementi certi e precisi dai quali scaturisca l’inesigibilità, sia la natura dei crediti inesigibili, sia le attività messe in atto per le azioni di recupero dei crediti e sia l’ammontare a consuntivo dei crediti considerati definitivamente inesigibili.
  • A garantire la qualità e l’aggiornamento dell’anagrafica degli utenti da cui scaturiscono i bollettini di pagamento del tributo, prevedendo un’unica piattaforma informatica integrata con i sistemi informativi della gestione entrate centralizzata presso il Dipartimento Risorse Economiche di Roma Capitale a cui siano collegati i soggetti predisposti alla riscossione della TARI per ciascuna competenza, SOCIETÀ AMA S.P.A. , Dipartimento risorse economiche e Aequa Roma Delib. A.C. n. 78/2010, per la gestione dei servizi inerenti le attività di liquidazione, accertamento e riscossione dei tributi e di altre entrate e delle attività connesse, complementari, accessorie ed ausiliarie indirizzate al supporto delle attività di gestione tributaria, extra-tributaria e patrimoniale di Roma Capitale per avviare tutte le modalità di controllo della tariffa.
  • A definire con l’Assessorato all’Ambiente l’individuazione circostanziata dei casi in cui trovi applicazione nella disciplina del contratto di servizio di gestione dei rifiuti urbani e di igiene urbana tra Roma Capitale e SOCIETÀ AMA S.P.A.  per la definizione dei tempi e le modalità di rimborso da parte della SOCIETÀ AMA S.P.A.  per grave mancato svolgimento del servizio raccolta rifiuti, certificato dalla ASL quale autorità sanitaria regionale tenendo conto del contratto in essere, che ne prevede le norme di controllo e penali, quando il servizio è erogato al di sotto dell’80% delle sue capacità potenziali a livello generale, e per due settimane consecutive a livello particolare di una determinata area elementare territoriale (AET) per le quantità previste di raccolta per tutte le tipologie di rifiuto (plastica, carta, olio, vestiti, umido, ferro, ingombranti, etc.).
  • A definire con l’Assessorato competente criteri in base al valore dell’immobile per rendere equa la Ta.Ri., a favore delle famiglie più povere poiché la tassa dipende solo dalla dimensione; e criteri sul prelievo in base alla produzione effettiva di rifiuti per discriminare adeguatamente fra famiglie.
  • A valutare l’opportunità di stabilire agevolazioni del tributo Ta.Ri. in base al principio di “chi inquina paga”, sancito a livello comunitario, in cui si realizza direttamente o indirettamente una riduzione nella produzione dei rifiuti.

si potevano prevenire situazioni di squilibrio finanziario dell’azienda AMA S.p.A. costretta nel 2021 poi a farsi approvare un piano di risanamento con un intervento di ricapitalizzazione pari a 256,4 milioni di Euro.

Se fosse stata approvata la delibera di indirizzo nel 2019 si sarebbe incrementata la riscossione della tariffa (sia in c/competenza che in c/residui)  e le risorse riscosse avrebbero potuto scongiurare la ricapitalizzazione e essere usate a favore delle famiglie più povere ma è stata purtroppo calendarizzata soltanto dopo due anni e addirittura bocciata l’8 aprile 2021.

La commissione congiunta bilancio-ambiente richiesta il 7 marzo 2019 e mai calendarizzata  avrebbe potuto permettere di approfondire il processo di internalizzazione degli incassi della Ta.Ri. a Roma evitando in primo luogo di avere soltanto la riscossione della tassa direttamente su conti correnti intestati a Roma Capitale la quale ha indicato AMA quale soggetto fruitore del sistema “pagoPA” e quindi delegata da Roma Capitale ad attestarsi sulla piattaforma pagoPA per l’adesione al servizio dall’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID), senza aver verificato il nuovo sistema  e le domiciliazioni bancarie collegate per il pagamento della Ta.Ri. saltate per inerzia organizzativa (leggi interrogazione), mentre l’attività doveva essere impostata in maniera tale che le domiciliazioni bancarie dovevano confluire direttamente per il nodo PAGO PA e continuare a usare le stesse domiciliazioni.  In pratica in commissione si potevano prevenire le criticità emerse per sciattezza gestionale e si dava indirizzo su come implementare correttamente la procedura visto che nella risposta all’interrogazione si legge addirittura  che avrebbero dovuto riconciliare a mano le domiciliazioni bancarie saltate ..“dell’impatto che la domiciliazione bancaria comporterà vista la non automaticità della riconciliazione di questi pagamenti. Infatti per tali modalità di versamento risulteranno ininfluenti gli investimenti e sviluppi fatti e occorrerà far fronte dal punto di vista organizzativo delle risorse, anche umane, per le attività di riconciliazione manuale che saranno necessarie”.

Che dire di più! In tanti anni di lavoro di analisi e monitoraggio dei dati si potevano valorizzare gli indirizzi politici tesi a prevenire situazioni di squilibrio di una società partecipata importante per la gestione dei rifiuti di Roma e invece la solita politica miope che non sa guardare “oltre” il proprio mandato elettorale ha favorito un danno economico patrimoniale dell’azienda costretta a rimediare con un’ennesima ricapitalizzazione pagata sempre dai soliti romani onesti.

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ALLEGATI – Riferimenti deliberativi

– Delibere del bilancio d’esercizio di A.M.A. S.p.A.

  1. Bilancio 2005 – DG Delib. N 457 del 02.08.2006 “Determinazione del Comune di Roma in ordine all’argomento iscritto all’ordine del giorno dell’Assemblea dei Soci di A.M.A. S.p.A.”.
  2. Bilancio 2006 – Delibera n° 244 del 6 giugno 2007 “Determinazione del Comune di Roma in ordine all’argomento iscritto all’ordine del giorno dell’Assemblea dei Soci di A.M.A. S.p.A.”.
  3. Bilancio 2007 – Delibera n° 232 del 30 luglio 2008 “Determinazione del Comune di Roma in ordine all’argomento iscritto all’ordine del giorno dell’Assemblea ordinaria dei Soci di A.M.A. S.p.A.”.
  4. Bilancio 2008 – Delibera n° 199 del 24 giugno 2009 “Determinazione del Comune di Roma in ordine all’argomento iscritto all’ordine del giorno dell’Assemblea ordinaria dei Soci di A.M.A. S.p.A.”.
  5. Bilancio 2009 – Delibera n° 116 del 28 aprile 2010 “Determinazione del Comune di Roma in ordine all’argomento iscritto all’ordine del giorno dell’Assemblea ordinaria dei Soci di A.M.A. S.p.A.”.
  6. Bilancio 2010 – Delibera n° 239 del 19 luglio 2011 “Determinazione del Comune di Roma in ordine all’argomento iscritto all’ordine del giorno dell’Assemblea ordinaria dei Soci di A.M.A. S.p.A.”.
  7. Bilancio 2011 – Delibera n° 142 del 16 maggio 2012 “Determinazione del Comune di Roma in ordine all’argomento iscritto all’ordine del giorno dell’Assemblea ordinaria dei Soci di A.M.A. S.p.A.”.
  8. Bilancio 2012 – Delibera n° 202 del 8 maggio 2013 “Determinazione del Comune di Roma in ordine all’argomento iscritto all’ordine del giorno dell’Assemblea ordinaria dei Soci di A.M.A. S.p.A.”.
  9. Bilancio 2013 – Delibera n° 238 del 8 agosto 2014 “Determinazione del Comune di Roma in ordine all’argomento iscritto all’ordine del giorno dell’Assemblea ordinaria dei Soci di A.M.A. S.p.A.”.
  10. Bilancio 2014 – Delibera n° 263 del 5 agosto 2015 “Determinazione del Comune di Roma in ordine all’argomento iscritto all’ordine del giorno dell’Assemblea ordinaria dei Soci di A.M.A. S.p.A.”.
  11. Bilancio 2015 – Delibera n° 70 Commissario straordinario GC del 6 maggio 2016 “Determinazione del Comune di Roma in ordine all’argomento iscritto all’ordine del giorno dell’Assemblea ordinaria dei Soci di A.M.A. S.p.A.”.
  12. Bilancio 2016 – Delibera n° 9 GC del 4 agosto 2016 “Determinazione del Comune di Roma in ordine all’argomento iscritto all’ordine del giorno dell’Assemblea ordinaria dei Soci di A.M.A. S.p.A.”.
  13. Bilancio 2017 – 4  versioni di progetto non sono state approvate e il quinto progetto di bilancio del 2017, il bilancio 2018 e 2019 sono stati redatti come “un unicum” nonché il Piano di risanamento ex art. 14 del D.Lgs. n. 175/2016, il Piano Strategico
    Operativo 2020 (PSO) di cui agli artt. 20.2, lett. d) e 26 dello Statuto di AMA S.p.A. composto da Piano Gestionale Annuale 2020 (PGA) e Piano Industriale Pluriennale 2020-2024 (PIP), nonché la Situazione patrimoniale ex art. 2446 cod. civ. al 30 giugno 2020. Il 5 progetto di Bilancio 2017 e successivi leggi delibera di Giunta n°21 dell’ 8 febbraio 2019, delibera di Giunta del 2 marzo 2021 allegati alla delibera di Giunta del 2 marzo 2021 delibera di AC n° 22 del 2 aprile 2021 dell’Assemblea Straordinaria dei Soci di A.M.A. S.p.A. Allegati alla delibera AC del 2 aprile 2021 delibera di Giunta n° 106 del 9 giugno 2020,  delibera di Giunta Capitolina n°169 del 27 luglio 2021,  
  14. Bilancio 2018
  15. Bilancio 2019
  16. Bilancio 2020

Relazioni degli organi di revisione amministrativa e contabile al bilancio di esercizio

Delibere del Piano finanziario predisposto dalla Società AMA S.p.A.

  1. Piano finanziario 2009– Nel 2009 si approva il piano finanziario con delibera del consiglio comunale n°332 del 19 dicembre 2005 dove è stato stabilito un importo di 428 milioni di euro. Si riconferma nella misura massima del 30% della parte variabile delle rispettive misure tariffarie applicabili, la riduzione relativa alle utenze domestiche e non
    domestiche che attivano i dispositivi di differenziazione e riciclaggio dei rifiuti.
  2. Piano finanziario 2010 – Nel 2010 si ha il piano finanziario con DC Delib. N 57 del 01.07.2010 dove è stato stabilito l’importo della tariffa di 630 milioni di euro di cui 294 per utenza domestica e 336 per utenza non domestiche. Si riconferma nella misura massima del 30% della parte variabile delle rispettive misure tariffarie applicabili, la riduzione relativa alle utenze domestiche e non  domestiche che attivano i dispositivi di differenziazione e riciclaggio dei rifiuti.
  3. Piano finanziario 2011 – DAC Delib. N 48 del 06.07.2011 è stato stabilito l’importo della tariffa di 708 milioni di euro di cui 309 per utenza domestica e 399 per utenza non domestiche.
  4. Piano finanziario 2012 – DAC Delib. N 35 del 31.07.2012 è stato stabilito l’importo della tariffa TARES di 719 milioni di euro di cui 314 per utenza domestica e 405 per utenza non domestiche.
  5. Piano finanziario 2013 – delibera AC n°87 di dicembre 2013 è stato stabilito l’importo della tariffa TARES di 719 milioni di euro di cui 314 per utenza domestica e 405 per utenza non domestica.
  6. Piano finanziario 2014 – delibera AC n° 36 di luglio 2014 è stata introdotta la TARI e stabilito l’importo di 774 milioni di euro di cui 337,993 per utenza domestica e 435,967 per utenza non domestica.
  7. Piano finanziario 2015 – delibera AC n° 15 di marzo 2015 è stato stabilito l’importo di 776,106 milioni di euro di cui 343,319 per utenza domestica e 432,787 per utenza non domestica.
  8. Piano finanziario 2016 – delibera n° 7 del commissario straordinario Dott. Tronca del 2016 è stato stabilito l’importo di 777,792 milioni di euro di cui 334,444 per utenza domestica e 443,348 per utenza non domestica.
  9. Piano finanziario 2017 – delibera n° 3 del 25 gennaio 2017 è stato stabilito l’importo di 771,149 milioni di euro di cui 329,414 per utenza domestica e 441,735 per utenza non domestica.
  10. Piano finanziario 2018 – delibera n° 34 del 30 marzo 2018 è stato stabilito l’importo 771 milioni di euro di cui 326,906 per utenza domestica e 444,094 per utenza non domestica.
  11. Piano finanziario 2019 – la delibera n° 39 del 2019 è stato stabilito l’importo di 763,323 milioni di euro di cui 337,615 per utenza domestica e 425,708 per utenza non domestica.
  12. Piano finanziario 2020 delibera n°118 del 2020 è stato stabilito l’importo di 791,008 milioni di euro di cui 349,483 per utenza domestica e 441,525 per utenza non domestica.
  13. Piano finanziario 2021 delibera n°60 del 2021è stato stabilito l’importo di 802,565 milioni di euro di cui 352,872 per utenza domestica e 449,693 per utenza non domestica.

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Alcune novità implementate nelle DELIBERE ROMANE SULLA TARI

Nel piano finanziario del 2010 (DCC n° 57 del 01.07.2010) con l’approvazione del piano finanziario e determinazione delle misure della Tariffa Rifiuti (Ta.Ri.) per l’anno 2010 in applicazione dell’articolo 49 del Decreto Legislativo 5 febbraio 1997, n. 22 è stato determinato l’importo di 630 milioni di euro della Tariffa di Igiene Ambientale (TIA) per coprire i costi per il servizio di gestione rifiuti, la cui copertura è garantita da ricavi di pari importo derivanti dall’applicazione della tariffa. Si conferma nella misura massima del 30% della parte variabile delle rispettive misure tariffarie applicabili la riduzione relativa alle utenze domestiche e non domestiche che attivano i dispositivi di differenziazione e riciclaggio dei rifiuti, di cui all’articolo 13, commi 4, 5 e 6 del Regolamento[16].

Nel piano finanziario del 2011 (DAC Delib. n°48 del 06.07.2011) con l’approvazione del Piano finanziario 2011 e determinazione delle misure della Tariffa di Igiene Ambientale per l’anno 2011 in applicazione dell’articolo 49 del D.Lgs. 5 febbraio 1997, n. 22. predisposto dalla Società AMA S.p.A., ai sensi dell’art. 8 del D.P.R. 27 aprile 1999, n. 158, i costi per il servizio di gestione del ciclo dei rifiuti solidi urbani ammontano a 708 milioni di euro la cui copertura viene garantita da ricavi derivanti dalla tariffa. Si conferma nella misura massima del 30% della parte variabile delle rispettive misure tariffarie applicabili la riduzione relativa alle utenze domestiche e non domestiche che attivano i dispositivi di differenziazione e riciclaggio dei rifiuti, di cui all’articolo 13, commi 4, 5 e 6 del Regolamento[17].

Nel piano finanziario del 2012 (DAC Delib. n°35 del 31.07.2012) con l’approvazione del Piano Finanziario 2012 e determinazione delle misure della Tariffa di Igiene Ambientale per l’anno 2012 in applicazione dell’articolo 49 del Decreto Legislativo 5 febbraio 1997, n. 22 predisposto dalla Società AMA S.p.A.. si prevede la copertura dei costi per il servizio di gestione del ciclo dei rifiuti solidi urbani in 719 milioni di euro[18], la cui copertura viene garantita da ricavi derivanti dalla tariffa di pari importo. Si conferma nella misura massima del 30% della parte variabile delle rispettive misure tariffarie applicabili la riduzione relativa alle utenze domestiche e non domestiche che attivano i dispositivi di differenziazione e riciclaggio dei rifiuti, di cui all’articolo 13, commi 4, 5 e 6 del Regolamento[19].

Con la delibera di AC n°87 di dicembre 2013  per l’approvazione del Piano Finanziario 2013 e determinazione delle misure del Tributo Comunale sui rifiuti e sui servizi per l’anno 2013 i costi per il servizio di gestione del ciclo dei rifiuti solidi urbani ammonta ad Euro 744.421.909,00[20] al netto del gettito recupero evasione di 25,3 milioni di Euro la cui copertura, anche per effetto dell’allargamento della base imponibile, viene garantita dalle entrate derivanti dal tributo sui rifiuti e sui servizi di pari importo, l’ammontare TARES che se ne ricava invece nell’allegato 2 della delibera è di 719 milioni di euro di cui 314 per utenza domestica e 405 per utenza non domestica. Si conferma nella misura massima del 30% della parte variabile delle rispettive misure tariffarie applicabili la riduzione relativa alle utenze domestiche e non domestiche che attivano i dispositivi di differenziazione e riciclaggio dei rifiuti sulla base del Regolamento Comunale per la disciplina del tributo comunale sui rifiuti e sui servizi. Il costo complessivo  del 2013  è pari ad Euro 744.421.909,00 che, al netto dell’allargamento della base imponibile stimato in Euro 25.355.057,20, determina un prelievo complessivo a carico degli utenti pari ad Euro 719.066.851,80. Soltanto per l’anno 2013 è riportato In delibera il numero di utenti che beneficia delle agevolazioni concesse da Roma Capitale, sulla base di quanto comunicato da AMA S.p.A., pari a circa 50.000 posizioni per un valore annuo di 13,9 milioni di Euro oltre I.V.A. Informazione che dal 2013 non è più riportata in delibera.

 Con la delibera AC n° 36 di luglio 2014 con l’approvazione del Piano Finanziario 2014 e determinazione delle misure della Tassa sui Rifiuti (Ta.Ri.) per l’anno 2014 è stata introdotta la Ta.ri.  ed è stato stabilito l’importo di 773,96 milioni di euro al netto del gettito recupero evasione (12 milioni di Euro oltre I.V.A) di cui 337,993 per utenza domestica e 435,967 per utenza non domestica. La Società AMA S.p.A. si è impegnata ad incrementare entro il 31 dicembre 2014 la superficie imponibile mediante un allargamento del numero degli utenti anche attraverso una più incisiva lotta all’evasione ed elusione fiscale, prevedendo un recupero di gettito tariffario nell’ordine di 12 milioni di Euro oltre I.V.A. Per dare attuazione ai principi contenuti nella deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 4 del 7 ottobre 2010 che prevede l’introduzione di uno strumento giuridico-programmatico, denominato “Quoziente Roma”, viene valorizzato il nucleo familiare composto da quattro persone e da tre con presenza di un figlio minore con handicap grave prevedendo per tali nuclei familiari che il coefficiente applicato è quello minimo.

Con la delibera dell’AC n° 15 dell’11 marzo 2015 con l’approvazione del Piano Finanziario 2015 e determinazione delle misure della Tassa sui Rifiuti (Ta.Ri.) per l’anno 2015  è stato stabilito l’importo di 776,106 milioni di euro al netto del gettito recupero evasione (16 milioni di Euro oltre I.V.A) di cui 343,319 per utenza domestica e 432,787 per utenza non domestica.

Con la delibera n° 7 del commissario straordinario Tronca del 2016[21] con l’approvazione del Piano Finanziario 2016 e determinazione delle misure della
Tassa sui Rifiuti (Ta.Ri.) per l’anno 2016 è stato stabilito l’importo di 777,792 milioni di euro al netto del gettito derivante dall’allargamento della base imponibile stimato per il 2016 in  20.900.000 di euro di cui 334,444 per utenza domestica e 443,348 per utenza non domestica[22]. Con il commissario viene introdotto per la prima volta questo indirizzo politico “nell’ambito delle azioni finalizzate alla razionalizzazione ed all’efficientamento della spesa, si mandato al Dipartimento Tutela Ambientale, al Dipartimento Partecipazioni Gruppo Roma Capitale, al Dipartimento Risorse Economiche ed alla Ragioneria Generale di implementare un’attività permanente di verifica e monitoraggio delle componenti di costo del Piano economico-finanziario al fine di consentire il pronto recepimento dei possibili riflessi economico-gestionali sul Piano-tariffa“.

Con la delibera n° 3 del 25 gennaio 2017 sull’ approvazione del Piano Finanziario 2017 e determinazione delle misure della Tassa sui Rifiuti (Ta.Ri.) per l’anno 2017 è stato stabilito l’importo di 771,149 milioni di euro, di cui 329,414 per utenza domestica e 441,735 per utenza non domestica, al netto della cifra che la Società AMA S.p.A. si è impegnata ad incrementare entro il 31 dicembre 2017 la superficie imponibile mediante un allargamento del numero degli utenti anche attraverso una più incisiva lotta all’evasione ed elusione fiscale, prevedendo un recupero di gettito tariffario nell’ordine di 19 milioni di Euro oltre I.V.A. Anche la Raggi nell’ambito delle azioni finalizzate alla razionalizzazione ed all’efficientamento della spesa, dà mandato al Dipartimento Tutela Ambientale, al Dipartimento Partecipazioni Gruppo Roma Capitale, al Dipartimento Risorse Economiche ed alla Ragioneria Generale di implementare un’attività permanente di verifica e monitoraggio delle componenti di costo del Piano economico-finanziario al fine di consentire il pronto recepimento dei possibili riflessi economico-gestionali sul Piano-tariffa; inoltre si dà mandato alla Società AMA S.p.A. di redigere entro il mese di marzo 2017 un nuovo piano economico-finanziario in linea con gli obiettivi fissati dalle linee programmatiche di mandato della RAGGI con particolare riguardo all’introduzione della tariffa puntuale.

Con la delibera n° 34 del 30 marzo 2018 con la determinazione delle misure della Tassa sui Rifiuti (Ta.Ri.) per l’anno 2018 è stato stabilito l’importo di 771 milioni di euro al netto del gettito recupero evasione (15,978 milioni di Euro oltre I.V.A) di cui 326,906 per utenza domestica e 444,094 per utenza non domestica. Viene pubblicato l’allegato 3 per la prima volta. Nel 2018 per la prima volta si riportano nel deliberato gli importi  dei costi fissi del servizio nella misura del 46,40% per le utenze domestiche (TaRi-FD pari ad Euro 141.595.075,26) e del 53,60% per le utenze non domestiche (TaRi-FND pari ad Euro 163.566.724,86) e dei costi variabili del servizio nella misura del 39,78% per le utenze domestiche (TaRi-VD) e del 60,22% per le utenze non domestiche
(TaRi-VND) pari, rispettivamente ad Euro 185.310.436,03 ed Euro 280.527.764,15 e i coefficienti necessari ai fini della determinazione della parte fissa e variabile della tariffa del tributo.

Con la delibera n° 39 del 2019 sulla Determinazione delle misure della tassa sui rifiuti (Ta.Ri.) per l’anno 2019 è stato stabilito l’importo di 763,323 milioni di euro al netto dell’importo di 16.499.999,80 dal recupero evasione, di cui 337,615 per utenza domestica e 425,708 per utenza non domestica[23]. Per la prima volta si introduce in delibera l’importo di  7.155.402,10 comprensivo di I.V.A. per gli anni 2016 (Euro 2.144.040,00) e 2017 (Euro 4.360.871,00), da trattenute per mancati servizi erogati da AMA nel 2016 e 2017, certificati con nota del Dipartimento Tutela Ambientale. Per la prima volta in applicazione a quanto previsto al comma 1, dell’articolo 17, della legge
166/2016 nonché all’articolo 16-bis del Regolamento per la disciplina della Tassa sui Rifiuti (Ta.Ri.), di cui alla deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 33 del 30 marzo 2018 e alle disposizioni contenute nella deliberazione di Giunta Capitolina n. 47 del 30 marzo 2017, sarà riconosciuto alle utenze non domestiche che svolgono attività commerciali un coefficiente di riduzione, fino ad un massimo del 20% della Quota variabile della Ta.Ri., attraverso l’attuazione di un progetto sperimentale, il cui valore complessivo è inizialmente stimato in Euro 1.200.000,00.

Con l’articolo 1, comma 527, della legge 27 dicembre 2017, n. 205 è stato assegnato all’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente (ARERA) funzioni di regolazione e controllo in materia di rifiuti urbani. Con deliberazione n. 118 del 30 settembre 2020, l’Assemblea Capitolina ha adottato il Piano Economico Finanziario del Servizio di gestione dei rifiuti urbani di Roma Capitale per l’anno 2020 redatto secondo il Metodo tariffario rifiuti (MTR) di cui alla deliberazione di ARERA n. 443/2019, con un costo complessivo pari a € 819.562.209,54, tale importo costituisce la base finanziaria su cui articolare le tariffe TARI 2020, con separato provvedimento. Per la prima volta si trasmette il Piano finanziario ad ARERA per la sua definitiva approvazione ai sensi dell’art. 6 della delibera n. 443/2019. Per garantire l’equilibrio economico finanziario si approva, sempre per la prima volta, ai sensi dell’art. 42, comma 2, lett. i) del TUEL, lo schema di contratto di cessione di credito con condizione sospensiva, che impegna Roma Capitale per il triennio 2020-2023, autorizzando il Direttore del Dipartimento Risorse Economiche pro-tempore a sottoscrivere il suddetto contratto (Allegato 5), che, al momento della stipula, dovrà essere corredato dall’elenco delle partite iscritte a ruolo fino a concorrenza dell’importo del credito oggetto di cessione con condizione sospensiva per titolarità di AMA S.p.A. di una massa di crediti TARI afferenti alle annualità 2003-2009 non coperta da fondi svalutazioni crediti dichiarati inesigibili con nota prot. n°0003999.I del 21 settembre 2020 per complessivi 102 milioni di euro. Che detta quota con delibera di Assemblea Capitolina sarà inseirita nei piani finanziari 2020-2023 secondo le seguenti quote: 36,5 milioni di euro nel 2020, 36,5 milioni di euro nel 2021, 15 milioni di euro nel 2022 e 14.6 milioni di euro nel 2023.

Con la delibera n°119 del 6 ottobre 2020 è stato stabilito con la determinazione delle misure della tassa sui rifiuti (Ta.Ri.) per l’anno 2020 l’importo di 791,008 milioni di euro (al netto dell’importo di 16,288709 milioni di euro dal recupero evasione) di cui 349,483 per utenza domestica e 441,525 per utenza non domestica. Le procedure sanzionatorie nei confronti di AMA contestate dal Dipartimento Tutela Ambiente sono state pari a 10.756.489,93. Per effetto delle riduzioni sulla parte variabile delle tariffe applicate alle utenze non domestiche, previste dalla deliberazione di ARERA n. 158/2020, stimate in € 35.096.000,00, il prelievo definitivo 2020 a carico dell’utenza sarà pari a € 755.912.381,93

Con la delibera n°61 del 2021 sulla determinazione delle misure della Tassa sui Rifiuti (Ta.Ri.) per l’anno 2021 si rende noto che, applicando le detrazioni di cui al comma 1.4 della Determinazione di ARERA n. 2/2020, pari ad Euro 28.162.449,16, i costi da coprire in tariffa ammontano ad Euro 802.565.528,84, di cui parte fissa Euro
294.481.338,30 (il 36,69%) e parte variabile Euro 508.084.190,54 (il 63,31%). Per effetto delle riduzioni 2021 applicate alle utenze sia domestiche che non domestiche, rispettivamente pari a Euro 8.300.000,00 e Euro 44.582.479,00, il prelievo definitivo 2021 a carico dell’utenza sarà pari a Euro 749.683.049,84, a fronte di un prelievo definitivo 2020 pari a Euro 755.912.381,93. Si introduce per la prima volta per le utenze non domestiche tra le agevolazioni le percentuali di riduzione dello spreco alimentare. Per le utenze domestiche limitatamente all’esercizio finanziario 2021 è introdotto il diritto ai bonus per disagio economico.

NOTE

[1] È stata soppressa la tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani.

[2] Con la deliberazione consiliare n. 24 del 2003 la società AMA S.p.A. è stata individuata quale soggetto gestore preposto all’applicazione e alla riscossione della tariffa sul territorio comunale e con la delibera di giunta n°452 (23 dicembre 2009) il Comune di Roma ha affidato ad AMA S.p.A. la tariffazione, riscossione e gestione della Tari.

3] Al “decreto Ronchi” è poi subentrato il D.lgs. 3 aprile 2006, n. 152.

[4] AMA S.p.A deve trasmettere ogni anno all’Osservatorio nazionale sui rifiuti copia del piano finanziario e della relazione.

[5] Nel 2009 è stato affidato ad AMA la tariffazione, riscossione e gestione della TARI (23 dicembre 2009 delibera di giunta n°452). Nel 2018 è stato avviato il processo di internalizzazione delle attività di riscossione della TARI che sarà in capo a Roma Capitale (delibera di giunta capitolina n°42 del 15 marzo 2018).

[6] Con il D.P.R. n. 158 del 1999 (GU n.129 del 4-6-1999 – Suppl. Ordinario n. 107) è stato emanato il Regolamento recante norme per l’elaborazione del metodo normalizzato che stabilisce anche la classificazione dei costi fra parte fissa e parte variabile della tariffa.

[7] Banca d’Italia (2018) questioni di economica e finanza occasional papers n°474, “Il prelievo locale sui rifiuti in Italia: benefit tax o imposta patrimoniale (occulta)?

[8] L’art. 2 del Patto per Roma ha individuato gli obiettivi di raccolta differenziata per il periodo 2012-2016, in particolare 30% nel 2012, 40% nel 2013, 50% entro il 2014, 60% entro il 2015 e 65% entro il 2016. In questo quadro si inserisce anche il Protocollo di intesa con CONAI (Consorzio Nazionale imballaggi) per predisporre un piano di fattibilità di un nuovo sistema di raccolta differenziata sul territorio romano utilizzando progetti pilota per realizzare la gestione integrata dei rifiuti urbani.

[9] Il numero delle utenze fantasma non si può stimare poiché non sono ancora disponibili i dati dell’Istat aggiornati (DEMO). Ma il dato strutturale che risulta nel biennio 2017-2018 si attesta sulle 146 mila unità.

[10] Il Dipartimento risorse economiche non rende disponibili i dati (vedi n.d. tavola 5) del numero utenti non domestici per descrizione attività produttiva nell’allegato 6 in delibera.

[11] La riscossione coattiva TARI e le fasi esecutive del credito in questo periodo scaturiscono dal DPR n°602/1973. Il processo di emissione dei ruoli esecutivi e della gestione degli stessi è affidata Consorzio Nazionali dei Concessionari (Equitalia S.p.A.).

[12] Restano comunque in capo ad AMA S.p.A, anche al termine del processo di internalizzazione, le attività di spedizione e stampa degli avvisi bonari e la gestione in supporto di tutte quelle attività connesse alla fase del pagamento spontaneo, alla gestione delle banche dati, all’aggiornamento dell’anagrafica e a quanto connesso alle attività di raccordo con le attività di raccolta e smaltimento dei rifiuti.

[13] Eseguita azione assessorile soltanto il 14 novembre 2018 con direttiva n° 5 del 2018 dove la cabina di regia risulta composta da: assessore al bilancio Lemmetti, Direttore Generale Giampaoletti, dal capo dipartimento risorse economiche Cervi, dal ragioniere generale Botteghi, dal presidente di AMA Bagnacani, e dal segretario della cabina di regia Valle.

[14] Del 30 marzo 2018 richiama l’articolo 1 comma 654-bis della legge 27 dicembre 2013, n. 147 introdotto dall’art. 7, comma 9, legge n. 68 del 2014 del Governo Renzi.

[15] Roma Capitale stabilisce annualmente, sulla base dell’attestazione dei crediti inesigibili, e prima dell’approvazione del Piano Finanziario Tariffa, le modalità con le quali AMA dovrà inserire nel Piano medesimo, tra le componenti di costo, l’importo dei crediti di presumibile inesigibilità nonché le partite creditorie inesigibili (legge 27 dicembre 2013, n. 147).

[16] È stata determinata nella misura massima del 30% della parte variabile delle rispettive misure tariffarie applicabili la riduzione relativa alle utenze domestiche e non domestiche che attivano i dispositivi di differenziazione e riciclaggio dei rifiuti, di cui all’articolo 13, commi 4, 5 e 6 del Regolamento per l’applicazione sperimentale della tariffa per la gestione dei rifiuti urbani. Inoltre è prevista la copertura concernente la rimodulazione del coefficiente Kb di cui all’Allegato n. 6, prevista per i nuclei familiari di quattro componenti e di quelli di tre componenti nei quali vi è la presenza di un figlio minore con handicap grave ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104 e stimata in complessivi 3 milioni di Euro, finanziata dall’attività di recupero dell’evasione della tariffa da parte della società AMA S.p.A.

[17] È confermata nella misura massima del 30% della parte variabile delle rispettive misure tariffarie applicabili la riduzione relativa alle utenze domestiche e non domestiche che attivano i dispositivi di differenziazione e riciclaggio dei rifiuti.

[18] È accertata nel titolo primo dell’entrata del Bilancio 2012 di Roma Capitale sulla risorsa economica 1.02.2000 voce economica 0TAC.

[19] Si conferma la misura massima del 30% della parte variabile delle rispettive misure tariffarie applicabili la riduzione relativa alle utenze domestiche e non domestiche che attivano i dispositivi di differenziazione e riciclaggio dei rifiuti, di cui all’articolo 13, commi 4, 5 e 6 del Regolamento per l’applicazione della tariffa per la gestione dei rifiuti urbani, e per gli alloggi di servizio dei custodi degli edifici pubblici la metratura catastale, riferita alla tariffa rifiuti, deve essere inserita in quella degli edifici stessi, quindi la tariffa sarà a carico della proprietà, per gli spettacoli viaggianti di cui all’articolo 2 della legge 18 marzo 1968, n. 337, che occupano il suolo pubblico in base ad una concessione con effetto permanente, le superfici sono calcolate secondo i criteri definiti dall’articolo 18 del vigente Regolamento in materia di occupazione suolo pubblico e del canone.

[20] È accertata la somma di Euro 744.421.909,00 nel titolo primo dell’entrata del Bilancio 2013 di Roma Capitale sulla risorsa economica E 1.02.2500 voce economica 1TAR.

[21] Nel 2016 l’importo tariffa delle utenze domestiche riportato in delibera (334 milioni di euro) è leggermente diverso dall’importo che si determina a calcolo (331 milioni di euro).

[22] Per effetto di un errore materiale il valore riportato in delibera differisce per -2.762 nelle utenze domestiche e + 2.762 per quelle non domestiche rispetto al valore calcolato riportato nella tavola 1.

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