Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è la grande occasione per rilanciare l’Italia, ma i ritardi e le criticità ne stanno frenando l’attuazione. “Ecco perchè il PNRR ancora non decolla: tutti i ritardi” evidenzia come la mancanza di una piattaforma centralizzata pubblica renda difficile monitorare l’avanzamento delle misure, verificare il rispetto degli obiettivi climatici e digitali e garantire l’equità territoriale.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è strutturato in sei Missioni che combinano investimenti e riforme:
- Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura
- Rivoluzione verde e transizione ecologica
- Infrastrutture per una mobilità sostenibile
- Istruzione e ricerca
- Inclusione e coesione
- Salute
L’allocazione delle risorse segue precisi vincoli stabiliti dal Parlamento europeo:
- 37% per la mitigazione climatica (80,2 miliardi di euro)
- 20% per la transizione digitale (51,3 miliardi di euro)
- 40% delle spese territorializzabili per il Sud, in proporzione alla popolazione residente (34%)
Tuttavia, l’effettiva implementazione di queste misure incontra difficoltà: “Il rischio flop per il PNRR dell’infanzia”, pubblicato su lavoce.info, evidenzia come alcuni settori siano particolarmente vulnerabili a questi ritardi.
Governance e attuazione
Il PNRR coinvolge numerosi attori istituzionali:
- Cabina di regia: affidata alla Presidenza del Consiglio, supportata da una segreteria tecnica.
- Gestione centrale: il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) coordina i rapporti con la Commissione Europea.
- Responsabilità attuativa: suddivisa tra i Ministeri, ciascuno con una struttura dirigenziale dedicata.
- Soggetti attuatori: Regioni, Enti Locali, organismi pubblici o privati.
Per garantire la trasparenza, i finanziamenti vengono erogati in 10 rate semestrali, subordinate al raggiungimento di traguardi e obiettivi misurabili. Tuttavia, le imprese si trovano spesso a essere gli unici beneficiari reali dei fondi, come evidenziato da “Revisione del PNRR: le imprese uniche beneficiarie” su lavoce.info.
Monitoraggio e rischi
Il sistema informativo ReGiS, pensato per garantire libero accesso ai dati, è operativo, ma il monitoraggio dell’attuazione resta frammentario e non aggiornato tempestivamente. “Per PNRR e PNC i nodi arrivano al pettine”, sempre su lavoce.info, denuncia come molte criticità stiano emergendo solo ora, rendendo più difficile il controllo su frodi, corruzione e infiltrazioni della criminalità organizzata. Anche il tema della spending review è cruciale per evitare sprechi e inefficienze: “Nuovo approccio per una spending review efficace”, su lavoce.info, sottolinea l’importanza di rivedere le modalità di spesa e gestione dei fondi.
Senza un sistema di monitoraggio trasparente e accessibile, il PNRR rischia di trasformarsi in un’occasione mancata. Per evitare un fallimento, è necessario un maggiore coordinamento tra gli enti coinvolti, un uso più efficiente delle risorse pubbliche e una revisione delle strategie di attuazione. La modernizzazione del Paese passa dalla capacità di garantire trasparenza, efficienza e impatto concreto delle riforme e degli investimenti.
L’efficienza del PNRR dipenderà dalla capacità di superare questi ostacoli, garantendo trasparenza, rapidità nell’attuazione e un efficace utilizzo delle risorse per modernizzare il Paese.
Articoli pubblicati su lavoce.info e il fatto quotidiano
- Ecco perchè il PNRR ancora non decolla: tutti i ritardi
- Il rischio flop per il PNRR dell’infanzia su lavoce.info
- Revisione del Pnrr: le imprese uniche beneficiarie su lavoce.info
- Nuovo approccio per una spending review efficace su lavoce.info
- Per Pnrr e Pnc i nodi arrivano al pettine pubblicato su lavoce.info
Conferenza stampa (video) di presentazione (Senato della Repubblica, Sala Nassirya, 2 marzo 2022) presentazione monitoraggio
- leggi primo articolo
- prima Interrogazione PNRR Giustizia
- seconda interrogazione PNRR GIUSTIZIA
- terza interrogazione PNRR GIUSTIZIA
- Risoluzione n°2 Relazione Cartabia e PNRR Giustizia
- Interrogazione rispetto quota del 40% al sud del PNRR