Archivi autore: Monica Montella

Fondi Europei: una grande occasione per l’Italia

L’Italia avrebbe una grande occasione: “per uscire dal tunnel” potrebbe utilizzare efficacemente i fondi europei 2014-2020potrebbe creare nuova occupazione, potrebbe migliorare le condizioni economiche delle famiglie e potrebbe gestire efficientemente i beni comuni. I dati disponibili da Open Coesione fanno capire meglio la logica che ha accompagnato la programmazione 2007-2013 dei vari progetti europei cofinanziati[1]  (gli esiti sono stati pietosi come è esplicativo in questo video) e come parte delle risorse dei fondi europei 2007-2013 sono andate sprecate, occasioni di sviluppo mancate. Per non ripetere gli stessi errori bisogna stavolta partire con una marcia in più, bisogna monitorare step by step le varie fasi del processo di finanziamento dei nuovi progetti europei e ridurre la burocrazia come ad esempio le articolate e complesse procedure comunitarie. Bisogna cercare di predisporre un sistema di rilevazione delle informazioni su chi beneficia concretamente dei singoli progetti; quale valore aggiunto apporta in concreto il progetto al territorio o alla società o specificamente alle imprese o ai suoi cittadini etc. Continua a leggere

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Per un’Europa diversa bisogna dare un voto diverso

Il 2014 è un anno molto importante in quanto ci saranno a maggio le elezioni  del Parlamento Europeo. Il nostro voto conterà moltissimo in queste elezioni perché noi cittadini saremo determinanti per le politiche della futura Commissione Europea. In un recente dibattito su “l’Europa a Roma, l’Europa nel Lazio” finalizzato in primis a presentare i centri d’informazione “Europe direct“, ma che poi si è rivelato un vero e proprio dibattito politico sul futuro dell’Europa, nel suo intervento Alessandro Giordani (capo del settore stampa della Commissione Europea in Italia) ha sostenuto che “un anno particolare come è questo….le elezioni europee sono uno strumento fondamentale per riappropriarci del tipo di europa che vogliamo“….”la commissione europea in questa fase ha un interesse istituzionale che va oltre  a quello di dire cominciamo a discutere, cominciamo a sentire la pancia non solo la testa delle persone per quel che riguarda l’identità o la non identità tra l’Europa che c’è e l’Europa che vorremmo e l’Europa in cui ci riconosciamo“…..”esiste un meccanismo democratico a partire dal voto di quest’anno a maggio 2014 per riappropriarci e per dare un colore e una forma alle politiche europee”….. Continua a leggere

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Per un Europa solidale bisogna andare “OLTRE”

a cura di Monica Montella

I popoli europei nel creare tra loro un’unione sempre più stretta hanno deciso di condividere un futuro di pace fondato su valori comuni. Senza dubbio questo è stato un obiettivo fondamentale raggiunto. Secondo la carta dei diritti fondamentali l’Unione Europea dovrebbe “promuovere uno sviluppo equilibrato e sostenibile”.
Quando furono individuati i criteri di convergenza per poter aderire all’unione economica e monetaria, i famosi parametri di Maastricht non si è proceduto a risolvere la struttura anomala dell’impianto europeo in quanto priva di personalità giuridica e di risorse proprie che non permetteva di avvicinare maggiormente l’Europa ai cittadini. Si premette che abbiamo una europa disegnata a 17 paesi che fanno parte dell’euro, ma anche una europa di 28 paesi con la differenza dei paesi che non adotta ancora la moneta unica. Un disegno diabolico fatto da chi vuole che fallisca il progetto europeo. Continua a leggere

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Caso Banca d’Italia: è meglio per Letta un uovo una tantum rispetto a una gallina ogni anno?

articolo pubblicato su 

La rivalutazione del valore delle quote di Banca d’Italia è una operazione “furba” sostiene Marcello Esposito in “Tutti i rischi dell’operazione Banca d’Italia ma come tutte le italiche “furbizie”, il vantaggio di breve periodo rischia di diventare una perdita nel lungo periodo”. Ma perché il Governo ha optato per questo strumento attraverso un decreto? Beh di certo non per favorire i suoi cittadini, ma “di sicuro per evitare che si dispieghino gli effetti negativi della legge n. 262 del 2005, mai attuata, che contempla un possibile trasferimento allo Stato della proprietà del capitale della Banca d’Italia” (si veda oltre). La cosiddetta “legge sul risparmio” del 2005 che indica esplicitamente che la Banca d’Italia è un “istituto di diritto pubblico”. Ma per disciplinare le modalità del trasferimento, si sarebbe dovuto varare un regolamento entro il 2008.

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Forse un barlume di speranza per la Sanità della Regione Lazio

pubblicato su Lazio5stelle.it 

a cura di Monica Montella e Tiziana Chiriaco*

La sanità pubblica è in gran parte di competenza nazionale, la Comunità Europea ha un ruolo sussidiario rispetto all’azione degli Stati membri, ruolo che consiste essenzialmente nel sostenere i loro sforzi e nell’aiutarli nella formulazione e nell’attuazione di obiettivi e strategie coordinate. La definizione delle politiche nazionali in materia di sanità resta tuttavia una competenza esclusiva degli Stati membri. L’azione dell’UE non include pertanto la definizione delle politiche sanitarie, né l’organizzazione e la fornitura di servizi sanitari e di assistenza medica. Ma con Europa 2020 si rafforza il principio che i sistemi sanitari devono garantire la parità di accesso alle cure sanitarie attraverso equità nel finanziamento (in base alla capacità contributiva) e in accesso alle cure (secondo il bisogno e non sulla base della capacità finanziaria). Questi principi devono essere alla base di tutti i nostri ragionamenti
sulla sanità pubblica per garantire un carattere  redistribuivo dai ricchi ai poveri e dal sano al malato. I valori generali di universalità, accesso a un’assistenza di qualità, equità e solidarietà sono ampiamente accettati e condivisi in tutta Europa.  Continua a leggere

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Il ciclo di sorveglianza di bilancio. Una pernacchia agli italiani

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Con l’entrata in vigore dei regolamenti noti come Two-pack, per la prima volta la Commissione europea esercita quest’anno il ciclo di sorveglianza di bilancio e di governance economica per la zona euro. Nell’analisi del documento programmatico di bilancio dell’ITALIA che accompagna il parere della Commissione ci sono alcune affermazioni abbastanza inquietanti che gli italiani non conoscono perché in Italia alla data di oggi non è stata data diffusione, sul sito del MEF, dell’insieme dei tre documenti , che racchiudono il ciclo di sorveglianza. Ecco alcune perplessità emerse che è importante evidenziare:

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Monitoraggio conti pubblici – Stima flash terzo trimestre 2013

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Per il nono trimestre consecutivo il Pil è in calo influenzando negativamente le aspettative di crescita. La ripresa, più volte annunciata, è diventato un credo di pochi. La flessione del Pil mette a rischio gli indicatori di Finanza pubblica del Governo e gli obiettivi ambiziosi prefissati. La luce in fondo al tunnel diventa sempre più piccola.

Nel terzo trimestre 2013 il prodotto interno lordo a prezzi costanti è diminuito del 1,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (tendenziale); analogo valore si registra per la variazione acquisita[1] del 2013. Si tratta di numeri che sembrano discostarsi dalla stima governativa di -1,7% prevista nella Nota di aggiornamento al Def.

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Una Europa di squilibri economici non può essere una Europa solidale

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Il dibattito sulle critiche rivolte dal Dipartimento del Tesoro degli Usa, dal FMI e dalla BCE al surplus commerciale della Germania e alle sue ricadute negative sull’economia globale ma soprattutto all’interno dell’area Euro, suggerisce un’analisi più approfondita del profilo macroeconomico dei principali Paesi Europei.

Nella Contabilità Nazionale si considera l’uguaglianza in un determinato lasso di tempo tra PIL e importazioni da un lato e consumi privati, consumi pubblici, investimenti fissi lordi ed esportazioni dall’altro come evidenzia l’espressione seguente:

PIL + IMP = C + G + I + EXP

dove a sinistra sono rappresentate le risorse di un paese, cioè la formazione del PIL (approccio del valore aggiunto), mentre a destra dell’espressione abbiamo la destinazione economica delle risorse o semplicemente impieghi del PIL (approccio della spesa). Continua a leggere

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La nuova rivoluzione industriale: il contributo dei maker

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La crisi economica ha provocato una caduta della produzione ma per invertire la rotta bisogna puntare su settori in cui i tanti giovani di talento si sentono rappresentati. I maker costituiscono un movimento culturale contemporaneo, che rappresenta un’estensione su base tecnologica del tradizionale mondo del fai da te. In molti oggi non esitano a definire questo fenomeno come una nuova “rivoluzione industriale”.”Da qualche anno una piccola rivoluzione industriale è in atto in settori che vanno dall’aerospazio all’oreficeria e non solo per creare prodotti unici, ma in generale per innovare i processi di disegno, prototipazione e riparazione. In un prossimo futuro i pezzi di ricambio industriali non si spediranno ma si faranno stampare direttamente al cliente fornendogli le specifiche software”. Continua a leggere

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Investimenti in declino in Europa. L’Italia la peggiore

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Il  capitale fisico svolge un ruolo fondamentale nella crescita economica. Le infrastrutture e le attrezzature che servono alla produzione di un paese devono essere sostituite nel tempo perché soggette ad usura e per rinnovarle occorre effettuare investimenti. Osservando solo gli investimenti fissi lordi, che sono una componente del prodotto interno lordo, non sappiamo però quanti di essi sono effettuati per sostituire il capitale fisico già esistente e quanti, invece, per incrementarlo.

In Europa e soprattutto in Italia, si assiste da diversi anni a un vero e proprio decadimento degli investimenti. L’intensità del peggioramento può essere misurata attraverso il rapporto di espansione/contrazione degli investimenti rispetto agli ammortamenti (figura 1) [1]. Continua a leggere

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