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Leggi l’interrogazione sul contributo
I fondi stanziati dal Governo e gestiti dalla protezione civile ossia i 15 milioni di euro per Roma Capitale, in relazione alla situazione economica determinatasi per effetto delle conseguenze dell’emergenza COVID-19, saranno ripartiti tra i municipi di Roma Capitale secondo i criteri utilizzati dall’Ocdpc n.658 del 29 marzo 2020 , come ha confermato oggi in commissione bilancio l’assessore Lemmetti (minuto 55), ovvero utilizzando la popolazione residente e il reddito medio procapite per municipio dando di più, come prevede il riparto, a quelli che hanno redditi più bassi.
Per abbattere la disomogeneità nella distribuzione delle risorse alle strutture territoriali è necessario comunque dirimere le cause ab-origine che giustificano le maggiori risorse finanziarie da destinare ai municipi.
I municipi di Roma Capitale sono 15 come è stato fissato nella Delibera del 7 marzo 2013 n. 8 in cui l’Assemblea Capitolina approvò il nuovo Statuto, ridisegnando l’assetto del territorio.
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Roma è una città fortemente disuguale, la discriminazione degli individui è legata al territorio dove vivono quotidianamente per questo bisogna urgentemente creare le condizioni per superare questa disomogeneità territoriale.
Roma ha una superficie di 1287 chilometri quadrati, pari a 9 metropoli europee messe insieme, comprese Parigi e Vienna; i residenti a Roma sono circa 2,9 milioni, di cui il 13,4% sono stranieri; nel 2018 i turisti arrivati sono stati 28 milioni presenti negli esercizi alberghieri e 8 milioni negli esercizi complementari, le forze di lavoro sono due milioni e il reddito pro capite è stato di 25 mila euro nel 2016.
Roma Capitale dispone di 1613 euro per abitante per la spesa finale (4,6 miliardi di euro), nel 2018 ha gestito 49 milioni di passeggeri transitati nei due scali della Capitale e dispone di soli 60 chilometri di metropolitane; Roma ha quasi 9000 chilometri di strade da manutenere (per asfaltatura, per le buche, per le alberature, per lo sfalcio del verde, i rifiuti e le pulizie).
Per ogni chilometro di strade per la manutenzione sono destinate 122 mila euro, ossia 15 volte meno di Milano, le strade di Roma Capitale sono 5 volte più estese in proporzione agli abitanti. La sua superficie è pari a 1.287 KM². Su queste strade romane corrono quasi 2 milioni di automobili che fanno 13 mila incidenti all’anno con 140 morti e 17 mila feriti.
Roma ha un debito straordinario di 13 miliardi e un debito ordinario di più di un miliardo di euro, il comune deve sostenere 45 mila dipendenti tra dipendenti capitolini e aziende partecipate.
Riguardo la sicurezza urbana Roma ha più di 5000 denunce, la distribuzione sul territorio della polizia urbana è però distribuita in maniera disomogenea concentrando la giunta un numero maggiore di poliziotti al centro storico della città.
Il comune di Roma possiede circa 25 mila immobili di cui 24 mila abitativi ma le relative pratiche non sono digitalizzate per cui è difficile raggiungere gli inquilini e incassare i milioni di euro per i pigioni annualmente in mora, un rilevante problema da affrontare tempestivamente è quello legato all’emergenza abitativa. Nel Comune di Roma ci sono circa 12 mila famiglie in lista di attesa per l’assegnazione della casa popolare e più o meno 90 occupazioni di stabili vuoti. Compito della Capitale è quello delle assegnazioni mentre la Regione Lazio detta le regole e legifera in base ai dati formati sulla composizione demografica delle famiglie. L’aggiornamento dei dati per avvicinare le politiche abitative alle realtà attuali è una esigenza prioritaria per il benessere e la qualità della vita dei cittadini romani.
Roma oltre ad essere sede della Città del Vaticano, il più piccolo Stato indipendente del mondo con 44 ettari, ospita oltre cento Ambasciate, i ministeri, la Camera e il Senato, le Corti e le rappresentanze straniere tutti ospitate in edifici esenti dalle tasse.
La città del Vaticano è uno Stato Sovrano, il Sommo Pontefice sovrano ha pienezza dei poteri (legislativo, esecutivo e giudiziario), si tratta di una teocrazia senza divisione dei tre poteri. I cittadini che hanno titolo a risiedere sono 450 di cui autorizzati 350 senza cittadinanza, mentre i dipendenti sono quasi 2000, mentre la Santa Sede che estende la sua autorità su un miliardo e 214 milioni di cattolici sparsi per il mondo, è guidata dal Romano Pontefice che, il 26 marzo 2019, ha sentito il bisogno di sottolineare che la capitale ha bisogno di maggiore attenzione e coraggio affinché tanto splendore non si degradi.
La fitta rete della Chiesa Universale, composta da quasi due milioni di persone, è organizzata da 5.300 vescovi, 415.000 sacerdoti (il 67,9% di essi sono del clero diocesano mentre il restante 32,1% di quello religioso), 712.000 suore, 46.312 diaconi, 52.625 religiosi non sacerdoti, 355.000 missionari, 218.000 seminaristi, 36.000 catechisi e centinaia di migliaia di volontari.
Nelle istituzioni pubbliche di Roma lavorano quasi un milione e mezzo di dipendenti e ci sono oltre 16 organizzazioni non profit con 76 mila volontari. Per gestire tutto questo la Santa Sede ha 2.880 dipendenti distribuiti in 64 enti.
A Roma per migliorare la qualità del servizio universitario servirebbe un maggiore raccordo tra tutte le università pubbliche. Roma Capitale è la città che ospita 44 università tra pubbliche, private e confessionali. Le tre università pubbliche (La Sapienza, Tor Vergata e Roma Tre) sono frequentate da 180 mila studenti. Il rapporto tra Roma e l’università sarà molto importante in futuro soprattutto per le grandi questioni come la rigenerazione urbanistica, l’economia della cultura, la green economy, la riforma degli assetti istituzionali, il trasferimento tecnologico, la creatività giovanile, il rinnovamento della didattica nelle scuole, la sfida della interculturalità.
Soltanto nel 2017 ci sono state nella capitale quasi 5 manifestazioni al giorno inoltre sono arrivati 46 Capi di Stato e 43 Capi di Governo stranieri (con tutte le ripercussioni sulla mobilità urbana) ognuno con relativo seguito e tutti con i conseguenti problemi di ospitalità, traffico e sicurezza.
Roma Capitale avrebbe bisogno di una legge speciale, come ne fruiscono tutte le grandi capitali europee, per cui lo Stato si accolla le spese relative alla funzione di capitale attraverso trasferimenti diretti speciali per Roma Capitale d’Italia (se venissero trasferiti i fondi tempestivamente non ci sarebbe bisogno di ricorrere all’anticipazione di cassa o a fare ricorso ai fondi vincolati per finanziare la spesa corrente, questi movimenti di risorse finanziarie in uscita e in entrata sono registrate nel bilancio capitolino come partite di giro e quindi fanno lievitare il Titolo 9 delle entrate e il corrispondente Titolo 7 delle uscite a 5 miliardi di euro nel bilancio di previsione.
Quindi Roma deve essere posta in grado di governare con strumenti normativi appropriati e con una adeguata dotazione di risorse finanziarie, strumentali ed umane.
Aspettando quindi la legge speciale! Una prima bozza di proposta di legge parlamentare ha affrontato il delicato tema, ma non si può aspettare il percorso parlamentare di un disegno di legge per risolvere i tanti problemi che affliggono i residenti romani; è prioritario per il Governo Conte bis conferire a Roma i Poteri Speciali come ha dichiarato alla Camera il giorno della fiducia lo stesso Presidente del Consiglio dei Ministri parlando di Roma: “Lo statuto di Roma Capitale dovrà essere profondamene riformato, perché sia più aderente al ruolo che la città riveste, anche in quanto sede delle massime istituzioni della Repubblica”.
Leggi anche la relazione sulla disuguaglianza della spesa capitolina e l’ordine del giorno presentato in occasione del Consiglio Straordinario “Status di Roma Capitale e relativi poteri e risorse” (purtroppo respinto con 22 voti di astensione e due voti contrari).
COMMISSIONE CONTROLLO GARANZIA E TRASPARENZA – Vice Presidente Vicario
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Leggi la proposta di delibera in materia di utilizzo di indicatori per assegnare e redistribuire le risorse finanziarie ai Municipi di Roma Capitale (bocciata)
Per attuare un effettivo ed efficace decentramento amministrativo, che porti reali benefici ai cittadini, è necessario creare un “cruscotto di indicatori”, almeno trimestrale e annuale, di dati strutturali (amministrativi e statistici) per fotografare il reale fabbisogno potenziale dei servizi alla persona e al territorio che siano poi legati alla effettiva domanda dei fabbisogni rilevati nei 15 municipi di Roma Capitale.
Leggi la relazione e l’ordine del giorno presentato in occasione del Consiglio Straordinario “Status di Roma Capitale e relativi poteri e risorse” (respinto con 22 voti di astensione e due voti contrari).
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L’Europa e le Nazioni Unite chiedono ai paesi di azzerare il consumo di suolo netto entro il 2050, di allineare il consumo di suolo alla crescita demografica reale e di non aumentare il degrado del territorio entro il 2030.
Il consumo di suolo è l’incremento della copertura artificiale di una superficie originariamente agricola, naturale o semi-naturale ed è quindi definito come la variazione da una copertura non artificiale (suolo non consumato) a una copertura artificiale del suolo (suolo consumato).
In Europa le superfici artificiali coprono il 4,2% del territorio (Istat, 2015). L’Italia si colloca al 6° posto della graduatoria con il 6,9% di superfici coperte con quasi 3 punti percentuali sopra la media europea ma se espressa in termini di metri quadri pro capite l’Italia si colloca al 18° posto.
Tra le città italiane Roma è la seconda città, dopo Genova, che presenta il 75,5 % di suolo non consumato ma è anche la città con un consumo di suolo più alto tra le principali città italiane, presenta infatti il maggior numero di ettari di consumo di suolo. Continua a leggere
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leggi la proposta di delibera bocciata
Nel 2018 Roma Capitale[1] ha accertato 5 miliardi di euro di entrate finali (al netto di quelle per conto terzi e partite di giro); di questa cifra soltanto il 66% è stata effettivamente riscossa dall’ente; tale quota scende al 54% se facciamo riferimento alle entrate extra tributarie.
Uno scarso livello di riscossione delle entrate è una delle principali cause degli squilibri di bilancio di un ente territoriale, proprio a tal fine l’OREF “raccomanda Roma di procedere all’analisi delle discordanze ed individuarne le motivazioni al fine di assumere i provvedimenti necessari ai fini della riconciliazione delle partite debitorie e creditorie“.
Come è riportato nella tavola 1 le entrate correnti di natura tributaria, contributiva e perequativa Continua a leggere
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Nel corso del 2008, successivamente all’insediamento dei nuovi organi elettivi del Comune di Roma, si è manifestata una situazione finanziaria critica per cui l’attività istituzionale ha rischiato di essere paralizzata, con conseguente sospensione dell’erogazione dei servizi pubblici, compresi quelli essenziali. La capitale d’Italia è di fatto fallita!
Alla luce di tale situazione così certificata dagli ispettori del MEF della ragioneria generale dello Stato, in alternativa alla dichiarazione di dissesto prevista per tutti gli enti locali, si è stabilito una disciplina particolare con la quale, oltre agli organi della Gestione Ordinaria, ha portato alla costituzione della Gestione Commissariale con la nomina di un Commissario Straordinario del Governo per la predisposizione ed attuazione di un piano di rientro dall’indebitamento pregresso e un bilancio separato rispetto alla gestione ordinaria a partire dalla data del 28 aprile 2008 con due gestioni autonome.
Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri[1], è stato nominato il Sindaco di Roma Capitale quale Commissario Straordinario del Governo per la ricognizione della situazione economico-finanziaria dello stesso Comune e delle società da esso partecipate.I
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Leggi la proposta di delibera di indirizzo su valorizzazione del patrimonio immobiliare e sulla capacità di riscossione delle entrate di Roma Capitale.
Il Comune di Roma deve ripianare, per effetto del piano di rientro, più di un miliardo di euro di debito “ordinario” che i cittadini romani dovranno pagare fino al 2044.
Con segno negativo è riportato infatti la quota pari a 28,4 milioni di euro che rappresenta il rateo annuale del disavanzo da ripianare con rate costanti a decorrere dal 2015.
Il Comune di Roma registra anche nel 2017 un disavanzo di 666 milioni di euro in linea con il disavanzo massimo consentito nel 2017 dalle disposizioni normative, che risulta comunque un importo in riduzione rispetto al 2016 (-8,1%) di 59 milioni di euro cifra ben superiore dell’importo massimo di disavanzo ammesso nel 2017 pari a 697,6 milioni di euro quale limite posto previsto con decreto del ministero dell’interno del 2 aprile 2015. Continua a leggere
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Leggi l‘analisi e la proposta di delibera di indirizzo su valorizzazione del patrimonio immobiliare e sulla capacità di riscossione delle entrate di Roma Capitale bocciata
Il patrimonio immobiliare di Roma Capitale si compone in categorie giuridiche inventariali secondo tre gradi di dettaglio quali: il demanio comunale, il patrimonio indisponibile e quello disponibile.Fonte: Comune di Roma, amministrazione trasparente, Beni immobili e gestione patrimonio
Le immobilizzazioni materiali contenute nel rendiconto 2017 sono distinte in beni demaniali e beni patrimoniali disponibili e indisponibili. Il valore al 31-12-2017 delle immobilizzazioni materiali riportato nello stato patrimoniale di Roma Capitale ammonta a più di 13 miliardi di euro. Continua a leggere
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Leggi l‘analisi e la proposta di delibera di indirizzo per implementare l’utilizzo di indicatori in fase di bilancio per assegnare e redistribuire in maniera oggettiva le risorse finanziarie ai Municipi di Roma Capitale. Esito votazione Bocciata
L’analisi dell‟allocazione delle risorse all‟interno dei singoli municipi è necessaria, soprattutto in un’ottica di decentramento amministrativo, per conseguire un risultato generale di razionalizzazione e di efficientamento della spesa. I municipi, dopo l’approvazione nel 2014 del piano di rientro (articolo 16 legge 2 maggio 2014, n. 68) per Roma Capitale, avrebbero dovuto dare indicazioni dettagliate rispetto ai fabbisogni economici legati a fondi insufficienti per l’erogazione dei vari servizi cui i Municipi sono chiamati a provvedere. I fondi dovrebbero essere distribuiti, nel rispetto del piano di rientro, in maniera equa e rispettando le esigenze di ogni Municipio, in base a criteri ben precisi che tengano conto, utilizzando gli indicatori di riferimento, dell’estensione territoriale, della densità di popolazione, delle caratteristiche demografiche, sociali, economiche dei suoi abitanti.In quest’ottica le strutture territoriali di
Roma Capitale sono passati da 19 a 15[1]. La Giunta Capitolina[2], ha poi precisato i confini dei 15 Municipi, definendone i rispettivi territori[3].
Nel 2016 si è registrata una spesa corrente di Roma Capitale per abitante di 1.460 euro di cui 991 euro è stata destinata in particolare per l’acquisto di beni e servizi. Una piccola quota, pari a 79 euro in media per abitante è stata assegnata ai municipi per la gestione dei servizi, con l’importo più alto nel municipio XIII con 107 euro procapite e con un importo più basso nel terzo e quarto municipio con soltanto 64 euro procapite. La disomogeneità finanziaria territoriale va quindi analizzata in maniera approfondita al fine di correggere eventuali distorsioni nell’allocazione delle risorse finanziarie sul territorio nel rispetto dell’autonomia amministrativa finanziaria e gestionale di cui godono i municipi e soprattutto nel rispetto del piano di rientro (articolo 16 legge 2 maggio 2014, n. 68). Continua a leggere
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