Archivi categoria: Finanza pubblica

Il fondo di solidarietà nazionale assente nel DDl Calderoli

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Nel DDl su autonomia differenziata, proposto e presentato recentemente dal Ministro Calderoli ai presidenti delle regioni, non c’è traccia di definire con quale capacità fiscale si intende garantire la copertura finanziaria delle materie che, ai sensi dell’art. 116, terzo comma, della Costituzione, possono essere oggetto di attribuzione alle Regioni a statuto ordinario.

Nell’ambito del progetto di Governo del centro-destra, riguardante l’autonomia differenziata, un aspetto di estrema importanza, di cui si discute poco, è invece quello della capacità fiscale ai vari livelli di governo.

La capacità fiscale rappresenta il gettito potenziale da entrate da imposte proprie tra i vari livelli di governo (Stato, Regioni, Province – Città Metropolitane e Comuni), date la base imponibile e l’aliquota standard legale. Continua a leggere



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Garanzie a debito per il Fondo verde per il clima

 

Leggi la proposta ODG al disegno di legge al bilancio 

Leggi la relazione

Leggi la norma

Disponiamo di una sola Terra, ma ci comportiamo come se ne avessimo a disposizione 1,6 vivendo al di sopra delle possibilità di rigenerazione delle risorse naturali, con importanti differenze tra le diverse aree territoriali del pianeta.

Nella Decisione presa a COP26 a Glasgow nel patto per il clima si legge che le attività umane hanno causato fino ad oggi per circa 1,1°C il riscaldamento globale e che gli impatti già si stanno  facendo sentire in ogni paese.
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Una fotografia delle entrate pubbliche

 

L’obiettivo di questo articolo è osservare più da vicino l’ammontare complessivo delle entrate pubbliche italiane, distinte per i principali tributi, ed evidenziare come l’incapacità di riscossione dello Stato alimenta i residui attivi che concorrono ad incrementare il debito pubblico. Le entrate sono iscritte in bilancio al momento in cui sono accertate giuridicamente (criterio della competenza giuridica) e incassate (criterio di cassa). Nel conto economico consolidato redatto dall’ISTAT si possono analizzare i flussi delle entrate tra enti territoriali, e a differenza del bilancio dello Stato, si ha una visione complessiva delle entrate pubbliche per sotto settore secondo il principio della competenza economica (principio accrual). leggi il PDF

Abstract

The objective of this article is to look more closely at the total amount of Italian government incomes, divided by the main taxes, and to highlight how the incapacity of cash receipts the State the active residues that contribute to increasing the public debt. Taxes are recorded in the financial statements at the time they are legal assessed (based on criteria of a legal) and to be collected (based on criteria of cash). In the consolidated account for the government sector, drawn up by the ISTAT, it is possible to analyze the revenue flows between territorial authorities, and unlike the state budget, there is an overall view of the government incomes by subsector according to accrual basis.

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Anche gli enti locali soffrono

Le misure adottate per contenere il contagio dal coronavirus (Covid-19) stanno provocando gravi danni economici agli enti locali, le cui conseguenze impatteranno sui bilanci 2020 sia per effetto delle mancate entrate dovute alla contrazione dell’attività economica sul territorio locale sia per le maggiori uscite necessarie per fronteggiare l’emergenza dell’epidemia.

Secondo un articolo del Sole 24 Ore, per il 2020 “i Comuni rischiano un buco di almeno 3 miliardi di euro”, a causa di una riduzione generalizzata che riguarda sia le entrate tributarie (addizionale comunale Irpef, Tari, imposta di soggiorno[1]) che quelle extratributarie (mense scolastiche, asili nido, canone per l’occupazione suolo pubblico, soste a pagamento, contravvenzioni al codice della strada, cartellonistica stradale, canone degli impianti sportivi, musei, teatri, etc.)[2]. Per le Regioni, invece, va sicuramente messo in conto la flessione dell’Irap e delle addizionali regionali sull’Irpef. Continua a leggere



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I parametri di deficitarietà strutturale dei Comuni. Una proposta

  1. L’attuale impianto parametrale per l’individuazione dei deficit strutturali di bilancio

Per capire se i conti dei Comuni sono in ordine ci si affida ad un sistema di indicatori, revisionato di recente, che evidenzia i casi di deficit strutturali di bilancio per i quali si attivano interventi di natura straordinaria[i].Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è images

Il presente contributo intende verificare le situazioni in corso di deterioramento dei bilanci dei Comuni e suggerire alcuni aggiustamenti al sistema di indicatori.

Secondo la fotografia più recente (tavola 1), gli enti deficitari, in riequilibrio finanziario pluriennale (o predissesto decreto legge n. 174 del 2012) e/o dissesto sono circa il 5% del totale dei Comuni italiani e per il 75% evidenziano la presenza di una “questione meridionale” (Ministero degli Interni 2019) [ii].

Tavola 1 – Comuni in difficoltà finanziaria per status e ripartizione geografica (*) – Anno 2018

Fonte: Ministero dell’Interno, Circolare n. 9/2019, allegati 1 e 2 (* ) riferito all’impianto parametrale originario basato su 10 indicatori

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  1. L’attuale impianto parametrale per l’individuazione dei deficit strutturali di bilancio

Per capire se i conti dei Comuni sono in ordine ci si affida ad un sistema di indicatori, revisionato di recente, che evidenzia i casi di deficit strutturali di bilancio per i quali si attivano interventi di natura straordinaria[i].Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è images

Il presente contributo intende verificare le situazioni in corso di deterioramento dei bilanci dei Comuni e suggerire alcuni aggiustamenti al sistema di indicatori.

Secondo la fotografia più recente (tavola 1), gli enti deficitari, in riequilibrio finanziario pluriennale (o predissesto decreto legge n. 174 del 2012) e/o dissesto sono circa il 5% del totale dei Comuni italiani e per il 75% evidenziano la presenza di una “questione meridionale” (Ministero degli Interni 2019) [ii].

Tavola 1 – Comuni in difficoltà finanziaria per status e ripartizione geografica (*) – Anno 2018

Fonte: Ministero dell’Interno, Circolare n. 9/2019, allegati 1 e 2 (* ) riferito all’impianto parametrale originario basato su 10 indicatori

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Una fotografia della spesa pubblica italiana

 

L’obiettivo di questo articolo è dimostrare che il conto economico consolidato redatto dall’ISTAT – a differenza del bilancio dello Stato, che non permette una visione complessiva Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è imagesdella spesa pubblica – permette anche una analisi della movimentazione interna di fondi e quindi consente di osservare più da vicino le pieghe della spesa pubblica italiana.

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Il buco nero dei romani e il “Salva Roma”

  1. Il debito di Roma un po’ di storia….

Nel corso del 2008, successivamente all’insediamento dei nuovi organi elettivi del Comune di Roma, si è manifestata una situazione finanziaria critica per cui l’attività istituzionale ha rischiato di essere paralizzata, con conseguente sospensione dell’erogazione dei servizi pubblici, compresi quelli essenziali. La capitale d’Italia è di fatto fallita!

Alla luce di tale situazione così certificata dagli ispettori del MEF della ragioneria generale dello Stato, in alternativa alla dichiarazione di dissesto prevista per tutti gli enti locali, si è stabilito una disciplina particolare con la quale, oltre agli organi della Gestione Ordinaria, ha portato alla costituzione della Gestione Commissariale con la nomina di un Commissario Straordinario del Governo per la predisposizione ed attuazione di un piano di rientro dall’indebitamento pregresso e un bilancio separato rispetto alla gestione ordinaria a partire dalla data del 28 aprile 2008 con due gestioni autonome.

Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri[1], è stato nominato il Sindaco di Roma Capitale quale Commissario Straordinario del Governo per la ricognizione della situazione economico-finanziaria dello stesso Comune e delle società da esso partecipate.I

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Come misurare il debito pubblico

Il debito pubblico non è un indicatore esaustivo dell’esposizione finanziaria del settore pubblico e va affiancato ad altre grandezze come, ad esempio, le passività finanziarie.

Il debito pubblico non tiene conto degli esborsi futuri sui contratti derivati e i crediti commerciali mentre le passività finanziarie, valutate ai prezzi di mercato, dipendono dalle fluttuazioni del rendimento dei titoli di stato. In questo articolo analizziamo le differenze per avere un quadro più preciso dell’esposizione finanziaria del settore pubblico italiano.

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Squilibri europei e indicatori statistici: una proposta di integrazione

Il Conto patrimoniale[1] è un documento che evidenzia il valore di stock riconosciuto delle attività e delle passività assunte dai settori istituzionali, il cui saldo rappresenta la ricchezza di una economia. All’interno del Conto patrimoniale, le statistiche che riportano in termini di consistenze le attività e le passività finanziarie dei settori istituzionali di un Paese (imprese, società finanziarie, pubblica amministrazione, famiglie e istituzioni non profit) sono i Conti finanziari[2], che possono essere utilizzati per integrare il set di indicatori necessari per l’analisi macroeconomica. Continua a leggere

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La misura corretta del debito pubblico

L’attuale sistema dei conti nazionali (Sec2010), pone il conto patrimoniale a
completamento della sequenza dei conti per settore che descrivono in maniera sistematica  i diversi stadi del processo economico: produzione, generazione, distribuzione, redistribuzione e utilizzazione del reddito nonché accumulazione finanziaria e non finanziaria. Continua a leggere

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