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Aequa Roma S.p.A. gestisce le entrate tributarie capitoline

Premesso che l’oggetto sociale dell’azienda partecipata al 100% dal Comune riguarda la gestione del servizio di riscossione tributi per il Comune di Roma Capitale. Nella società la situazione ritrovata è abbastanza critica per mancanza da anni di azioni di indirizzo aziendale e di controllo vero da parte di Roma Capitale.aequa-roma-6

Oltre ad AMA per il servizio di contrasto all’evasione sulla TARI[1], sono due i Dipartimenti del Comune che usufruiscono dei servizi di Aequa Roma, il Dipartimento RE (Dipartimento Risorse Economiche) che chiede supporto per il contrasto all’evasione totale e/o parziale dell’ICI/IMU/TASI, contributo di soggiorno, alla bonifica e aggiornamento delle banche dati (tutti servizi delicatissimi e importantissimi) ecc.; il Dipartimento SE-AAPP  (Dipartimento Sviluppo Economico, Attività Produttive e Agricoltura) per servizi di supporto allo sportello delle Imprese Pubblicitarie, alle verifiche in materia di impiantistica pubblicitaria al monitoraggio riscossione e al recupero del canone di pubblicità, alla conduzione del sistema SIAP ecc.; tutti servizi di riscossione che potrebbero essere svolti tranquillamente all’interno dei rispettivi Dipartimenti di Roma Capitale (visto che l’organico capitolino ammonta a 23 mila dipendenti) ma che in realtà costano al comune di Roma ulteriori 18 milioni di euro all’anno per il contratto di servizio con Aequa Roma, per 311 dipendenti i cui costi prevalenti sono proprio per il personale[2]. Continua a leggere

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RELAZIONE SUL BILANCIO 2015 AMA S.p.A.

Nel 2015 a Roma la produzione totale di rifiuti solidi urbani e assimilati è stata pari a 1.700.768 tonnellate. La raccolta giornaliera è pari, in media, a 4.660 tonnellate mentre quella pro capite è di 593 kg. L’analisi dei dati relativi alla raccolta differenziata indica che nel 2015 Roma Capitale ha differenziato il 41,2% del totale dei rifiuti prodotti. Ma quanto ha speso per garantire il servizio di raccolta?

Analisi stato patrimonialeama
Premesso che il bilancio 2015 è stato chiuso con un utile di 800.000 euro, dall’esame dello stato patrimoniale emergono le seguenti criticità.
Partendo dalle Immobilizzazioni Immateriali, la prima voce che desta perplessità è l’importo speso per la comunicazione effettuata nei Municipi I e II per l’implementazione della raccolta differenziata rispetto al costo per la sua realizzazione: 804.011 nel 2015 di pubblicità a fronte di 384.240 come costi di ampliamento (hanno speso più a dire che a fare!). Continua a leggere

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