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Road map strategica per creare la smart city

1. La volontà politica è il primo problema per capire il piano strategico di azione per le smart city cioè una precisa “roadmap politica”.
2. La Governace e leardership è il secondo problema da affrontare perché si deve capire se creare una governace e una leardership a livello di competenze centrale oppure lasciare a livello locale la gestione, quindi lasciare al territorio completa autonomia con tutte le conseguenze che ciò comporta (ogni città utilizza piattaforme informatiche diverse, progetti magari ripetuti per ciascun comune ecc.). In questo caso i costi sarebbero altissimi mentre in un ottica centralizzata un progetto già avviato in un Comune potrebbe essere utilizzato anche in un altro Comune con le stesse caratteristiche.
3. La condivisione della pianificazione dei progetti da parte degli attori principali quali i cittadini, le imprese e le istituzioni penso che sia un aspetto fondamentale già ormai largamente condiviso. Le imprese hanno la loro responsabilità nel processo di sviluppo intelligente. Le istituzioni devono favorire e consentire, attraverso una piattaforma condivisa, il processo di innovazione intelligente delle città italiane. Il cittadino è l’attore principale di questo processo di crescita. I cittadini devono guidare le imprese nel processo di sviluppo per creare valore aggiunto sostenibile ed efficiente al loro servizio. Raggiungere una soluzione/obiettivo insieme alla comunità o con la partecipazione dei cittadini  è il punto importante di questo metodo di costruzione delle politiche partecipate.
4. Anche l’aspetto finanziario e la partnership con fornitori ICT e finanziamenti multisourcing sono aspetti importanti da affrontare. Bisogna capirne l’entità per individuare una strategia di azione.
5. Dal “problema smart” alla “soluzione smart”. La strategia di azione prevede un periodo di studio e di approfondimento del problema e del perchè del suo verificarsi. Se non abbiamo evidenziato con chiarezza su segnalazione dei cittadini quali sono i problemi delle nostre città non possiamo iniziare a proporre progetti smart.
6. Comunicazione dei risultati. Bisogna effettuare un monitoraggio periodico dei risultati e delle ricadute. Controllare gli esiti (outcomes) per verificare se gli obiettivi prefissati siano stati raggiunti. Magari una commissione di cittadini intelligenti può controllare i progressi evidenti che scaturiscono da progetti smart city.

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http://www.monicamontella.it/

Definire una smart city

Il principale problema che si evidenzia nel definire una smart city è il fatto che ogni città presenta solo alcuni progetti specifici ma in complesso non coprono il ventaglio delle dimensioni urbane quali dovrebbero essere:
  • salute, sicurezza, cultura e qualità abitazioni sostenibili (smart living)
  • economia sostenibile (smart economy)
  • mobilità sostenibile (smart mobility)
  • cittadini intelligenti/turismo intelligente (smart people)
  • sostenibilità ambientale ed energetica (smart environment)
  • tecnologie intelligenti (smart tecnology)
  • governance intelligente (smart governance)
Una smart city si può definire tale solo se ha avviato/adottato tutti i 7 punti contemporaneamente nel proprio territorio. Se una città ha avviato solo una dimensione non possiamo definirla città smart.
Fino ad oggi quante città hanno avviato progetti per la propria riconversione in una smart city?
  • Comuni “anticipatori” cioè comuni che hanno già avviato alcuni parziali progetti di smart city;
  • Comuni “emergenti” cioè comuni che hanno iniziato a sviluppare progetti in sintonia con i piani regionali e con l’UE;
  • Comuni “potenziali” cioè in ritardo ma interessati (o non!) a progettare innovazione; in questo caso non sono stati efficaci i piani regionali nazionali e UE attivati. Perchè?

Ecco un primo elenco, presente nel sito dell’ANCI, delle città che hanno avviato una o più dimensioni smart. Tra le città italiane candidate per l’acquisizione del titolo Smart City vi è Torino, che grazie a vari progetti ed iniziative quali Torino Smart City si conferma all’avanguardia delle implementazioni tecnologiche e logistiche volte a migliorare la vita in città. Ma è tutto da verificare!!! Perchè Il 10 febbraio 2009 a Bruxelles, la Città di Torino ha ufficialmente sottoscritto il Patto dei Sindaci (Covenant of Mayors), il 13 settembre 2010 il Consiglio Comunale ha approvato il Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile della Città (TAPE – Turin Action Plan for Energy). Ma questa è volto a favorire solo il risparmio energetico. Infine, segnalo il progetto europeo Periphéria a cui hanno partecipato il Comune di Genova e di Milano con la partecipazione del Politecnico di Milano.

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